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Disegnare la vita. Gianfranco Zavalloni e l'eredità creativa.

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Gianfranco Zavalloni ha seminato molto, in vita. E continua a farlo con i disegni (bellissimi) che ha sparso ovunque, con quello che ha detto e scritto (temi importanti, sempre toccati con delicatezza e con il sorriso), con la fitta rete di rapporti che aveva innescato, in giro per il mondo (e anche questo bisogna saperlo fare). Anche il web ci aiuta a non dimenticare e ci fornisce approfondimenti di rilievo, come questo: I diritti naturali dei bambini di Gianfranco Zavalloni . Ma ora la memoria rivive anche in un libro: Disegnare la vita, i mondi di Gianfranco Zavalloni (Fulmino Edizioni, Rimini, 2013, 155 pagine, 12 euro). Ne ho avuto una copia dal comune amico Daniele Barbieri e sto leggendo le testimonianze di alcune delle persone che hanno conosciuto Gianfranco. Da queste pagine emerge con chiarezza una dote di Gianfranco Zavalloni, quella di far germogliare le amicizie mettendo in contatto le persone, con rara sensibilità. E quelle pagine parlano del suo progetto di conserv...

Giochi, giocattoli e diritti. Ricordando Gianfranco Zavalloni.

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La mostra “Un mondo, 10 giocattoli, 1000 combinazioni” è un modo per ricordare uno straordinario educatore, formatore e artista: Gianfranco Zavalloni . Dedicata ai 10 giocattoli "universali", tra i più usati dai bambini di tutto il mondo, la mostra mette in evidenza anche le differenze tra costruire un giocattolo e comprarlo. La mostra, promossa da CEM mondialità, sarà aperta dal 10 al 20 Dicembre (ingresso libero dalle 16:30 alle 18:30; apertura dedicata alle scuole: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 15,30) al Centro del Gioco e del Giocattolo di Ponteranica (BG) in via Papa Giovanni XXIII. Il 15 Dicembre: lettura della "Carta dei diritti naturali dei bambini" , interverranno la pedagogista Sigrid Loos il maestro giocattolaio Roberto Papetti e . Modera Nadia Savoldelli. A seguire sue seminari interattivi: "Manualità creativa e costruzione del giocattolo" (Roberto Papetti) e "Cosa mette in gioco il gioco" (Sigrid Loos).   Una telefo...

"Piccolo è bello, ovvero l'attualità delle tecnologie appropriate" (G. Zavalloni, 2011)

"Oggi, proporre la filosofia delle tecnologie appropriate significa impegnarsi a realizzare un mondo in cui gli esseri umani lottano per un'esistenza migliore, intesa come incremento delle potenzialità creative dei singoli popoli, in un rapporto equilibrato fra ambiente naturale e realtà modificata dall'uomo." "Le tecnlogie appropriate, quindi, presuppongono un tipo di società diversa da quella attuale. Una società che punta sul decentramento a livello locale e regionale, che basa la politica sulla partecipazione diretta e di base, che ritrova il senso del vicinato e dei rapporti conviviali tra le persone, he vede la terra come un bene comune da salvaguardare e non solo come una risorsa da sfruttare, che tiene conto delle culture locali e delle tradizioni di ogni popolo". Gianfranco Zavalloni Tratto dalla postfazione al libro Manuale di sopravvivenza energetica (Scienza Express, 2011)

Una telefonata che non volevo ricevere. "Si è spento Gianfranco Zavalloni"

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Lo odio il telefono, quando mi porta brutte notizie. Lo odio quando dall'altra parte c'è un amico che mi annuncia la morte di una persona cara. Mi è successo pochi minuti fa, ma ho già visto che altri avevano tentato inutilmente di chiamarmi, forse per darmi il medesimo triste annuncio. E' morto Gianfranco Zavalloni. Ricordo Gianfranco come una persona di enorme apertura mentale, di squisita generosità e dotato di grande creatività. Una creatività che esprimeva con disegni a mio avviso splendidi. Disegni con i quali forse Gianfranco faceva il verso a Pieter Bruegel il Vecchio, intricati com'erano, ma luminosi e allegri, pieni di vita. Ci siamo conosciuti quando eravamo impegnati nel volontariato educativo, con gli scout dell'Agesci e lo ricordo per la sua ricchezza interiore: una persona sincera e trasparente. Credeva in quello che faceva, credeva nella forza dell'educazione e nella potenza della nonviolenza. Mi ha lasciato tanto e non solo a me: "un ...