Un padre che inventa storie è più reale. Come in "Famiglia all'improvviso - Istruzioni non incluse"

Un film sulla gioia di vivere, sulle responsabilità che la vita ci pone davanti alla nostra strada, sulla morte, sull'amicizia, sulle scelte che hanno conseguenze, sui talenti che una persona possiede (a volte del tutto ignara). Ma anche un racconto di formazione che parte con un Omar Sy (Samuel) bambino, poi ce lo mostra alla fine del film maturo, ma mai banale e mai noioso, e lo fa intersecare con la crescita di Gloria (una strabiliante Cloria Colston, mamma francesce e padre nordamericano, un volto che rivedremo di sicuro sul grande schermo).  
Famiglia all'improvviso - Istruzioni non incluse è questo e altro, grazie alla bravura degli interpreti e alla capacità del regista (Hugo Gélin) di alternare una prima parte, comico-brillante, con la seconda, decisamente drammatica, quasi senza peso.
Il questo film uno degli aspetti che più mi hanno colpito è il ruolo del padre che inventa storie. Qui per creare un mondo parallelo con l'obiettivo di giustificare l'assenza della mamma. Mi sono subito ritornati in mente Roberto Benigni che protegge il figlio dall'orrore nazista della Shoah e dalla complicità fascista che inventò le leggi razziali (La vita è bella, 1997) e il capolavoro di Gabriele Muccino La ricerca della felicità (2006) in cui Will Smith trasforma, con la forza delle parole, il bagno di una metropolitana in una grotta nella quale difendersi dai dinosauri. Un padre che inventa storie, talvolta, è anche più reale di uno che si attiene solo alla realtà dei fatti, anche perché "la realtà dei fatti" è tutto fuorché raccontabile.
La ricerca della felicità sembra richiamare a sua volta Ladri di biciclette (1948) in cui la ricerca della bicicletta diventa una metafora del tentativo di uscire dalla condizione di povertà, anche se qui il bambino non ha un padre che racconta storie ma gli mostra senza filtri tutta la sua debolezza.



Famiglia all'improvviso in Francia è uscito con un titolo completamente diverso: Demain tout commence, in riferimento alla frase con cui il film si chiude, aprendo (o riaprendo) finestre verso il futuro. In questo il film di Hugo Gélin è anche un film che esorta a non aver paura: "Chi ha paura di qualcosa dà a questa paura un potere immenso; è come un animale, che può essere addomesticato o ucciderti".



Una nota sul sottotitolo in italiano (Istruzioni non incluse). In questo caso il riferimento è al titolo della pellicola alla quale Hugo Gélin si è largamente ispirato: No se aceptan devoluciones (Mexico, 2013, regia di Eugenio Derbez).
Perché, in fondo, nessun genitore riceve il manuale di istruzioni per fare il padre o la madre.


Andrea Mameli, blog Linguaggio Macchina, 5 Agosto 2018

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