21 aprile 2006

Immagini d’autore per fissare il Big Bang. Antonio Saba fotografo ufficiale del progetto Alice al Cern di Ginevra (L'Unione Sarda, 21 aprile 2006)

Immagini d’autore per fissare il Big Bang

Il cammino percorso dalla Fisica, in poco più di un secolo di scoperte e formulazioni teoriche, è stato semplicemente spettacolare. Ma per raccontare la scienza, specie quando ci si allontana dall’intuizione e dal buonsenso, come accade appunto con le dimensioni e le velocità distanti dalla percezione umana, c’è sempre più bisogno di immagini. E la stessa realizzazione degli apparati per la rivelazione delle particelle acquista dignità di soggetto da riprendere. Per questo il CERN (Centro Europeo di Ricerche Nucleari) di Ginevra, si affida a fotografi professionisti per riprendere tutte le fasi dell’installazione degli esperimenti. Nel caso di ALICE (A Large Ion Collider Experiment), uno dei più grossi apparati in costruzione, l’incarico di fotografo ufficiale è stato assegnato da una commissione internazionale al cagliaritano Antonio Saba. «Sono molto orgoglioso - spiega Saba - perché significa aver raggiunto un notevole livello di eccellenza nella fotografia industriale e applicata alla scienza e alla tecnologia». 
Cosa comporterà questo impegno? 
«Dovrò seguire l’installazione delle strutture e di rivelatori di particelle, in costruzione a Ginevra, Cagliari e Bologna». Tutti soggetti fotogenici? «Saranno facili da riprendere solo i grandi impianti, mentre sarà più complesso spettacolarizzare e rendere visibili particolari importanti ma di dimensioni ridotte».
Come la piccola Alice, nata dalla penna di Lewis Carroll, esplora il Paese delle meraviglie, questo ambizioso progetto del CERN ci porterà a scoprire l’affascinante stato di creazione dell’universo, provando a riprodurre in miniatura la grande esplosione primordiale: il Big Bang. Nel sottosuolo di Ginevra, dentro un anello lungo 27 km, si sta costruendo il più grande acceleratore di particelle del mondo (LHC: Large Hadron Collider). Al suo interno verranno accelerati e fatti urtare nuclei di atomi di piombo, scelti tra i più pesanti a disposizione con i loro 208 nucleoni (neutroni e protoni), ad energie elevatissime, mai raggiunte prima d’ora in un acceleratore. Quando l’urto avviene frontalmente i nuclei vengono compressi creando una palla di fuoco nella quale si raggiungono temperature di migliaia di miliardi di gradi (molto superiori a quelle del centro del sole). Si suppone che in queste condizioni i neutroni e i protoni si sciolgano e le particelle che li compongono, i quark, e quelle che li legano, i gluoni, si muovano liberamente dando origine al plasma di quark e gluoni. L’osservazione sperimentale di questo stato della materia fornirebbe un’ulteriore prova della validità delle teorie più accreditate sulla costituzione dell’infinitamente piccolo. Questo plasma è lo stesso che si sarebbe formato pochi milionesimi di secondo dopo il Big Bang, probabilmente analogo a quello che si ritrova nelle stelle di neutroni.
L’esperimento ALICE è costituito da una struttura complessa di rivelatori di particelle costruiti per analizzare, con la massima accuratezza, le collisioni tra i nuclei di piombo che avvengono nell’acceleratore. Questi urti si ripetono 1.000 volte al secondo, producendo ciascuno molte migliaia di tracce che verranno immagazzinate nei computer per essere poi analizzate. All’enorme impresa partecipano più di 1.000 fisici provenienti da 29 Paesi tra i quali l’Italia. Un contributo significativo viene fornito dal gruppo di Cagliari dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e del Dipartimento di Fisica dell’Università di Cagliari. Il gruppo, guidato da Sergio Serci, è formato da altri tre universitari (Giovanna Puddu, Gianluca Usai, Alessandro De Falco) e due ricercatori INFN (Corrado Cicalò e Alberto Masoni).
«Siamo coinvolti nel progetto da otto anni - spiega Cicalò - e collaboriamo alla costruzione di due sistemi di rivelatori in stretta collaborazione con gruppi di altri Paesi europei. Dopo una lunga fase di progettazione questi moduli sono stati assemblati ed è ora in corso la loro installazione al CERN nella caverna che ospita ALICE. Una parte del gruppo si occupa anche dello sviluppo di componenti elettronici creati appositamente per l’esperimento, e un’altra contribuirà all’analisi dei dati». 

Andrea Mameli
L'Unione Sarda, 21 aprile 2006. Cultura - Pagina 42 



19 aprile 2006

20 aprile 2006: nasce Matefitness

Matefitness, la prima "Palestra della Matematica", è uno spazio dedicato a un pubblico di tutte le età per far scoprire quanto la matematica sia utile e divertente nel quotidiano, attraverso giochi, esperimenti e numerose attività interattive. Matefitness è a Genova (Palazzo Ducale) dal 20 Aprile al 30 Luglio 2006.

18 aprile 2006

2006: anno della desertificazione


L'ONU (che combatte questa battaglia dal 1994) ha dichiarato il 2006 l'anno dei deserti in quanto siccità e desertificazione minacciano la sopravvivenza di quasi 2 miliardi di persone. Attualmente le regioni aride e semi-aride del pianeta rappresentano quasi il 40% della superficie emersa della Terra (5,2 miliardi di ettari) e da dati dell'Unep (United nations environmental programme) risulta che il 70% dei circa 5 miliardi di ettari utilizzati in agricoltura in aree semi aride o adiacenti ai deserti è già degradato sta rischiando la desertificazione.
L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (Food and Agriculture Organization of the United Nations - FAO) sottolinea che negli ultimi 50 anni le regioni aride o semi-aride dei paesi in via di sviluppo (1,2 miliardi di ettari: un'area grande quanto Cina e India messe assieme) hanno subito un deterioramento delle condizioni del suolo e prevede che per tenere il passo con la crescita demografica la produzione alimentare mondiale, nei prossimi venti anni, dovrà crescere di oltre il 75%.
L'Europa non è immune dal problema: si calcola che il 65% delle aree agricole aride, semi-aride e subumide siano già colpite. Inoltre nel nostro continente, tra il 1900 e il 1970, le aree degradate sono cresciute in Europa del 40%, soprattutto a causa di uno sfruttamento irrazionale delle aree a clima sub-arido come le pratiche agricole irrazionali, il sovrapascolamento, la deforestazione, gli incendi e i processi di urbanizzazione ne hanno successivamente quadruplicato l'estensione (Drò, 1992). L'intensificarsi delle attività umane ha avuto, inoltre, come effetto la diminuzione della resilienza degli ecosistemi delle terre aride.
Dal 29 maggio al primo giugno si terrà a Beijing (Cina) la Conferenza Internazinoale sul tema Donna e Desertificazione

25 aprile 2006: Chernobyl 20 anni dopo


Secondo il Forum di Chernobyl (costituito da due organizzazioni internazionali: IAEA e OMS e tre stati indipendenti: Bielorussia, Russia, Ucraina) - che in questi giorni pubblica il Rapporto 2003-2005 - le vittime accertate della catastrofica esplosione del reattore dell'unità 4 della centrale di Chernobyl del 25 aprile 1986 sono limitate a 58 morti.
Secondo previsioni (basate su studi epidemiologici) nei prossimi 10 potrebbero morire circa 10 mila persone per tumori causati dalle radiazioni.