13 luglio 2013

Giovanni Re e l'artigianato tecnologico: trasformare la passione del fare.


Giovanni Re (artigiano tecnologico) al Primo salone dell'innovazione in Sardegna (Sinnova) ha un'idea chiara in mente: trasformare la passione del fare e spiegarlo agli altri, a qualsiasti età. Facendo.
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 13 Luglio 2013
P.S. Intervistato da Riccardo Luna, nelle battute conclusive del salone, Giovanni Re ha citato un altro grande maker italiano, Massimo Banzi (il padre di Arduino): «quando una tecnologia arriva in cucina allora significa che è pronta per grande pubblico».
Sul tema:

12 luglio 2013

Science: il CRS4 contribuisce al successo della terapia genica per la leucodistrofia metacromatica e la sindrome di Wiskott-Aldrich

L’11 luglio Science Express, il servizio di pubblicazione telematica anticipata della rivista Science, ha pubblicato due studi condotti dai ricercatori dell’Istituto Telethon per la Terapia Genica (TIGET) di Milano, guidati da Luigi Naldini.
I lavori mostrano che la terapia genica tramite vettori derivati dal virus HIV è efficace nel trattamento di due gravi malattie genetiche finora considerate incurabili, la leucodistrofia metacromatica (MLD) e la sindrome di Wiskott-Aldrich (WAS).
Il CRS4, grazie alla sua esperienza nel campo della bioinformatica e delle tecnologie big data, ha sviluppato per i ricercatori del TIGET uno strumento di calcolo altamente scalabile, in grado di affrontare efficacemente il problema del trattamento dell’enorme mole di dati generati dall’analisi molecolare delle cellule dei pazienti.

Science: CRS4 contributes to gene therapy success treating metachromatic leukodystrophy and Wiskott-Aldrich syndrome

On July 11, 2013, Science’s ahead-of-print electronic publication service published two studies conducted by researchers at the Telethon Institute for Gene Therapy (TIGET) in Milan, Italy, directed by Luigi Naldini. These works show that gene therapy vectors derived from the HIV virus are effective in treating two serious genetic diseases: metachromatic leukodystrophy (MLD) and Wiskott-Aldrich syndrome (WAS): six children, after three years of treatment, are well and show significant benefits.
CRS4 contributed to this research effort through its expertise with bioinformatics and big data technologies: scalable computational tools developed at CRS4 allowed researchers at TIGET to efficiently analyze the huge flow of data produced by the molecular analysis of patient cells.

11 luglio 2013

Una necropoli punica nel colle di Monte Claro? Intervista all'archeologo Nicola Dessì (esclusiva Linguaggio Macchina)

Cagliari, Parco di Monte Claro, due anni fa. Dopo una normale operazione di manutenzione del verde emergono i resti di una costruzione. Una persona osserva la scena e avverte immediatamente la Soprintendenza per i Beni Archeologici. Quella persona è Nicola Dessì, un archeologo specializzato in preistoria e protostoria della Sardegna, autore di altre scoperte.

Per cercare di capire il significato e le possibili implicazioni di questa scoperta ho interpellato Nicola Dessì.

Cosa si vedeva? 
«Resti di una costruzione circolare, forse un pozzo sacro di tradizione nuragica. Il sopralluogo della Soprintendenza, al quale ho partecipato, ha confermato che la struttura è di natura archeologica. Tuttavia è prematuro attribuire una funzione certa in assenza di scavi sistematici. Dopo alcuni giorni un passante ha segnalato la presenza di frammenti anforacei visibili in superficie».
E poi?
«Sono passati due anni dalla scoperta e grazie alla collaborazione dell’associazione “Amici di Sardegna” si è deciso di dare inizio allo scavo. Questo sito secondo me ha un potenziale altissimo, sia per quanto concerne la sua importanza scientifica, sia per la sua fruibilità di tipo turistico-culturale. Prima di iniziare lo scavo del presunto pozzo sacro però, la dottoressa Donatella Mureddu, Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e responsabile della Soprintendenza archeologica per il territorio di Cagliari, mi ha chiesto di rimuovere i frammenti di anfora, distanti circa un centinaio di metri dalla struttura archeologica. Abbiamo quindi organizzato una squadra di operai volontari, raccolti tra le fila degli iscritti all’associazione “Amici di Sardegna”, in particolar modo tra quelli che in quel periodo stavano seguendo un corso per guide turistiche organizzato dalla stessa associazione, condotto da me con la direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano».
Così il 5 giugno avete iniziato a rimuovere i frammenti di anfora, pensando di cavarvela in un solo giorno di lavoro?
«Avevamo appena sportato pochi paioli di terra che subito ai nostri occhi si presentava una situazione davvero inattesa. I frammenti in realtà erano la parte sommitale di ben 5 anfore "a siluro" di tradizione punica, realizzate con molta probabilità attorno alla II metà del IV secolo d.C. Queste anfore giacevano in obliquo con la bocca rivolta verso il basso e coprivano due scheletri umani sepolti probabilmente in due momenti distinti a distanza di qualche anno l’uno dall’altro. Il corredo funerario era composto da due brocche decorate e un attingitoio. In particolare una brocca presenta all’altezza dell’ansa una protome umana femminile che trova confronti puntuali con alcune brocche rinvenute nella necropoli di Su Fraigu a Monastir e Tuvixeddu a Cagliari. Forse Demetra? Presto per dirlo».
Oltre alle tracce della famosa Cultura di Monte Claro ci si potrebbe quindi aspettare di trovare molto di più?
«Monte Claro, anche in base al materiale di cui è fatto, secondo me poteva anche più adatto di Tuvixeddu a essere scavato in epoca punica. A mio modo di vedere il modello d’ispirazione è il mondo etrusco, dove si riscontra la presenza di numerose oinochoe, le brocche per il contenimento del vino, assai simili a quelle trovate a Monte Claro. La Sardegna mantenne i contatti commerciali e culturali con l’Etruria anche quando entrò nell’orbita cartaginese e fece da importante tramite tra il centro Italia e il nord Africa».
Si potrebbe definire una scoperta importante?
«Io direi eccezionale. E l’eccezionalità della scoperta è dovuta al fatto che finora non si era mai riscontrata la presenza umana di epoca punica su quel versante della città. Secondo me non è che la punta dell’iceberg di un vasto complesso funerario che dovrebbe occupare almeno il lato occidentale del colle di Monte Claro».
E adesso?
«Ora spetterà all’amministrazione competente cogliere questa grande occasione di rilancio turistico-culturale della città e di valorizzazione della cultura e delle radici di Cagliari. Abbiamo la fortuna di avere un sito da esplorare seriamente ma ancora una volta sembra che le scoperte siano solo un impiccio. I casi sono due: o i politici sono troppo distratti o sono poco sensibili a queste tematiche».

Ora, sarebbe così difficile mettere d'accordo la Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano, la Regione Autonoma della Sardegna, la Provincia di Cagliari e il Comune di Cagliari? Sarebbe tanto scandaloso raccogliere il contributo di qualche sostenitore privato?
Altrove ho visto muoversi, insieme, istituzioni pubbliche, imprese private, fondazioni bancarie e associazioni di volontariato culturale. Con risultati molto spesso eccellenti, per quanto basati su testimonianze archelogiche molto più modeste di quelle che (spero) si potranno trovare a Monte Claro.

Andrea Mameli Blog Linguaggio Macchina 11 Luglio 2013

10 luglio 2013

Un pezzo della mia tesi di laurea riaffiora dalle macerie digitali del 1995...

Qualche brandello della mia tesi sperimentale, discussa il 10 Dicembre 1995 all'Università di Cagliari, riaffiora dalle macerie digitali.
Qualche schermata, numerosi link degli Applet Java, un video).
Anzi, a essere precisi il video non proviene da macerie digitali ma analogiche: era conservato in una videocassetta VHS (riversata su DVD qualche giorno fa, subito dopo il ritrovamento del reperto).
La tesi fu sviluppata al CRS4 grazie a Gavino Paddeu e a Pietro Zanarini, con la preziosa collaborazione di un gruppo di studenti liceali: Paolo Anedda, Marco Pescosolido, Enrico Stara (le loro brillanti storie professionali testimoniano quanto quell'esperienza sia stata utile anche a loro). Senza dimenticare Franco Meloni (mio docente di Struttura della Materia) lato Università di Cagliari. Nel video si riconoscono Ivan Marcialis (che è poi diventato collega al CRS4) e la giovanissima Eliana.
Ecco il video.
Saltate pure i primi 34 secondi di puro fruscio analogico...

Il titolo della tesi era: LibLab: un'applicazione interattiva per imparare la fisica (un articolo pubblicato sul magazine Tracciati, Luglio 1997) e quello che riporto qui sopra è il video che presentai per la discussione della tesi (relatore Franco Meloni, contro-relatore Pietro Zanarini) in cui si vedono chiaramente gli applet interattivi (strettamente aderenti alle relative leggi fisiche): prisma ottico, oscilloscopio, banco ottico, circuito RLC. La prima tesi di laurea in Java in Italia? Forse.



Sotto potete vedere alcune schermate di Netscape in cui gli applet si vedono abbastanza bene.

Più in basso riporto i link ai siti che tuttora ospitano i miei Applet Java (consiglio di seguire i link, perché vederli senza provarli non rende bene l'idea).




Quando la mia tesi di laurea si vedeva solo su Netscape

Andrea Mameli, Blog Linguaggio Macchina, 10 Luglio 2013

09 luglio 2013

Snapshots from the spacewalk by ESA astronaut Luca Parmitano and NASA’s Chris Cassidy

L'azzurro sotto è il pianeta Terra. Vedere, dallo schermo del computer, i due astronauti in azione (via Nasa Tv) fa sempre un certo effetto...
La cosa curiosa, a pensarci bene, è trovare il link allo streaming video nel blog di Luca Parmitano... che poi tanto curiosa non è, dato che l'astronauta siciliano è uno che commenta regolarmente la sua avventura spaziale via twitter: @astro_luca


Picture from space station (by Luca Parmitano): Cagliari

Il Golfo di Cagliari visto dallo Spazio. Foto: Luca Parmitano (July 8, 2013)

08 luglio 2013

Goncalo Abecasis vince il premio ISCB Overton 2013

La società internazionale dei biologi computazionali (ISCB: International Society for Computational Biology) ha conferito il premio ISCB Overton Prize 2013 a Goncalo Abecasis (University of Michigan).
Sento parlare di Goncalo Abecasis (molto bene) da alcuni anni, in virtù della sua partecipazione (con David Schlessinger, Francesco Cucca, Serena Sanna) al SardiNIA project. Anzi, c'è già chi dice che prima o poi arriverà anche un Nobel... Vedremo. Intanto le migliori congratulazioni dal blog Linguaggio Macchina!

07 luglio 2013

Lo stadio S. Elia visto da una prospettiva inedita.

Un giro in canoa nelle acque del Parco Naturale Regionale Molentargius Saline mi regala una prospettiva inedita dello stadio S. Elia (e se si presta attenzione si possono notare anche gli spalti dello stadio Amsicora, quello dello scudetto 1969-1970).
Ho potuto vivere questa straordinaria esperienza grazie alla manifestazione "Vivere il Parco: in canoa sulle vie d'acqua”, organizzata dall'ente Parco in collaborazione con: Federparchi, Circolo Kayak Le Saline, Scout Nautici Agesci Cagliari 3, Associazione per il Parco Molentargius, Saline, Poetto.
Aver visto i due stadi di Cagliari da questa prospettiva che mi fa pensare (anzi mi conferma un pensiero che covavo da anni): ma quanto potrebbero essere valorizzate, a Cagliari, le vie d'acqua? E non solo in chiave sportiva (che comunque ha tutta la mia ammirazione). Penso al trasporto di persone e di alcuni tipi di merci. Chissà che ai Comuni della zona non riesca di pescare qualche finanziamento europeo in tema di mobilità alternativa. Sto fantasticando?

P.S. Il parco Parco Naturale Regionale Molentargius Saline visto dal livello dalla canoa è ancora più bello!


Andrea Mameli Blog Linguaggio Macchina
Cagliari, 7 Luglio 2013