04 maggio 2013

Esperienze di cucina solare a Cagliari (3 Maggio 2013)

Il 3 Maggio, dopo settimane di cielo nuvoloso, ho finalmente potuto utilizzare il mio fornello solare. Ho montato la mia parabola d'acciaio e alluminio Sungrill, acquistata insieme a Alexander Scano, dal Belgio, alla Fiera Internazionale della Sardegna per una dimostrazione pratica. Ma non era una sorpresa: ho visto questa parabola in azione il 22 Agosto 2012 (a Monte Claro) e conoscevo le sue caratteristiche. Così, in occasione dell'inaugurazione del Distretto di Democrazia Solare, ci siamo ritrovati con Alexander Scano accanto al Padigliorto della Fiera di Cagliari (grazie a "Architettura Fiera", al Polo Casa Verde Zero CO2) e abbiamo messo in azione i nostri fornelli Sungrill. Alex ha portato anche i suoi tre forni costruiti con legno, vetro, specchi e feltri naturali Edilana (ottenuti dalla lavorazione della lana di pecora sarda).

Un successone: nonostante gli iniziali capricci del sole siamo riusciti a cucinare ravioli, uova, salsiccia e crêpe.
Ecco alcune foto scattate il 3 Maggio:


L'impasto della crêpe sulla padella riscaldata con il sole.
La cottura della crêpe nel fornello solare.
La salsiccia in cottura solare.
Ho notato, tra le centinaia di persone che si avvicinavano incuriosite, un livello medio-alto di stupore, la necessità di capire "come funziona", una buona dose di confusione. E, immancabilmente, osservazioni come "ma se ci sono le nuvole non si mangia?"...
Allora mi sembra utile ricordare i vantaggi della cottura solare: nessuna emissione di CO2 durante l'utilizzo, nesuna emissione di fumo, nessuna produzione di fuliggine, nessun pericolo di fiamme libere, assenza di sostanze cancerogene (come quelle che si sviluppano con la cottura alla brace: idrocarburi policlinici aromatici e le amine eterocicliche).
100 Gradi centigradi per il forno di Alex Scano
 
Forni e fornelli solari alla Fiera Internazionale della Sardegna

Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 4 Maggio 2013
 
Cottura solare a Cagliari. Foto: Francesco Primavera
 

03 maggio 2013

I giganti di Mont'e Prama spigati da Marco Minoja con l'aiuto dei modelli digitali del CRS4

A cosa può servire un sistema di rappresentazione tridimensionale in un museo? Una dimostrazione esemplare è quella offerta dal Soprintendente per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano, Marco Minoia, di fronte al sistema interattivo di esplorazione e navigazione di modelli digitali ad alta risoluzione allestito dal gruppo Visual Computing del CRS4 alla Fiera Internazionale della Sardegna (fino al 6 Maggio 2013).


Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 3 Maggio 2013
Tecnologie di Visual Computing per i beni culturali (CRS4, Aprile-Maggio 2013)

02 maggio 2013

I guerrieri nuragici di Angela Demontis, dai disegni alla tv.

Con il suo libro “Il popolo di bronzo" (Condaghes, 2005) Angela Demontis ha ottenuto un meritato successo: quei disegni sembrano dare vita ai personaggi rappresentati nei bronzetti nuragici.
Intervistai Angela nel 2005 per il mensile Il Messaggero Sardo è mi colpì da un lato la sua immagine dei bronzetti nuragici come “scatti fotografici” dell’epoca e dall'altro la sua forte curiosità come ispiratrice principale: «Quando ero bambina e guardavo i bronzetti nuragici esposti al Museo di Cagliari già notavo le loro differenze, erano così strani, alcuni con vestiti molto eleganti e altri armati fino ai denti. Erano favolosi e con la fantasia tipica dei bambini me li immaginavo come un'intera popolazione trasformata in bronzo da un incantesimo.»


Ho intervistato di nuovo Angela Demontis, stavolta per Linguaggio Macchina.

Cosa sei andata a raccontare e a mostrare in tv?
«L’anno scorso scrissi una lunga lettera a Sveva Sagramola, la conduttrice di "Geo&Geo" su Rai3. In quattro pagine scritte a mano le raccontai tutto il mio percorso lavorativo del Popolo di Bronzo, la mia idea fin da bambina, dal libro alla mostra finanziata dalla Provincia di Cagliari. Le mandai anche le foto di tutte le ricostruzioni dei costumi nuragici che avevo fatto, dei disegni e dei modellini. Le spiegai la passione e la fatica che mi avevano portato a
cercare di ricostruire gli abiti dei nostri antenati studiando i bronzetti nuragici e le antiche tecniche artigianali, un piccolissimo tassello di Storia rivisitato dal punto di vista dell’artista. Un popolo, quello nuragico, che viene ancora poco pubblicizzato, la mia intenzione era proprio quella di far conoscere anche ai “continentali” l’eleganza e complessità dei nostri costruttori di torri. I Nuraghi, erano i monumenti più alti nel Mediterraneo, dopo le piramidi egizie. La civiltà nuragica era già grande molto prima che Roma nascesse. Sveva rimase colpita da quanto le avevo mandato e mi invitò personalmente a partecipare a "Geo&Geo" e a portare in studio, a Roma, "Il Popolo di Bronzo".»

Che accoglienza hai avuto?
«L’accoglienza è stata fantastica. Tutti, dalla regia, alla redazione, ai tecnici hanno ammirato e apprezzato gli oggetti che ho portato: scudi, spade, elmi, mantelli, disegni e modelli, e i tre personaggi completi di costume: il Capotribù di Uta, la Sciamana e l’Arciere di Teti. È stato divertente vedere in azione lo staff del programma mentre allestiva lo studio con tutti i miei pezzi e le stoffe di scenografia. Essendo Geo una trasmissione che seguo da casa tutti i giorni, questa volta ho potuto “gustarmi” il dietro le quinte e vedere all’opera la regia e i tecnici con telecamere da fantascienza. Tutti bravissimi e professionali. Sveva è una professionista fantastica, è esattamente come la si vede in tv dolce e calma, ti mette subito a tuo agio e decide al meglio come mettere in risalto le cose.»

Cosa vorresti fare ancora nel campo della divulgazione e ricostruzione storica?
«Mi piacerebbe davvero proseguire nel settore, attualmente sto sperimentando diverse materie: la tintura di filati e tessuti con le erbe spontanee sarde. Mi intriga scoprire come gli antichi riuscissero ad ottenere certe tinte molto intense; la lavorazione dell’argilla con gli strumenti antichi e devo dire che questo mi riesce molto semplice, essendo mia madre ceramista sono cresciuta nel mondo dell’argilla. Ma anche la tessitura: mi sono costruita da sola un piccolo telaio e provo le diverse tecniche. Insomma, sperimento un po’ di tutto e continuo anche nello scrivere i risultati degli “esperimenti”. Sto anche lavorando a un nuovo libro. Spero di riuscire a continuare nella divulgazione e ricostruzione, che per me vanno di pari passo, specialmente per fare qualcosa da trasmettere ai bambini. Penso sia molto importante far capire ai piccoli come si viveva nell’antichità, come le persone dovessero farsi da se i vestiti e ogni singolo attrezzo perché i negozi mica esistevano. Ogni oggetto costava impegno e fatica e se si rompeva non veniva buttato via ma si riparava. Vorrei fare tanto, le idee ci sono ma in questo periodo di crisi quello che manca sono gli appoggi finanziari alle iniziative culturali. Comunque, nel mio piccolo cerco di resistere e andare avanti.»
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 2 Maggio 2013

 

30 aprile 2013

Quando le finzioni superano le realtà. L'esperimento di Salvo Di Grazia.


Nel 1987 il Journal of Statistical Physics pubblicò un articolo (Diffusion in a periodic Lorentz Gas) in cui una delle firme era di un certo "Stronzo Bestiale".

Nel 2003 fu la volta del Journal of Vertebrate Paleontology, che conteneva un paper (Missing entry replacement data analysis: a replacement approach to dealing with missing data in Paleontological and total evidence data sets) in cui era citato il parametro "The MERDA value". 

Nel primo caso agli italiofoni un articolo con quella firma potrebbe sembrare inaccettabile, ma in fondo il processo di peer review, a garanzia d'imparzialità, analizza l'articolo in quanto tale senza badare al significato di un nome in una particolare lingua). Nel secondo caso MERDA non è altro che l'acronimo di "Missing Entry ReplacementData Analysis" e ricadiamo pienamente all'interno del dominio scientifico. La finzione, se c'è, non è nella sostanza.

Recentemente, allo scopo di misurare le capacità di controllo dei processi di revisione dei congressi, il medico e blogger (MedBunker) Salvo Di Grazia ha provato a forzare la mano. E, come lui stesso spiega in Scienza, finti congressi e cattivo giornalismo (Il Fatto Scienza, 20 Aprile 2013), l'esperimento è andato a buon fine. "M’inventai un nome (Prof. Massimo Della Serietà), dei collaboratori (dottori Fasullo, Tarocco e Cetriolone) e un improbabile studio sull’uso del cetriolo endovaginale come cura per tutte le malattie, anche inventate. Neanche a dirlo arrivarono insistenti messaggi d’invito al congresso, il “prestigioso comitato scientifico” aveva accettato il mio studio sul cetriolo".

Ma non finisce qui: Salvo Di Grazia è riuscito a farsi accettare un articolo scientifico dal titolo The "Sbudella method" a new, effective way to treat people with hole on the stomach con le firme: M. Della Serietà, A. Salsiccia, I. Melone, L.A. Frittata. Affiliazione: R. Siffredi Foundation, Italy. Ma l'aspetto più grottesco è nel contenuto della pubblicazione scientifica.

Vediamo se la riconoscete:

Methods: Bring a large pot of salted water to a boil. Cook bacon in a heavy skillet until crisp. Remove bacon from pan and drain on paper towels. Set bacon aside. Set skillet aside; do not rinse or wash.

Cook the pasta as directed on package. Meanwhile, combine the egg yolks, half the Parmesan cheese, nutmeg, and pepper in a medium bowl and beat until well blended.

When the pasta is cooked, drain, reserving about 1/3 cup cooking water, and immediately add to the skillet with the bacon drippings. Place over low heat and toss for 1 minute, scraping the pan with tongs to loosen pan drippings.
Stir in the egg mixture and toss thoroughly until combined. Add pasta cooking water as needed until a creamy sauce forms. Add the bacon and remaining cheese and toss again to coat. Serve immediately.

Esatto: è la ricetta della pasta alla Carbonara!

Risultato finale dell'esperimento, dal blog di Salvo Di Grazia

L'intento di Salvo Di Grazia non era quello di denigrare il mondo scientifico e l'istituto della revisione tra pari, quanto invece denunciare la facilità con la quale le false teorie possono riuscire a far breccia nel grande pubblico e conquistare credibilità senza merito.
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 30 Aprile 2013

28 aprile 2013

Il fascino della tecnologia con il gruppo Visual Computing del CRS4 alla Fiera di Cagliari

Quest'anno alla Fiera Internazionale della Sardegna c'è qualcosa di diverso dal solito. C'è la postazione interattiva messa a disposizione dal gruppo Visual Computing del CRS4 (in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano e l'Azienda Speciale Fiera Internazionale della Sardegna).
Perché diverso dal solito? Ma perché dietro questa postazione, fatta di potenza di calcolo, di schermi sofisticati e di persone preparatissime, c'è un lavoro di ricerca di anni, c'è la partecipazione a conferenze internazionali e a sperimentazioni di altissimo livello. E ci sono soluzioni tecnologiche avanzatissime, roba che è rarissimo vedere tutta insieme. Ecco perché le persone che si avvicinano allo spazio gestito dal CRS4 alla Fiera di Cagliari restano sorprese favorevolmente.
E non solo per le ricostruzioni diigitali del complesso statuario di Mont'e Prama.
Io una spiegazione ce l'ho: a parte l'estrema disponibilità dimostrata dai miei colleghi secondo me è questo scoprire cosa c'è dietro la tecnologia più raffinata, questo aprire il giocattolo e vedere, con una guida esperta, cosa c'è dentro, a provocare la sorpresa più forte.
Suggerisco, a chi ne ha la possibilità, di cogliere questa rara occasione: fino al 6 Maggio nel Padiglione D (Sala Tola Sulis). E se avete qualche commento non esitate a postarlo nel blog o scrivetemi direttamente: mi interessano molto le opinioni in merito al nostro rapporto con la tecnologia.


Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 28 Aprile 2013

Acqua: molecola trasformista. La scienza a fumetti della Quarta B di Bancali.

La Quarta B del 1° circolo didattico di Sassari (Bancali) ha colto la stupefacente varietà della molecola d'acqua e ha trovato nel fumetto lo strumento più adatto a comunicarla. Ma sarebbe probabilmente rimasta appesa a una parete, esercitando il suo valore educativo (e comunicativo) solo all'interno dell'ambiente classe.
Nino Martino, attraverso il suo (ottimo) blog La Natura delle Cose ha strappato questa ricerca da quella parete e l'ha offerta alla nostra vista. E non solo perché i disegni sono carini: "E' possibile - scrive Nino Martino nel post La ricaduta nelle classi: le stupefacenti trasformazioni di una molecola d'acqua - trattare a livello della scuola primaria l'argomento dei cambiamenti di stato dell'acqua? L'idea che che le cose possano trasformarsi continuamente pur mantenendo una sorta di identità ci era sembrata durante il corso, una idea fondamentale da trattare ai diversi livelli in un curricolo verticale." 

Complimenti ai bambini di Bancali. E grazie a Nino Martino. Ma, come sempre, non dobbiamo fermarci solo a quello che vediamo: "La cosa interessante dal punto di vista didattico - spiega ancora Nino Martino - è che questa non è la prima versione"... Si era scoperto un errore nel fumetto ("la condensazione non può avvenire con una singola molecola, è frutto di un comportamento collettivo delle molecole" e ciò ha comportato la revisione del finale della storia"). Con conseguenze didattiche notevoli: constatare, capire, rimettere a posto il fumetto, decidere insieme che quella è la versione definitiva... Io vedo, in questo, la metafora del percorso scientifico, fatta di prove e osservazioni, di errori e deduzioni. Ma anche di umili e doverose revisioni, grazie alle quali, è certo, la memoria dell'esercizio di apprendimento collettivo sarà indelebile. E scusate se è poco.
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 28 Aprile 2013