31 dicembre 2010

Bindi "Jungle Girl" Irwin sulle orme del padre Steve (Crocodile Hunter)

Bindi Irwin Seguiva il padre, Steve "Crocodile Hunter" Irwin, nelle sue spettacolari imprese a contatto con serpenti e coccodrilli (imprese che gli sono costate la vita: il 4 settembre 2006 è rimasto ucciso durante un incontro ravvicinato con una razza). Oggi Bindi Irwin ha 10 anni. Nel 2007 ha iniziato a condurre un documentario naturalistico per bambini per Discovery Kids: Bindi the Jungle Girl. La seconda serie del programma è stata prodotta dopo la morte di Steve.

30 dicembre 2010

Piccoli scienziati crescono

Blackawton La notizia è questa: venticinque bambini di 8, 9 e 10 anni della scuola elementare di Blackawton (Inghilterra) firmano un articolo per Biology Letters (rivista scientifica “peer-review” della Royal Society) insieme a un neuroscienziato del London University College.
Oggetto dello studio (intitolato “Blackawton bees”): il bombo e le sue capacità visive. Attraverso l'osservazione, la raccolta dei dati, la sperimentazione e la formulazione di spiegazioni, i bambini hanno sperimentato il metodo scientifico, hanno imparato e si sono divertiti.
"Abbiamo scoperto - spiegano i bambini nel paper, pubblicato il 22 dicembre - che i bombi possono usare una combinazione di colori e di relazioni spaziali per decidere il colore del fiore da raggiungere. Abbiamo anche scoperto he la scienza è divertente e simpatica perché permette di fare cose che nessuno ha mai fatto prima".
Ovviamente qui non si tratta di far crescere dei piccoli scienziati. Ma di allevare la capacità di credere nelle proprie forze e di imparare a scoprire i meccanismi che regolano il mondo. Scusate se è poco.
Per me è la notizia del 2010.
Andrea Mameli, Cagliari, 30 dicembre 2010 (linguaggiomacchina.it)

A new study published in Biology Letters represents a world first for scientific publishing

blackawton

29 dicembre 2010

Bambini lanciano nello spazio una patata vestita da Babbo Natale

patata nello spazio ptata spazio Landscove I bambini di una scuola elementare inglese (Landscove, Devon) hanno travestito una patata da Babbo Natale, l'hanno inserita in un piccolo "shuttle" costruito con una bottiglia di plastica da due litri e altri materiali poveri, hanno poi collegato la slitta-razzo (chiamata Spudnik2) a un pallone gonfiato con elio. Per documentare l'impresa i bambini hanno collocato una una piccola telecamera accanto allo Spudnik2. L'impresa non consisteva nel raggiungere lo spazio vero e proprio (80 mila metri di quota): 27 mila sono stati più che sufficienti. La Spudnik2 è ridisceso a terra con un paracadute e circa 200 chilometri dal punto del lancio. Un'esperienza di tutto rispetto. Potato launched into space (The Telegraph, Tuesday 28 December 2010).

28 dicembre 2010

Macchina quantistica e cellule sintetiche il top della ricerca 2010 (L'Unione Sarda, 28 dicembre 2010)

macchina quantistica Dal 1996 la rivista Science stila la classifica delle scoperte più importanti: “Breakthrough of the Year”. Il primo anno la scelta cadde sulle ricerche dedicate alla comprensione dell'HIV, nel 1997 fu la volta della pecora Dolly, nel 2000 toccò al sequenziamento del genoma umano e nel 2004 all'acqua su Marte. Per il 2010 la scelta è caduta sulla prima “macchina quantistica”. Di cosa si tratta? Fino a oggi il comportamento degli oggetti realizzati da mani umane è sempre stato quello previsto dalle leggi della fisica newtoniana. In altre parole tutto ciè che è visibile rispetta fedelmente la meccanica classica. Ma sul numero di marzo di Nature è comparso un articolo firmato da un gruppo di fisici dell'Università della California di Santa Barbara, in cui si descrive l'esperimento che apre un nuovo scenario di ricerca. I ricercatori hanno costruito una piccola asta piezoelettrica, in grado quindi di cambiare forma e spessore quando attraversata da correnti elettriche. L'asticella, lunga appena 30 micrometri (metà dello spessore di un capello) è stata battezzata “quantum drum": si comporta come un piccolo oscillatore meccanico e vibra con le microonde. Hanno poi costruito un minuscolo anello di materiale superconduttore, il "qubit di fase" (qubit è un termine utilizzato per i transistor dei computer quantistici) in grado di assumere due livelli possibili di energia: uno basso e uno alto. Stuzzicando il circuito con le microonde i fisici californiani sono riusciti a trasferire dei quanti di energia dal qubit all’oscillatore e viceversa e quando raffreddato in prossimità dello zero assoluto (temperature vicine ai 273°C sotto zero) il sistema risponde alle previsioni dalla meccanica quantistica: le oscillazioni non hanno stati intermedi. In un ulteriore esperimento gli scienziati hanno trovato ulteriori conferme alla natura quantistica del fenomeno: nello stesso istante il sistema può essere visto fermo e in movimento. Il qubit e l'asticciola piezoelettrica hanno svolto il compito affidato al gatto di Schrödinger nel celebre esperimento mentale del 1935. Ma l'importanza dell'esperimento di Santa Barbara non si ferma al, pur significativo, valore concettuale: gli stessi fisici che sembrano compiere giochi bizzarri sono impegnati nella costruzione dei calcolatori quantistici. La nuova frontiera dei supercomputer si sposta, come previsto nel 1982 dal Nobel per la Fisica Richard Feynman, verso la frontiera tra il mondo del visibile e quello subatomico. Dietro la macchina quantistica troviamo la biologia sintetica, con la prima cellula creata in laboratorio. Su Science di maggio il pioniere della “vita artificiale”, Craig Venter, ha annunciato il trasferimento di un patrimonio genetico sintetico dentro una cellula batterica privata del proprio Dna. Lo scopo? Generare alghe adatte alla produzione di biocarburanti. Al terzo posto il primo sequenziamento del Dna nucleare dell'uomo di Neandertal, poi altre scoperte legate alla genomica e alla fisica quantistica e alle origini delle malattie rare. Science non avanza previsioni per il 2011 ma è ragionevole pensare che la parte del leone la faranno ancora una volta le scoperte genomiche e la fisica quantistica. Sempre che dal CERN di Ginevra non giunga qualche grossa sorpresa scientifica. LHC docet. 
ANDREA MAMELI 
(L'Unione Sarda, 28 dicembre 2010, pagina 37, Cultura)


27 dicembre 2010

In this house, we obey the laws of thermodynamics!

perpetualmachine simpson Homer: I'm worried about the kids, Homie. Lisa's becoming very obsessive. This morning, I caught her trying to dissect her own raincoat.
Marge: I know! And this perpetual motion machine she made today is a joke. It just keeps going faster and faster.
Homer: And Bart isn't doing very well, either. He needs boundaries and structure. There's something about flying a kite at night that's so unwholesome.
Bart: Hello, Mother Dear.
Homer: That's it! We have to get them back to school!
Marge: I'm with you, Marge. Lisa, get in here!
Robot 1: Hehehehe.
Marge: In this house, we obey the laws of thermodynamics!

Previsioni spaziali, da qui al 2040

space prevision
Space Predictions Through 2040 timeline created by Mielle Sullivan on Aug 5, 2008

26 dicembre 2010

Fare luce grazie alla luce.

Credit: Ed Ou/The New York Times Caricare un cellulare può essere un problema se non si è connessi alla rete elettrica. Credit: Ed Ou/The New York Times Ma può bastare un pannello solare, con annesso sistema di accumulo, per conferire l'energia elettrica che serve per usare il telefono e per illuminare la casa. A Kiptusuri, in Kenya, Sara Ruto era costretta a compiere un viaggio di complessive 4 ore per poter ricaricare la batteria del cellulare. Finché, come racconta Elisabeth Rosenthal sul New York Times del 24 dicembre, non ha acquistato un kit da 80 dollari con un bel pannello fotovoltaico e le batterie: Beyond fossil fuels. African Huts Far From the Grid Glow With Renewable Power.
Le Nazioni Unite stimano in un miliardo e mezzo la popolazione del pianeta priva di allaccio alla rete elettrica, compresi l'85% dei keniani. La soluzione ideale si sta rivelando essere proprio la generazione distribuita di energia (fotovoltaico per i bisogni elettrici e forni solari per il riscaldamento dell'acqua e la cucina).

Grazie a Giovanni Santoboni per la segnalazione dell'articolo del New York Times.
Andrea Mameli