Un viaggio verso l'ignoto e la scoperta del proprio ruolo nel mondo nel romanzo di Giacomo Mameli Hotel Nord America

Mesi fa ho letto avidamente due libri: "La ghianda e una ciliegia" (CUEC, 2005) e "La chiave dello zucchero" (Il Maestrale, 2019). Ci ho trovato le storie di chi è sopravvissuto alla seconda guerra mondiale, raccontate da Giacomo Mameli. Storie incredibili, ma vere, che mostrano l'orrore della guerra e insieme la capacità delle persone di sapersi districare in mezzo anche al più immane disastro.

Giorni fa ho divorato "Hotel Nord America" (Il Maestrale, 2020). Qui la storia è raccontata in prima persona da una sola persona. Ma il risultato non è meno intenso degli altri due volumi. Anzi, questa storia di una levatrice "spedita in Sardegna", ha qualcosa di molto significativo. In un tempo e in luoghi in cui la mortalità infantile era molto elevata, l'arrivo di Ida Naldini a Perdasdefogu ha qualcosa di salvifico. Ma questo viaggio verso l'ignoto e la scoperta di un proprio ruolo nel mondo (non a caso nel delicato compito di aiutare le nascite) sono caratteri di grande potenza, quasi senza luogo e senza tempo. Non è (solo) una storia della Sardegna e dell'Italia di quel tempo: è una storia universale. 

Ovviamente c'è tutta la bravura di Giacomo Mameli nel fare in modo che la storia possa girare bene: c'è una storia forte, ma senza una magistrale narrazione a sostenerla non si reggerebbe. Ma c'è anche il fatto (che esce dal romanzo per farsi vero) che la storia di questa coraggiosa ostetrica toscano-campana è autentica. Certo, Hotel Nord America è un romanzo, ma a volte il vero può sembrare più romanzato del vero. Come la storia dell'albergo, che ha originato il titolo del libro, in cui le ospiti arrivate dal Continente ignoravano che normalmente vi si svolgessero le attività tipiche del bordello (e invece gli uomini, tenuti a bada dai Carabinieri, lo sapevano bene). O l'episodio del parto della moglie del pastore (analfabeta ma con i figli che si chiamavano Enea, Grazia, Omero, Virgilio) raggiunta con elicottero e campagnola può sembrare assurda e invece si basa su un fatto vero. 

Questo lavoro di Giacomo Mameli è stato premiato come Libro del giorno di Fahrenheit il 30 luglio 2020 e il mese scorso ha vinto il Premio FiuggiStoria XI edizione (sezione Diari, Epistolari & Memorie) a cura della Fondazione Levi Pelloni. A questo punto immagino una bella sceneggiatura e un film. Sarebbe una grande sfida.

Andrea Mameli, Linguaggio Macchina, 19 Gennaio 2021

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