Andrea Mura: come attraversare l'Atlantico in 17 giorni, 10 ore e 22 minuti

Andrea Mura è una delle meraviglie di Cagliari. Non so più da quanti anni il suo nome è associato a imprese veliche sempre più formidabili. Non ci siamo mai conosciuti di persona, ma lo sento vicino, come fosse una persona di famiglia, un amico. Sicuramente sono orgoglioso delle sue imprese sportive. Così gli ho chiesto una foto per il mio blog e poco fa mi ha mandato una splendida immagine che racconta il suo ultimo successo.
Eccola:
Andrea con il suo Vento Di Sardegna nel 2010 ha vinto la Route du rhum e nel 2012 la Transat Quebec-Saint Malò.
E ieri ha trionfato nella Line Honours alla Ostar, la regata atlantica riservata a chi ha il coraggio di affrontare l'Oceano Atlantico in solitaria. L'ennesimo successo è arrivato dopo una navigazione durata 17 giorni, 10 ore e 22 minuti: il tempo servito per percorrere le 3.000 miglia che separano Plymouth (Inghilterra) da Rhode Island (Usa).
Bellissima anche la foto che ho preso dal profilo facebook Vento di Sardegna:

Grazie Andrea!

P.S. Ecco la dichiarazione ufficiale di Andrea Mura subito dopo la fine della regata (il neretto è suo):

"Lo sforzo è stato grande ma ne valeva la pena. Ho faticato mesi per migliorare le prestazioni della barca e il mio primo successo è stato arrivare sulla linea di partenza con un mezzo competitivo, ora con la vittoria in tempo reale alla Ostar realizzo un sogno che coltivavo da anni. Voglio congratularmi con tutte le barche che hanno affrontato la Ostar e sono rimaste in gara malgrado quello cha hanno dovuto affrontare. Sono arrivato a questa vittoria grazie alla generosa collaborazione di tanti piccoli artigiani, piccole e grandi imprese e che hanno messo a disposizione tempo, competenze e tecnologie avanzate, senza di loro non sarebbe stato possibile. A bordo ho avuto diverse rotture, ma le vele non mi hanno tradito fornendo una grande prestazione. A inizio regata sono rimasto frastornato dal fatto ! che una barca ha centrato il mio scafo, mi sono deconcentrato e ho perso di vista una boa. Sono tornato indietro per passare correttamente la boa, perdendo circa 7 ore. Anche questa volta ho regatato rinunciando ai software da regata per poter di fare liberamente le mie scelte, che è la cosa che maggiormente mi appassiona durante la competizione. Ora mi attende un'altra classica il Fastnet, in agosto".
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 15 Giugno 2013

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