Tawhox, Utroz e il pianeta stupido (L'Unione Sarda, 14 settembre 2010)


“Alieni in visita: esplorazioni scientifiche nel cosmo”: il testo di Mameli e Pani che spiega ai ragazzi (e non solo) gli errori dell'homo sapiens
Tawhox, Utroz e il pianeta stupido
Ne conosco parecchie di persone con 11 dita visto che così vengono soprannominate a Roma le persone che hanno sempre una sigaretta accesa fra le 10 dita regolamentari. Però non ho ancora incontrato qualcuno con 16 dita. Dunque non ero io il pescatore smemorato che Andrea Mameli e Fabrizio Pani mostrano nel loro “Alieni in visita: esplorazioni scientifiche nel cosmo” (24 pagine illustrate per 5,90 euro) pubblicato dall'olbiese Taphros nella collana Junior.
Mi sarebbe piaciuto far due chiacchiere con Utroz e Tawhox del pianeta Sdhox. Sono passati di qua mentre erano a zonzo nella Via Lattea perché hanno rilevato segnali di vita intelligente; venivano dal pianeta Terra e loro, grazie al “traduttore universale” (come mi piacerebbe averne uno), li hanno subito tradotti; un po' stupendosi che questi umani usino «3 mila lingue differenti». Poi hanno cercato di capire come funziona la vita sulla Terra: elio, carbonio, idrogeno, fotosintesi, atmosfera… quante stranezze per i due alieni. Certo un pianeta che impiega circa 365 per girare intorno alla sua stella è ben diverso da Sdhox che se la cava in 13 giornate.
I due viaggiatori spaziali prima danno un'occhiata alla Luna (toh: «Orme, il modulo Lem, una macchina fotografica…») poi fanno una visitina ai terrestri. Riflettono sul fatto che i suoi abitanti «non hanno imparato a vivere felicemente insieme» e che «stanno rischiando il disastro» eppure non riescono a «ridurre i consumi» come sarebbe saggio fare. Tawhox e Utroz sulla Terra ricevono un caloroso benvenuto, però... dalle api. Chissà se gli esseri umani sono pronti all'incontro. Qui però bisogna tacere e ovviamente, con un minimo di ruffianeria bottegaia, invitare a comprare il libretto se volete sapere come finisce.
Andrea Mameli, fisico e giornalista (nonché firma dell'Unione Sarda) ha scritto i testi mentre Panif (ovvero Fabrizio Pani) si è divertito a illustrarli.
Il libro è utilizzato come traccia «per laboratori multidisciplinari con bambini e adolescenti» ma rimanda anche alle attività divulgative di Laboratorio Scienza e al portale Storie sociali, il primo in Italia dedicato a racconti utili «per aiutare bambini e adolescenti a imparare i comportamenti sociali».
Forse con un po' di tristezza o preoccupazione bisognerebbe dire che anche un po' di adulti smemorati si gioverebbero nel leggere i semplici riassunti di Tawhox e Utroz su come i terrestri «stanno esagerando».
L'idea che gli alieni incontrino noi, invece del banale viceversa, è molto feconda. Non per caso sta alla base delle “Lettere persiane” di Montesquieu o del più recente “Papalagi” (vero o fasullo che sia l'autore). Uno dei più choccanti racconti di fantascienza resta “La sentinella” di Fredric Brown proprio per la capacità di rovesciare, in tre righe, il noi e loro; non per caso è finito nelle antologie scolastiche italiane, pur così refrattarie alla science fiction. Certo il duo Mameli-Pani non voleva entrare in competizione con così illustri predecessori ma... forse hanno fatto male. Sarebbe ora che qualcuno ambiziosamente ci guardasse come altri potrebbero guardarci o, detto più semplicemente, riprovasse a farci vedere da occhi alieni: lo sguardo dei bambini (o di chi si rivolge a loro con sufficiente ingenuità) potrebbe essere quello giusto. Anche perché con la crisi di idee che c'è sul nostro pianetucolo forse un libro di Tawhox e Utroz potrebbe esserci di aiuto.
DANIELE BARBIERI

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