31 dicembre 2011
Se un asino può aiutarci a star meglio. Studio sull'onoterapia (L'Unione Sarda, 31 dicembre 2011)
Abbattere gli sprechi per combattere la crisi (Innovare, dicembre 2011)

Ridurre gli sprechi per combattere la crisi e comunicarlo per rilanciare l’immagine della propria azienda. Questa è la ricetta che propone Andrea Mameli, fisico e divulgatore con la passione per le tematiche legate alla sostenibilità ambientale e convinto sostenitore della decrescita, che ha recentemente raccontato i suoi piccoli trucchi quotidiani in “Manuale di sopravvivenza energetica – Come consumare meglio ed essere felici”.
Edito da Scienza Express, neonata casa editrice che ha come progetto la divulgazione scientifica e il dibattito pubblico intorno alla scienza e alla ricerca, il Manuale propone esempi e consigli pratici per risparmiare energia tenendo sempre d’occhio il risparmio energetico: piccole soluzioni per ridurre l’impatto ambientale delle attività di tutti i giorni senza grandi rinunce ma soprattutto senza enormi spese.
Evitare di aprire inutilmente il frigorifero, ridurre l’utilizzo dell’automobile e ingegnarsi per la costruzione di piccoli dispositivi per la produzione energetica: questo è ciò che può fare ognuno di noi nel suo piccolo per evitare gli sprechi di energia a casa, in ufficio ma anche durante gli spostamenti o in vacanza. Un modo semplice e alla portata di tutti per prendere coscienza delle tematiche etiche legate alla sostenibilità, con schede di approfondimento che illustrano i concetti base della fisica e insegnano a calcolare i consumi e i costi.
Abbiamo incontrato l’autore del libro, Andrea Mameli, per discutere con lui delle opportunità e delle problematiche legate alla sostenibilità ambientale e al risparmio energetico.
Partiamo dal titolo del tuo libro. Anzi, dal sottotitolo: parli non di un consumo minore ma di un consumo migliore. Cosa intendi? Consumare meglio significa necessariamente consumare meno?
Tendere a consumare bene dovrebbe essere un comportamento spontaneo, da imparare con l’esempio dei genitori e a scuola. Ma è proprio il consumo – e qui parliamo di consumo energetico diretto, come nel caso dei carburanti o dell’elettricità, e indiretto come nel caso del consumo di energia per lo spostamento dell’acqua che poi usiamo in svariati modi - a essere spesso eccessivo.
Consumare meglio significa cercare di discostarsi da uno spreco che si può limitare: un atteggiamento che secondo me, e non solo secondo me, può generare felicità. Ma non significa meno in assoluto, nel senso che quando consumare serve il problema non sussiste. È compito della nostra coscienza, unita alla razionalità, spiegarci quando stiamo esagerando per davvero.
Ma cosa possiamo fare realmente ogni giorno?
La prima cosa che possiamo fare è informarci. E spesso riusciamo a scoprire qualcosa che non sapevamo o che non consideravamo nella giusta prospettiva. Informarci ci può aiutare a capire che a volte basta poco per ottenere considerevoli risparmi e inoltre ci può indirizzare nel considerare i consumi nelle loro giuste proporzioni.
I suggerimenti descritti nel libro sembrano semplici da attuare e comportano anche un grande risparmio economico. Eppure pochi li mettono in pratica. Perché
Siamo animali pigri e portati a sottovalutare gli effetti delle nostre azioni anziché dominare la nostra pigrizia. Senza contare la diffusa ignoranza sui temi energetici. Ignoranza anche spicciola, per esempio rispetto a quanto consumano gli apparati elettronici che abbiamo in casa o su come possiamo limitare gli sprechi di energia elettrica. Ma anche ignoranza rispetto a semplici comportamenti da poter mettere in pratica, come per esempio contenere gli sprechi di calore d’inverno. Ed è meglio non parlare della mobilità, altra nota dolente.
Rispetto a poche decine di anni fa la tecnologia ha fatto passi da gigante e con essa anche i consumi di energia? Perché la decrescita dovrebbe essere un’opportunità? Non vuol dire in parte rinunciare alle comodità guadagnate in questi anni?
Ci possiamo dar da fare quanto vogliamo ma non dobbiamo illuderci di risolvere i problemi con le tecnologie. Possiamo affrontarli meglio ma non risolverli del tutto. Non lo dico io ma lo sostiene l’economia. Un economista inglese, William Stanley Jevons, ha dimostrato che i miglioramenti tecnologici a cui dobbiamo l’aumento dell’efficienza di una risorsa possono portare all’incremento del consumo di quella risorsa. E Il paradosso di Jevons non è l’unico campanello dall’allarme. C’è la necessità di ridurre i consumi perché qualsiasi intervento umano nel ciclo antropico, ovvero ogni nostra esigenza energetica per mantenere il nostro tenore di vita, determina qualche cambiamento nell’ambiente.
Ogni modalità di trasformazione energetica ha dei frutti “sgradevoli”, più o meno rilevanti, più o meno inquinanti. Inoltre, ogni nostra comodità, come in un’altalena a due posti, determina la scomodità di altre persone sul nostro stesso pianeta. Poi ci sarebbe una considerazione sul PIL, incapace di valutare il reale grado di felicità di noi umani, con la conseguente necessità di reperire altri indicatori del cosiddetto benessere. La decrescita potrebbe rappresentare una risposta a questi problemi? Io sto iniziando a pensare di sì. E lo faccio in compagnia di Nicholas Georgescu-Roegen, il primo a misurare i temi economici con il metro della fisica, in particolare della termodinamica.
Sono anni che si sente parlare in giro di sostenibilità e risparmio energetico. Credi che la gente sia ancora interessata a questi temi o forse la comunicazione è satura? Come è possibile coinvolgere le persone su questo tema?
Coinvolgere e interessare, rispetto a temi che mediaticamente risentono di una certa inflazione, non è facile ma possiamo, anzi, dobbiamo trovare nuove chiavi di lettura, nuovi approcci. Possiamo e dobbiamo farlo.
Le imprese che ruolo possono avere nel risparmio energetico? Credi che per un’azienda sia più complesso attuare comportamenti sostenibili rispetto a un singolo cittadino?
Molte imprese hanno capito rapidamente due concetti fondamentali e li hanno messi in atto con pratiche talvolta di successo. Primo: ridurre gli sprechi è la prima mossa per aggredire la crisi. Secondo: comunicarlo può essere vincente. Mi spiego meglio: le imprese che autoproducono la loro energia, quelle che riusano e riciclano, e che segnalano questi comportamenti virtuosi nella loro comunicazione (nelle etichette, nei siti web, nelle pubblicità, nei social network) ottengono un risultato d’immagine enorme.
Non a caso sono nati i consulenti per i NegaWatt, ovvero l’unità di misura che quantifica la potenza risparmiata: sono persone in grado di formulare una strategia di risparmio – anche ingente – basata sulla constatazione di sprechi e pratiche non sostenibili. E anche in questo caso alla base di tutto c’è sempre una cosa sola: la conoscenza.
30 dicembre 2011
Transumanza: una straordinaria esperienza. Bolotana, 30 dicembre 2011

E sinceramente sono convinto che ne valeva la pena: è stata una passeggiata piacevole, in parte sull'asfalto e in parte lungo le antiche strade per i carri,

Dalla partenza in montagna fino a quando si attraversa il centro abitato di Bolotana questa esperienza a mio avviso insegna molto.
Insegna in particolare che il modo frettoloso di vivere questo tipo di esperienze se vendute chiuse in barattolo al turista compulsivo

Ma anche il covare platonici entusiasmi per la vita agreste non ha senso, senza averne prima provato i rumori (campanacci e zoccoli sono la vera colonna sonora), gli odori (frutto della digestione dei bovini), i colori (della vegetazione, del cielo, delle strade e degli stessi animali), i tempi (stare al passo dei bovini è un'esperienza nell'esperienza), i gesti e le voci degli accompagnatori

Davvero, per chi ha sempre troppa fretta direi proprio che una bella transumanza potrebbe insegnare molto. Suggerisco di scegliere una mucca, quella più indietro di tutte per esempio, concentrarsi sulle zampe. Il lento incedere, il modo di superare gli ostacoli non privo di eleganza, la tenuta degli zoccoli anche sulle pietre bagnate. Siamo partiti stamattina alle 9 e 30, dal pascolo a mille metri di quota, con 3 gradi centigradi e una pioggerellina leggera. Siamo arrivati a destinazione alle 14 e 30, a quota quattrocento, con 8 gradi, maestrale forte, pioggia fitta.


Per questa mia disperata ricerca di senso è stato molto stimolante anche visitare il blog di Marzia Verona - Storie di pascolo vagante - autrice di alcuni volumi in tema: "Vita d’Alpeggio" (Blu Edizioni, 2006), "Dove vai pastore?" (Priuli&Verlucca, 2006), "Intelligente come un asino, intraprendente come una pecora" (Artistica, 2009).
PS 1 Grazie anche alla sorella di Sergio, Maria Carmela, per l'agnello arrosto e la torta alla ricotta di rara bontà.
PS 2 La ricotta e gli gnelli sono stati forniti da Pietro Cadau, allevatore di 79 anni (ma ne dimostra molti di meno: lavora in campagna dall'alba al tramonto, guida l'automobile senza difficoltà, si esprime meglio di molti giovani).
PS 3 Una riflessione sul valore della conoscenza dei sentieri di campagna: I sentieri dei pastori, i fuoristrata e le mappe aborigene che diventano quadri.
Testi, video e foto: Andrea Mameli - www.linguaggiomacchina.it - 30 dicembre 2011
Bolotana, transumanza sulla neve a Badde Salighes Bruno Manunza (2005)
29 dicembre 2011
Efficacia dell'onoterapia: curare con gli asini. Una ricerca pubblicata negli Annali dell'Istituto Superiore di Sanità

Donkey-assisted rehabilitation program for children: a pilot study (Annali Istituto Superiore Sanità 2011. Vol. 47, No. 4: 391-396. DOI: 10.4415/ANN_11_04_11)
Paola De Rose, Elisabetta Cannas, Patrizia Reinger Cantiello
Summary
Bonding with animals grants access to the sphere of affectivity and facilitates therapeutic engagement. The methodological approach of donkey-assisted programs is based on mediation, which is characterized by multidirectional relationships (patient-donkey-therapist). The donkey is an excellent facilitator in the motivation-building process, being able to stimulate the child’s development by way of active and positive forces that foster psycho-affective and psycho-cognitive development processes. Results of this study, which focused on the child’s approach to the donkey, indicate that while communicating with the animal, children rely more on physical expressions than on verbal language. Donkey-assisted rehabilitative sessions can help in identifying children’s strong points, on which motivation could be built.

Per le foto ringrazio Elisabetta Cannas (Asino per tutti) psicologa e onoterapeuta.
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 29 dicembre 2011
28 dicembre 2011
Grafene per conservare idrogeno. Scoperta dell'Istituto Nanoscienze del CNR

L'idrogeno, ingrediente principale delle celle efficienti e pulite, non è facile da conservare.
Valentina Tozzini e Vittorio Pellegrini (laboratorio Nest, Istituto Nanoscienze del CNR e Scuola Normale Superiore di Pisa) hanno mostrato con simulazioni e calcoli teorici la possibilità di utilizzare il grafene, il materiale formato da un solo strato di atomi di carbonio disposti in un reticolo a nido d'ape valso il Nobel per la Fisica 2010 a Andre Geim e Konstantin Novoselov. In particolare controllando il corrugamento del grafene è possibile indurre il rilascio di idrogeno anche in condizioni ambientali normali.

I calcoli dei ricercatori del CNR indicano che quando uno strato di grafene viene compresso lateralmente formando ondulazioni con creste e valli, l'idrogeno aderisce chimicamente alle creste delle onde. Inoltre, spostando la corrugazione, in modo analogo a un'onda che avanza, le creste si muovono e l’idrogeno si ritrova in zone concave in cui l’adesione è sfavorita. Questo meccanismo combinato con l’effetto dinamico dell’onda stessa provoca il rilascio dell’idrogeno.
Per Valentia Tozzini: "L'idrogeno ha una forte affinità per le zone convesse del grafene e molto poca per quelle concave. Questo accade perché l'energia del legame è proporzionale alla curvatura del reticolo atomico. Una volta catturato sulle creste, invertendo la curvatura diventa possibile rilasciare l'idrogeno, un po' come se si scuotesse un tappeto di grafene impregnato di polvere-idrogeno".
La fase successiva consisteva nella sperimentazione di strati di grafene corrugato in laboratorio e nell'inversionee delle ondulazioni in maniera controllata. "L’idea di utilizzare la curvatura del grafene per assorbire e rilasciare idrogeno è del tutto nuova - sottolinea Vittorio Pellegrini - la realizzazione di dispositivo è vincolata da molti requisiti ingegneristici che abbiamo appena cominciato a esplorare, ma le simulazioni di questo studio ci dicono che la strada è percorribile".
Reversible Hydrogen Storage by Controlled Buckling of Graphene Layers
Valentina Tozzini, Vittorio Pellegrini (NEST - Istituto Nanoscienze - CNR and Scuola Normale Superiore, Pisa)
Journal of Physical Chemistry [C, 2011, 115 (51), pp 25523–25528]
Abstract
We propose a multilayer graphene-based device in which the storage and release of hydrogen are obtained by exploiting and controlling the corrugation of individual layers of graphene. By means of calculations based on the density-functional theory, we quantify the tunability of the hydrogen-graphene binding energies by changing the sheet out-of-plane deformation up to ±0.2 Å. We show that the binding energy can be varied by more than 2 eV, with the convex regions allocating the energetically favored hydrogen binding sites. We simulate the process of hydrogen chemisorption on corrugated graphene and release under the application of time-dependent mechanical deformations. Our results show that the corrugation of the graphene sheet and the controlled inversion of its curvature yield fast storage and release of hydrogen. Our corrugated graphene multilayer system can potentially reach gravimetric capacities up to 8 wt % and reversibly store and release hydrogen by external control of the local curvature at room conditions and with fast kinetics.
Quasi un Ufo: le curiose "rivelazioni" di un blog Radar, satelliti, sensori Così gli Stati Uniti ricercano Babbo Natale

Da tempo capita di leggere su giornali e riviste, o di sentire in tv, notizie su avvistamenti Ufo. Ma se credete che i dischi volanti costituiscano il principale dei numerosi misteri che, come ammoniva Shakespeare nell' Amleto , si trovano tra il cielo e la terra, vi sbagliate. Ben altri sono gli eventi inspiegabili per i quali l'umanità non ha ancora risposte certe. Per contribuire a far luce in merito, tra i tanti che si dedicano agli enigmi ancora insoluti, gli Usa stanno utilizzando una parte del loro straordinarie capacità tecnologiche. L'obiettivo in questo caso è scoprire quale segreto nasconda un misterioso personaggio noto come Babbo Natale. Quando il corpulento uomo dalla barba bianca sfreccia nei cieli del pianeta Terra, dribblando aerei, Ufo e palloni aerostatici con la sua leggendaria slitta trainata da nove renne, come è possibile monitorarne l'attività?
Troviamo la risposta a tale pressante quesito sul blog Linguaggio Macchina (http://www.linguaggiomacchina.it/).
Nell'articolo “Come funziona il Santa Tracking Operations Center” viene spiegato che il NORAD (North American Aerospace Defense Command) ha tra i suoi compiti quello di ricercare le tracce della partenza di Babbo Natale. Per farlo si serve di normali radar e di un sofisticato sistema di rilevamento termico satellitare in orbita geosincrona a trentaseimila km. sopra la Terra, dotato di sensori a infrarossi. Si avvale inoltre di un sistema di telecamere e di una flottiglia di aerei da caccia che possano mettersi sulle orme di Rudolph, la renna dal naso rosso, e delle altre renne al servizio dell'oggetto volante vestito di rosso. Questa preziosa attività di ricerca si deve al colonnello Harry Shoup, che nel 1955, in seguito a un piccolo disguido, come spiegato nel blog, diede ordine di raccogliere informazioni sullo spostamento del singolare Ufo natalizio.
Ma non è tutto. Sempre su Linguaggio Macchina, nell'articolo “La scienza di santa Claus”, ci viene messa a disposizione un'altra preziosa informazione scientifica. L'eroico personaggio, che si è assunto l'improbo compito di far felici tutti i bambini consegnando loro i desiderati regali la notte di Natale, senza dubbio utilizza tecnologie di provenienza aliena. Come potrebbe altrimenti trasportare 850.000 tonnellate di giocattoli destinati a 2 miliardi e mezzo di bambini nel mondo in meno di 32 ore? Non sarebbe poi così sorprendente se si venisse a scoprire che queste tecnologie sono le stesse sulle quali si dice lavori una equipe di scienziati nella famosa Area 51, l'area militare nel Nevada resa famosa dall'incidente di Roswell. Nel 1947 infatti in quella zona sarebbe precipitato un Ufo recuperato dai militari americani, che ne avrebbero tratto materiale di estrema rilevanza scientifica.
Infine, sempre nell'inesauribile blog, è possibile sapere come fa Babbo Natale a svolgere la sua opera meritoria senza essere visto, e come fa a sapere se siamo stati buoni o cattivi. L'arcano è svelato da Gregory Mone, romanziere e divulgatore scientifico, autore del libro “The Truth about Santa: Wormholes, Robots, and What Really Happens on Christmas Eve”. Purtroppo ancora non ne esiste un'edizione italiana, tuttavia è possibile apprendere queste ed altre cose sul blog Gizmodo, dove Mone informa i genitori su come spiegare scientificamente il fenomeno Babbo Natale ai bambini.
Ignazio Sanna
Articolo pubblicato il 28 dicembre 2011 nel quotidiano L'Unione Sarda, pagina 63 (Cultura)
27 dicembre 2011
Le 10 scoperte più importanti del 2011 secondo Science (Breakthrough of the Year, 2011)

- prevenzione dell'Aids l'impresa scientifica più importante, per la redazione di Science, sono gli studi clinici iniziati nel 2007 nei laboratori dell’università della Carolina del Nord, i cui risultati, pubblicati l’11 agosto 2011 su The New Journal of Medicine, dimostrano che i farmaci antiretrovirali contribuiscono nel 96% dei casi a prevenire la diffusione del virus.
- La missione spaziale giapponese Hayabusa: la sonda ha raccolto e riportato a Terra un campione di polvere di un asteroide, il cui studio ha portato a confermare che gran parte delle meteoriti ritrovate sulla Terra provengono da un unico asteroide ridotto in frammenti;
- le origini dell'Uomo: studio genetico comparativo su reperti di australopiteco e di uomo moderno;
- il motore della Fotosintesi: la struttura delle molecole implicate nella fotosintesi, ricostruita in Giappone, può aprire la strada a nuove energie rinnovabili;
- l'idrogeno primordiale: le sue tracce ai confini dell'universo, rilevate con il telescopio Keck (Hawaii) sono le più antiche mai osservate;
- il microbioma, la mappa dei nostri batteri, dimostra che tutti gli umani hanno un batterio dominante;
- vaccino antimalaria: i test clinici che portano alla creazione di un vaccino contro la malaria, condotti su 15 mila bambini di sette Paesi africani sarebbero incoraggianti;
- altri sistemi solari: il telescopio spaziale Kepler della Nasa ha permesso di identificare un sistema stellare con pianeti che si muovono in un modo difficile da spiegare con i modelli attuali e di scoprire un pianeta gassoso gigante in orbita attorno a un sistema di stelle doppio e 10 pianeti con traiettorie inspiegabili;
- nuovi zeoliti: minerali porosi usati come catalizzatori, per purificare l'acqua e l'aria, o per raffinare il petrolio in benzina.
- rallentare l'invecchiamento: eliminare le cellule più vecchie può arrestare alcuni processi come la cataratta e la debolezza muscolare.
Quando arriva il momento di dire addio a Babbo Natale

In un articolo pubblicato nel numero di dicembre del mensile "Mente e Cervello" Bronner sottolinea che questa tappa della costruzione del sé non abdrebbe sottovalutata in quanto non si tratta solo di infrangere un mito dell'infanzia ma di una condizione che attiene i legami con le persone che lo circondano, che poi sono le persone che gli hanno mentito.
Il sociologo francese evidenzia che sottovalutare l'importanza di Babbo Natale significa anche sottovalutare le capacità logiche del bambino,
Babbo Natale, addio (moebiusonline.eu 26 dicembre 2011) Federico Pedrocchi, Chiara Albicocco e Ilaria Canobbio intervistano Marco Cattaneo (Mente e Cervello)
26 dicembre 2011
Come funziona il Santa Tracking Operations Center

I volontari questo Natale hanno ricevuto 102 mila telefonate, stracciando così il precedente record di 80 mila chiamate. Di tutto rispetto anche i novecentomila accessi al sito ufficiale noradsanta.org e 999 milla "mi piace" al profilo Facebook (erano 716 mila un anno fa). Infine, ma di assoluto rilievo, il dato sui "followers" a Twitter, passati dai 53 mila del 2010 sono passati agli attuali 89 mila.

Il NORAD adotta quattro soluzioni per rilevare gli spostamenti di Babbo Natale: radar, satelliti, Babbo-telecamere e aerei. La prima fase di rilevamento si basa sul sistema radar del NORAD (North Warning System) in 47 postazioni sul confine settentrionale del Nord America. Il 24 dicembre di ogni anno il NORAD esegue controlli radar continui alla ricerca dei segnali rivelatori della partenza di Babbo Natale dal Polo Nord.
Non appena il radar conferma che Babbo Natale è decollato entrano in azione i satelliti per il rilevamento termico in orbita geosincrona a 36 mila km sopra la Terra, dotati di sensori a infrarossi.
Il terzo sistema di rilevamento è costituito dalle Babbo-telecamere, in attività dal 1998, usate dal NORAD solo una volta all'anno.
Il quarto sistema è costituito da aerei da caccia canadesi (CF-18) e statunitensi (F-15, F-16, F-22) per il controllo ravvicinato della slitta volante trainata da renne.
I dati raccolti il 24 dicembre sono stati riversati su Google Maps e su Google Earth e resi disponibili in otto lingue.


Come accade per le grandi invenzioni anche il tracciamento di Babbo Natale ha avuto un'origine casuale. In occasione del Natale 1955 un grande magazzino della catena Sears Roebuck & Co. pubblicò sul quotidiano locale un annuncio che incoraggiava i bambini a chiamare a Babbo Natale fornendo un numero di telefono della filiale di Colorado Springs. Ma il numero era sbagliato: i bambini chiamarono ripetutamente il comandante in capo del CONAD (Continental Air Defense Command, predecessore del NORAD). Il colonnello Harry Shoup, allora Direttore delle operazioni, chiese subito ai suoi uomini di controllare i radar alla ricerca di segnali relativi allo spostamento di Babbo Natale in partenza dal Polo Nord e ai bambini che telefonavano venivano forniti precisi aggiornamenti sulla sua posizione.

- Norad Track Santa. Sulle Tracce Di Babbo Natale
- Dov’è Babbo Natale? NORAD e Google permettono di monitorare i suoi progressi
- NORAD Tracks Santa
- How Does NORAD 'Track' Santa?
La scienza di Santa Claus

Babbo Natale, per consegnare 850 mila tonnellate di giocattoli a 2 miliardi e mezzo di bambini in meno di 32 ore, dovrebbe andare a 16,1 milioni di km orari.
The 'science' of Santa (The Telegraph, 26 December 2011)
25 dicembre 2011
The expression of the emotions in man and animals. Charles Darwin, London, 1872

From the introduction
MANY works have been written on Expression, but a greater number on Physiognomy,—that is, on the recognition of character through the study of the permanent form of the features. With this latter subject I am not here concerned. The older treatises, (1) which I have consulted, have been of little or no service to me. The famous 'Conférences' (2) of the painter Le Brun, published in 1667, is the best known ancient work, and contains some good remarks. Another somewhat old essay, namely, the 'Discours,' delivered 1774-1782, by the well-known Dutch anatomist Camper, (3) can hardly be considered as having made any marked advance in the subject. The following works, on the contrary, deserve the fullest consideration.
1) J. Parsons, in his paper in the Appendix to the 'Philosophical Transactions' for 1746, p. 41, gives a list of forty-one old authors who have written on Expression.
2) 'Conférences sur l'expression des différents Caractères des Passions,' Paris, 4to, 1667. I always quote from the republication of the 'Conférences' in the edition of Lavater, by Moreau, which appeared in 1820, as given in vol. ix. p. 257.
3) 'Discours par Pierre Camper sur le moyen de représenter les diverses passions,' &c. 1792.
Come spiegare Babbo Natale scientificamente ai bambini?

Ma come fa Babbo Natale a spostarsi per consegnare tutti questi doni? Ce lo spiega lo stesso Gregory Mone in cinque mosse: 1. Local Navigation
2. Information Display
3. Year-Round Surveillance
4. Uniform Upgrade
5. Hands-Free Driving
Can Tech Help Santa Deliver the Goods? 5 Tech Upgrades for Claus
I neutrini non hanno superato i limiti di velocità. Lo scrivono Cowsik, Sarkar e Nussinov su Physical Review Letters

Applicando i principi di conservazione dell'energia ai neutrini prodotti negli esperimenti del CERN e rilevati al Gran Sasso, i tre ricercatori sostengono che se le particelle avessero viaggiato oltre la velocità della luce avrebbero avuto un'energia più bassa di quella realmente misurata.
Superluminal Neutrinos at OPERA Confront Pion Decay Kinematics (Phys. Rev. Lett. 107, 251801. 2011)
Ramnath Cowsik, Utpal Sarkar, Shmuel Nussinov
Abstract
Violation of Lorentz invariance (VLI) has been suggested as an explanation of the superluminal velocities of muon neutrinos reported by OPERA. In this note we show that the amount of VLI required to explain this result poses severe difficulties with the kinematics of the pion decay, extending its lifetime and reducing the momentum carried away by the neutrinos. We show that the OPERA experiment limits $\alpha = (v_\nu - c)/c < 4 \times 10^{-6}$. We then take recourse to cosmic ray data on the spectrum of muons and neutrinos generated in the earth's atmosphere to provide a stronger bound on VLI: $(v-c)/c < 10^{-12}$.
24 dicembre 2011
Come evolve la mimica facciale? Le risposte in una ricerca di Azim F. Shariff e Jessica L. Tracy

La ricerca, pubblicata nell'ultimo numero della rivista Current Directions in Psychological Science, mostra che la mimica facciale associata a particolari emozioni ha seguito un cammino evolutivo specifico e che alcune espressioni universali sono usuali anche in zone remote e non raggiunte da cinema e tv.

Secondo Shariff e Tracy questo risultato rende improbabile che le espressioni siano costrutti sociali, inventati in Europa occidentale e poi diffuse nel resto del mondo.
In altre parole le espressioni del viso che hanno iniziato a manifestarsi come risposta del corpo a una particolare situazione esterna o a uno stato d'animo si sarebbero poi evolute in un segnale dotato di significato sociale.
È come se il vivere sociale fosse diventato più importante per il successo evolutivo dei Sapiens, e quindi la capacità di articolare espressioni come uno sguardo solenne o un volto felice potrebbe essersi rivelata determinante.
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 24 dicembre 2011
What Are Emotion Expressions For?
Azim F. Shariff and Jessica L. Tracy
Abstract
Although research on the nonverbal expression of emotion has played a prominent role throughout psychology during the past two decades — including an instrumental role in the development of contemporary evolutionary psychology —

Tryptophan synthetase: a protein with an immense chemical name
This is the full name, 1,913 characters long, for tryptophan synthetase, a protein made whith 267 aminoacids.
23 dicembre 2011
Windscreen Monitor: visione aumentata per la guida. Da non confondere con Crossroads di Garvin Nolte.



Una visione aumentata per la guida. La propone il designer Ho-Tzu Cheng grazie a 3 telecamere che trasmettono sul parabrezza le immagini riprese del retro e dei lati del veicolo. L'innovazione principale del sistema Windscreen Monitor consiste nel fornire al conducente una visione completa senza distogliere lo sguardo dal parabrezza, di cui occupa solo una piccola porzione.
Mi viene in mente Crossroads, l'installazione di Garvin Nolte con 26 navigatori posizionati sul parabrezza, con le indicazioni che giungono al conducente in simultanea. O come GPS Gang Bang (con tre navigatori testati da Gizmodo.com). Non c'entrano nulla con Windscreen Monitor tranne per un elemento in comune: avere tutto sotto gli occhi di chi guida.

Occhi di Anomalocaris: chiave evolutiva per l'Esplosione Cambriana?


Gli occhi fossili, trovati nell'isola Kangaroo sono stati datati esattamente 515 milioni di anni fa. Altri fossili scoperti nello stesso giacimento non erano altrettanto sviluppati.
Gli occhi composti, simili a quelli delle mosche e delle libellule, sono costituiti da migliaia di lenti: fino a 28 mila per occhio nelle libellule, 3 mila nelle mosche, mentre in questi esseri di 500 mila anni fa se ne contano circa 16 mila per occhio.
Secondo i ricercatori australiani la vista di questi predatori doveva essere coprire un angolo di 360 gradi, con un enorme vantaggio per gli avversari e nei confronti delle prede.
Sarà stata questa la forte spinta evolutiva alla base dell'Esplosione Cambriana?
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 23 dicembre 2011
Acute vision in the giant Cambrian predator Anomalocaris and the origin of compound eyes
John R. Paterson, Diego C. García-Bellido, Michael S. Y. Lee, Glenn A. Brock, James B. Jago, Gregory D. Edgecombe (Nature 480, 237–240, 8 December 2011)
Abstract
Until recently, intricate details of the optical design of non-biomineralized arthropod eyes remained elusive in Cambrian Burgess-Shale-type deposits, despite exceptional preservation of soft-part anatomy in such Konservat-Lagerstätten. The structure and development of ommatidia in arthropod compound eyes support a single origin some time before the latest common ancestor of crown-group arthropods, but the appearance of compound eyes in the arthropod stem group has been poorly constrained in the absence of adequate fossils. Here we report 2–3-cm paired eyes from the early Cambrian (approximately 515 million years old) Emu Bay Shale of South Australia, assigned to the Cambrian apex predator Anomalocaris. Their preserved visual surfaces are composed of at least 16,000 hexagonally packed ommatidial lenses (in a single eye), rivalling the most acute compound eyes in modern arthropods. The specimens show two distinct taphonomic modes, preserved as iron oxide (after pyrite) and calcium phosphate, demonstrating that disparate styles of early diagenetic mineralization can replicate the same type of extracellular tissue (that is, cuticle) within a single Burgess-Shale-type deposit. These fossils also provide compelling evidence for the arthropod affinities of anomalocaridids, push the origin of compound eyes deeper down the arthropod stem lineage, and indicate that the compound eye evolved before such features as a hardened exoskeleton. The inferred acuity of the anomalocaridid eye is consistent with other evidence that these animals were highly mobile visual predators in the water column. The existence of large, macrophagous nektonic predators possessing sharp vision—such as Anomalocaris—within the early Cambrian ecosystem probably helped to accelerate the escalatory ‘arms race’ that began over half a billion years ago.

22 dicembre 2011
Dalla fisica delle particelle alla creazione musicale: Cowie, Foster, Liebeck.

Edward Cowie ha studiato fisica all'Imperial College di Londra. Brian Foster, docente all'università di Oxford, è appassionato di violino: ha messo in musica la fisica di Eistein. Jack Liebeck nel 2010 ha vinto il premio Brit Award per la musica classica.
L'opera si intitola "Particle Partitas".

Il debutto è previsto tra circa 6 mesi.
This video offers an exclusive insight into the creative process as the trio meet at Oxford University to discuss the work and Liebeck and Foster to make their first tentative efforts at playing the music: Particle physics inspires classical composer Physics World (Nov 16, 2011).
Einstein's Universe Brian Foster & Jack Liebeck (solo violin)
MiniDarwin sulle tracce di Charles Darwin, destinazione Argentina

Dal 26 dicembre 2011 al 9 gennaio 2012 sette bambini, dai 9 ai 12 anni, un paleontologo (Marco Avanzini) e un biologo marino (Alfred Beran) esploreranno alcuni tra i siti paleontologici più importanti, dall’Oceano Atlantico alle Ande, tra cui la Valle dei Dinosauri, per riscoprire insieme la storia della vita sulla Terra. L’Argentina è uno dei luoghi più ricchi di fossili e sede di alcuni tra i dinosauri più grandi del mondo.
Prima tappa Buenos Aires, al Museo de Ciencias Naturales “Bernardino Rivadavia”, poi 600 chilometri a sud, a Punta Alta, sull’Oceano Atlantico, dove Darwin scoprì fossili di giganteschi mammiferi, i megateri. I giovani esploratori saranno accompagnati dagli esperti del Museo de Ciencias Naturales “Carlos Darwin” di Punta Alta. Sarà poi la volta della zona di Neuquén, detta anche Valle dei Dinosauri: al Centro Paleontológico Lago Barreales, al Museo “Carmen Funes” di Plaza Huincul e al Museo “Ernesto Bachman” di Villa El Chocón dove sono conservati i fossili di Argentinosauro e di Gigantosauro carolinii rinvenuti nelle vicinanze. I Mini Darwin si fermeranno poi a Uspallata sulle Ande, a 85 chilometri dalla città di Mendoza, dove si trova El Bosque Darwin, un bosco fossile pietrificato scoperto da Darwin e che oggi porta il suo nome.
Tutto il viaggio sarà documentato giorno per giorno sul sito

21 dicembre 2011
Kepler-20e e Kepler-20f, pianeti simili alla Terra.

Il 5 dicembre il gruppo ha annunciato la scoperta di un pianeta (Kepler-22b) nella fascia abitabile.
Two Earth-sized planets orbiting Kepler-20 (Nature, Published online 20 December 2011)
20 dicembre 2011
What are scientists’ goals for using the internet? Kevin Zelnio on Scientific American blog (dec. 19, 2011)
"There is no doubt that increasing the number of people exposed to, and involved in, online science outreach will only benefit the future of science and science communication. But the world is not yet ready for complete switch from offline to online information and inspiration. Often, those with the ability to access online science content are already predisposed to seeking out this type material. Same goes for those who seek out content on certain platforms. Pluralistic approaches that target the groups needing the information or exposure to science in your community goes a long ways. They key is to keep the message consistent and hammer it in from as many approaches as possible" (Kevin Zelnio).
About the Author: Kevin Zelnio is a marine biologist by training and is now a freelance science writer, independent scientist and science communications strategist living in beautiful coastal North Carolina. He has studied the ecology and evolution of animals living around underwater volcanoes and described several new species of deep-sea invertebrates.
19 dicembre 2011
Brian Cox e gli atomi vuoti ("A Night with the Stars", BBC, 18 dicembre 2011)



Il video è da non perdere.
P.S. Brian Cox lavora anche al Cern

18 dicembre 2011
Energia sì, ma con giudizio (La Nuova Sardegna, 18 dicembre 2011)

Energia sì, ma con giudizio.
Un manuale da portare in tasca o in borsa. Questo «Manuale di sopravvivenza energetica» del divulgatore cagliaritano Andrea Mameli, ricercatore al Crs4, affronta tutti i problemi concreti legati alla vita quotidiana e al consumo energetico. Cercando di andare anche un po’ oltre, sui temi generali della difesa del pianeta. Ma soprattutto spiega come funziona la bolletta bioraria, quando conviene il solare termico e quando invece i pannelli fotovoltaici, quali sono le lampadine più risparmiose e come funzionano le batterie ricaricabili. Non solo: Andrea Mameli parla di rifiuti, per esempio attraverso la descrizione del funzionamento di una compostiera. E di cucina confrontando forni solari, elettrici e a microoonde. Insomma: l’orma che ciascuno di noi lascia sul pianeta Terra attraverso i suoi atti quotidiani. E qualche consiglio per imparare a ridurre la profondità di quell’orma. A vivere con maggiore leggerezza.