Li-Fi: verso una Internet della luce? Le sperimentazioni di Raniero Pani a Cagliari

Light Fidelty, trasmissione dati basata sulla modulazione della luce emessa dai Led, una delle frontiere dell'innovazione. Linguaggio Macchina ne ha parlato con Raniero Pani, autore di un articolo per LEDIN.IT (Luglio 2014) e diretto sperimentatore di questa tecnologia. Dopo una prova disturbata dal maltempo sabato sera a Marina Piccola (qui un breve resoconto nel suo blog) Raniero sta ipotizzando una nuova sperimentazione della tecnologia LiFi al Museo Archeologico di Cagliari.
Raniero, in che modo hai iniziato a interessarti alla tecnologia LiFi?
«Mi occupo di illuminazione da ormai vent'anni e da dieci seguo l'evoluzione dei led; in particolare seguo la tecnologia LiFi dal luglio del 2011. Voglio sperimentare in prima persona, ora che la tecnologia LiFi è matura per le prime applicazioni. Siamo ancora in pochi a parlare e sperimentare il LiFi e sono orgoglioso di essere fra i primi a utilizzare la tecnologia in Italia e il primo in Sardegna.»
In che modo pensi di applicare questa tecnologia?
«Ho in mente due ambiti: museale e turistico. Con la fondazione Nurnet stiamo studiando soluzioni Lifi all'aperto con sistemi autonomi, quindi senza bisogno di infrastrutture elettriche e di antenne WiFi. Ho pronte tre applicazioni: una mi fornisce dati su una mappa, del tipo "io sono qui". Un'altra mi fa vedere immagini e testi correlati. Una terza mostra video.»
Come funziona?
«Il protocollo di trasmissione standardizzato a livello internazionale dalla Norma IEEE 802.15, disciplina le modalità tecniche del sistema. Si possono trasferire facilmente informazioni da un dispositivo LiFi - trasmettitore - a dei dispositivi ricevitori, come telefonini o tablet; questo trasferimento avviene sfruttando l'alta velocità di commutazione on-off delle lampade Led senza che i nostri occhi se ne accorgano, in quanto la variazione avviene in miliardesimi di secondo. Nella mia ipotesi di sperimentazione del sistema al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari possiamo posizionare tre led ognuno vicino a uno dei giganti di Monte Prama; in questo modo se puntiamo il tablet LiFi verso un Gigante vedrò nel display un'immagine o un video, a seconda dell'applicazione selezionata nel corso della visita.»
Vantaggi rispetto al WiFi?
«Maggiore è la velocità di commutazione on-off, maggiore sarà la possibilità di trasmettere bit; attualmente si opera con modulabilità intorno al GigaHertz: circa dieci volte superiore alle reti WiFi. Un ulteriore vantaggio è la direzionalità dell'emissione Led: possiamo indirizzare i dati solo nelle zone raggiunte dalla luce e lasciare senza dati le altre. Infine si può utilizzare la stessa luce necessaria per illuminare un ambiente e per trasmettere immagini relative a una scena connessa con quelle immagini.»
In che cosa consisterebbe la sperimentazione da condurre nel Museo Archeologico?
«La sperimentazione al museo archeologico potrà consistere nel sistemare i miei tre punti di illuminazione led in luoghi da convenire essendo dotati di agganci a molletta. Questo sistema è un ausilio alla fruizione multimediale del museo e delle opere d'arte presenti nella città di Cagliari e non sostituisce né la guida turistica né la guida museale. Inoltre quando il museo è chiuso il turista all'esterno potrebbe fruire di contenuti multimediali. Questo può valere anche all'interno del museo, con contenuti multimediali in lingue che la guida potrebbe non conoscere, come il russo o il cinese ad esempio.»

In merito a eventuali altri utilizzi di questa tecnologia, nell'articolo per LedIn.it Pani spiega che "le applicazioni ipotizzabili sono veramente tante, anche le più fantascientifiche; dalle informazioni per tutti inviate attraverso l'illuminazione stradale o come ipotizza uno dei padri della cultura LiFi, il Prof. Haas dell'Università di Edimburgo, in un vicino domani le automobili potranno ricevere informazioni dai led installati nei lampioni e dagli apparati semaforici, con scambio reciproco di dati, creando una vera e propria rete LiFi".

Linguaggio Macchina continuerà a seguire le prossime sperimentazioni di Raniero Pani. Per il momento: in bocca al lupo!

Andrea Mameli 
Blog Linguaggio Macchina
4 Agosto 2014







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