30 dicembre 2008

Piscialluau, la trota sarda e la biodiversità. Un libro per capire.

Piscialluau Ecco in un libro i pesci sardi di acqua dolce
L’area di utilizzo di proverbi e modi di dire, a volte, può fornire informazioni interessanti. Prendiamo l’espressione "Piscialluau" diffusa in tutta l’isola secondo Max Leopold Wagner: «Alluare – scriveva il linguista tedesco nel Dizionario Etimologico Sardo – vale, oltre "stordire i pesci con l’euforbia" anche "rendere stupido", e alluau è una persona stupida, sciocca».
Ora, se la pratica della pesca di frodo per stordimento dei pesci con l’euforbia ha avuto, nei secoli passati, una notevole diffusione, come l’eco di quel Piscialluau sembra volerci trasmettere, allora una delle cause del rischio di estinzione della trota sarda andrebbe ricercata in questa barbara usanza. La trota sarda (Salmo trutta macrostigma) è al centro di un progetto di salvaguardia, a cura del Dipartimento di biologia ed ecologia animale dell’Università di Cagliari e dell’Ente Foreste della Sardegna, che rientra nel programma europeo "Countdown 2010": fermare la perdita di biodiversità entro il 2010. Le altre specie oggetto di tutela in Sardegna sono il grifone (Gyps fulvus), il cervo sardo (Cervus elaphus corsicanus), il gipeto (Gypaetus barbatus) e il daino (Dama dama-Daino).
Un libro ci aiuta a capire l’importanza della biodiversità legata alle acque interne isolane: Pesci d'acqua dolce della Sardegna (aisara, 2008, 96 pagine, 12 euro). Gli autori sono quattro biologi accomunati dalla passione per gli abitanti dei mari, degli stagni e soprattutto dei laghi e dei fiumi: Angelo Cau, Gabriele Conti, Gabriele Loddo, Paolo Massidda. Il volume risponde con chiarezza alle domande fondamentali: cosa è un pesce? Che differenza c’è tra l’acqua salata e l’acqua dolce per la respirazione branchiale? Come si dividono i pesci d’acqua dolce tra zone a salinità differente? Il cuore del volume sono le schede sulle specie ittiche presenti nelle acque interne della Sardegna: per ciascuna delle 20 specie (compreso lo Storione per il quale sono riportate alcune rare catture) ogni scheda fornisce la descrizione, le aree di diffusione, le note sulle limitazioni alla pesca (per la trota sarda vige il divieto assoluto dal 1995) e i disegni. L’ultimo aspetto svela il pregio delle illustrazioni ad acquerello di Paolo Massidda. Come ha scritto su Nature il 6 marzo 2003 Frank Ippolito, illustratore del Museo di storia naturale di New York: le figure sono "arte al servizio della scienza". E in un volume divulgativo pensato per descrivere creature che non tutti hanno il piacere di ammirare dal vivo, il ruolo delle immagini è fondamentale.
Il libro ha poi il pregio di affrontare la tematica in maniera aperta: il biologo tende la mano ai pescatori sportivi. «Questo libro – scrive l’antropologo Giulio Angioni nella presentazione – dà un suo contributo ittologico serio e adatto a ogni possibile lettore. È quindi un encomiabile contributo settoriale anche a poter decidere comportamenti oggi più a ragion veduta su questi modi antichi quanto l’uomo di rapportarsi produttivamente e ludicamente alla fauna non allevata e alla flora non coltivata».
E forse, aggiungiamo noi, il percorso sarà compiuto quando leggeremo qualche bel racconto ambientato nei luoghi in cui la trota sarda ha diritto di vivere ancora a lungo. Come seppe fare Mario Albertarelli per fiumi e ruscelli del nord ovest con il romanzo L’amo e la lenza, capolavoro di prosa alieutica.
ANDREA MAMELI

29 dicembre 2008

Brain processing of speech sounds is different in some Southern English speakers

Rice University study focuses on merged vowel sounds in different dialects
When Rice University alumna Brianna Conrey was in third grade in Stillwater, Okla., she misspelled "pen" on a test because her teacher unknowingly pronounced it "pin." At the time, Conrey never would have guessed that she would write a senior thesis in college about the brain activity that takes place in people who don't distinguish between similar-sounding words like "pin" and "pen." Nor would she have guessed that her thesis would get published several years later in the journal Brain and Language.
While working on a B.A. in linguistics at Rice, Conrey wanted to study the variation in spoken American English in certain regions of the U.S. "I lived in a lot of different areas of the country as a kid and was exposed to many different ways of talking, so this topic was really fascinating," Conrey said. "We know from sociolinguistics - the study of language variation and change - that a great deal of phonetic variation occurs even within a single language."
[COMPLETE ARTICLE]

Don't let It Bring you Down (Neil Young, 1971)


Old man lying by the side of the road
With the lorries rolling by,
Blue moon sinking from the weight of the load
And the building scrape the sky,
Cold wind ripping down the allay at dawn
And the morning paper flies,
Dead man lying by the side of the road
With the daylight in his eyes.

Don't let it bring you down
It's only castles burning,
Find someone who's turning
And you will come around.

Blind man running through the light of the night
With an answer in his hand,
Come on down to the river of sight
And you can really understand,
Red lights flashing through the window in the rain,
Can you hear the sirens moan?
White cane lying in a gutter in the lane,
If you're walking home alone.

Don't let it bring you down
It's only castles burning,
Just find someone who's turning
And you will come around.

Don't let it bring you down
It's only castles burning,
Just find someone who's turning
And you will come around.

BBC TV STUDIOS LONDON 23rd FEBUARY 1971
Taken from the album After the Goldrush