30 novembre 2013

Gianni Atzeni, Antologica 2003-2013, Roche Bobois, Cagliari

Gianni Atzeni "Antologica 2003-2013" Roche Bobois
Cagliari, Via Roma 203
Aperta fino al 4 gennaio 2014

Finalmente in mostra il meglio della produzione calcografica dell'amico Gianni, artista fuori cliché, eterno fanciullo, curioso sperimentatore, attento osservatore. Ricordo la facilità con la quale riuscì a risolvere, billantemente, un problema nell'esposizione di alcune tavole (progetto scienzafumetti, 2008).
E ho negli oggi la qualità dei suoi lavori. Un artista geniale. Una persona squisita.
Inaugurazione: Venerdì 6 Dicembre 2013 alle 18,30

Biografia di Gianni Atzeni 
Il percorso artistico di Gianni inizia circa quarant'anni fa, quando il forte interesse per le arti visive lo spinge a esplorare la tecnica pittorica e grafica. Dopo essersi impadronito della materia incisoria, ha avviato un suo programma di attività didattiche attraverso seminari teorico-tecnici sia nel suo studio sia nelle aule dell'Università di Cagliari, su richiesta della Prof.ssa Scano Naitza. Trent'anni fa si lega a una delle esperienze più significative che la Sardegna abbia conosciuto, la rivista “Thélema” ideata da Luigi Mazzarelli. Negli stessi anni inizia a sperimentare le tecniche incisorie più svariate, per proseguire negli anni Novanta con la realizzazione di opere polimateriche in grande formato. Segue una nuova produzione seriale di stampe originali basate sull'impiego di un nuovo metallo al posto delle usuali matrici in rame o zinco: il ferro. Ama realizzare a mano libri d'artista e offre la sua esperienza, maturata nel settore calcografico, per guidare adulti e ragazzi interessati a scoprire come si stampa con i sistemi precedenti l'era digitale. Ha al suo attivo numerose personali e collettive in Italia e all'estero. Con l’associazione FogliVolanti organizza laboratori creativi in tutta la Sardegna.
Andrea Mameli
Blog Linguaggio Macchina
30 Novembre 2013

28 novembre 2013

Perottina mon amour (e premio Perotto-Zucca)

 
Programma101, il calcolatore Olivetti prodotto fra il 1965 e il 1971, mi affascina. A partire da quando raccontai la sua storia su Linguaggio Macchina (il 4 Ottobre 2005): Ottobre 1965: nasce il primo Personal Computer. E' italiano. Non avrà seguito.
Vederne una in bella mostra nei locali del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell'Università di Cagliari è stata una bella sorpresa.
Anche perché (come si vede nelle foto) alla Perottina hanno associato una copia del mio articolo di 8 anni fa: La Perottina compie 40 anni (L'Unione Sarda, 30 ottobre 2005)

E due estati filmai quella esposta nel Museo della Scienza e della Tecnica:



All'inventore della P101, Pier Giorgio Perotto, e a Tarcisio Zucca Alessandrelli (ingegnere della Fiat innamorato dell’Information Technology), è dedicato il premio per l'innovazione nell'ICT "Perotto-Zucca"

Oggetto del premio: un'idea che concretizzi un utilizzo innovativo dell'ICT presentata da giovani nei settori delle tecnologie dell'informatica e delle comunicazioni che risiedono e/o operano in Italia. Particolare attenzione sarà rivolta anche a contenuti con finalità socialmente utili.
La documentazione può essere costituita da estratti da: tesi di laurea, documenti di ricerca, prototipi, business plan imprenditoriale.

Il Premio Perotto-Zucca, edizione 2013, è rivolto a giovani con età non superiore ad anni 30 (alla data del 31 Dicembre 2012) residenti o stabilmente dimoranti/operanti in Italia e che operano singolarmente od in Gruppi. 

Premi:
  • 1° premio di € 10.000 (diecimila)
  • 2° premio di € 5.000 (cinquemila)
  • 3° premio di € 3.000 (tremila)
  • premio speciale ASPHI di € 4.000, che andrà a premiare il lavoro più aderente alla missione della Fondazione ASPHI di promozione della partecipazione delle persone con disabilità in tutti i contesti di vita, attraverso l'uso dell'ICT.








27 novembre 2013

Piovosità in Sardegna: uno studio IMATI-CNR e ARPA Sardegna


CNR
Il CNR oggi pubblica i risultati degli studi statistici condotti negli anni recenti dalla sede di Milano dell’Istituto di Matematica Applicata e Tecnologie Informatiche (IMATI-CNR) in collaborazione con l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sardegna (ARPA Sardegna).
Questi studi hanno portato alla costruzione di un quadro accurato delle piogge intense nell’isola: la Statistica degli eventi estremi di piovosità in Sardegna degli ultimi 60 anni indica la necessità di esercitare un'attenzione costante nella parte orientale dell'isola.
I livelli di ritorno stimati alla scala giornaliera, corredati della relativa incertezza, indicano la necessità, soprattutto in autunno, di una costante attenzione in tutta la Sardegna orientale. Questa è, infatti l’area a più alta frequenza di eventi intensi (3 o 4 eventi con piovosità giornaliera > 40 mm per anno). Si ricorre spesso al termine “tempo di ritorno” di un evento di pioggia per valutarne il grado di eccezionalità. Possiamo chiederci, cioè, tra quanti anni, mediamente, un evento di, ad esempio, almeno 100 mm di pioggia caduti in un giorno in una certa zona potrebbe ripetersi nella stessa zona. Quei 100 mm vengono detti, allora, “livello di ritorno” corrispondente al “tempo di ritorno”.

In Ogliastra, nella stazione di Genna Silana, per esempio, il livello di ritorno stimato con gli usuali metodi di statistica per i valori estremi (GEV) su un tempo relativamente breve di 20 anni è di 308.5 mm. Ma se si tiene conto dell’incertezza della stima, il valore può arrivare fino a 500 mm [A. Bodini, Q.A. Cossu (2010) "Vulnerability assessment of Central-East Sardinia (Italy) to extreme rainfall events". Natural Hazards Earth System Sciences, vol. 10, 61-72].
Poco più a nord, nella stazione di Oliena, il livello di ritorno a 50 anni (il tempo più lungo comparabile con la lunghezza delle serie storiche disponibili in Sardegna) è stimato in 337 mm. Ma se si raffina l’analisi statistica per sfruttare più dati disponibili, e non solo i massimi annui, e si tiene conto dell’incertezza della stima, si può arrivare anche a 579 mm [Risultati ottenuti nell’ambito della convenzione tra IMATI-CNR e ARPA Sardegna (2009-2010) nell’ambito del progetto “PROTERINA-C, Programma Operativo di Cooperazione Transfrontaliera Italia-Francia Marittimo-Marino”: "Rappresentazione in ambiente GIS della caratterizzazione dell'area di progetto sulla base degli indici di variabilità interannuale e intrannuale dei campi di precipitazione e temperatura"].
Proprio considerando questa incertezza si vede come nella stazione di Oliena i 380 mm giornalieri possono essere superati anche nel tempo medio di soli 20 anni.
Analoghi calcoli possono essere effettuati anche per la pioggia caduta nellarco di un’ora, ma i dati utili, le piogge orarie, sono di difficile reperibilità.
Alcuni studi suggeriscono che non sia solo l’Ogliastra, con la sua marcata orografia, ad essere a rischio di eventi intensi, ma tutta la costa orientale, da nord fino ad alcune zone del Campidano, [A. Bodini, E. Entrade, Q. A. Cossu: "Analisi di frequenza regionale dei massimi annui di precipitazione in Sardegna tramite gli L-momenti". Proceedings of XIV National Conference of Agrometeorology (AIAM 2011) Bologna 7-9 Giugno 2011. Pàtron Editore, Bologna].
 
Rappresentazione dell'andamento spaziale del massimo annuo di cumulato a 5 giorni (R5D). Dati: 1951-1999. Fonte: ARPA-Sardegna
Questi eventi intensi sono molto frequenti, ed è naturale chiedersi se col tempo la loro frequenza sia aumentata. A questa domanda non è ancora possibile dare una risposta certa, proprio perché gli eventi estremi sono, per loro stessa definizione, rari. Lo studio sui trend fatto in Sardegna non mostra risultati generalizzati. Alcuni risultati ottenuti per un indice di evento estremo di piovosità, il cumulato a 5 giorni, mostrano anzi come laddove gli eventi estremi siano mediamente più importanti, essi siano anche in diminuzione, [Q. A. Cossu, A. Bodini, S. Canu (2009) "Vulnerabilità della regione Sardegna agli eventi estremi di precipitazione" Atti Convegno nazionale di Agrometeorologia, Sassari, 15-17 Giugno 2009. Rivista Italiana di Agrometeorologia, vol 14, n. 2].
Tuttavia, il risultato non ha un carattere completamente omogeneo sul territorio, né è confermato da un analogo comportamento per altri indici di evento estremo, e quindi andrà verificato con la disponibilità di dati via via aggiornati. La difficoltà nello studio dei trend per gli eventi estremi di piovosità, per altro, é stata più volte ribadita nei report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change. Per questo motivo, sviluppare anche modelli per l’andamento giornaliero del fenomeno che mettano in gioco, in qualche modo, il concetto di “stato del tempo” può contribuire ad approfondire le conoscenze sul fenomeno [B. Betrò, A. Bodini, Q.A Cossu (2008) "Using a hidden Markov model to analyse extreme rainfall events in Central-East Sardinia". Environmetrics, vol. 19, 702-713].

Andrea Mameli
Blog Linguaggio Macchina
27 Novembre 2013

26 novembre 2013

I tempi delle emergenze non sono quelli dei media. AllertameteoSAR: non fate calare l'attenzione!

L'attenzione mediatica per le conseguenze del Ciclone Cleopatra in Sardegna sta seguendo - fatta eccezione per i media locali e per l'informazione veicolata dai social network - il classico andamento della curva gaussiana. Grande partecipazione non appena si è avuta conferma del numero di morti, picco massimo in occasione dei funerali, poi calo drastico fino al quasi silenzio.
Ma l'emergenza ha un andamento molto diverso da quello del circo mediatico. C'è ancora un sacco da fare, sul posto e in rete. Ecco perché il gruppo spontaneo che ha creato la pagina Facebook AllertameteoSAR e l’hashtag #allertameteoSAR ha rivolto un appello: non fate calare l'attenzione!
  

Ecco il testo del comunicato:


Siamo un gruppo di persone che a seguito dell'alluvione abbattutasi sull'isola ha deciso di dedicarsi, utilizzando i propri mezzi, alla gestione delle tante richieste di informazioni circolanti nel web e sui social network, avvalendosi anche della collaborazione degli esperti che si sono occupati della pagina Facebook aperta in occasione dell’alluvione di Genova.
Abbiamo quindi creato la pagina Facebook AllertameteoSAR e l’hashtag (#allertameteoSAR) decidendo di lavorare verificando le informazioni (anziché farci prendere dalla furia della condivisione confusa dilagante) per poi pubblicarle nel tempo più breve possibile. In pochi giorni sono stati intercettati più di 659.000 contatti singoli e abbiamo consentito di canalizzare al meglio le informazioni relative all’emergenza.
Queste le difficoltà emerse:
  • la qualità delle informazioni sulle esigenze e sullo stato dei luoghi colpiti è mediamente scarsa: assenti del tutto, poche e non fornite da enti ufficiali, a volte addirittura in contraddizione tra ente pubblico e volontari sul posto
  • non è stato predisposto alcun sito per raccogliere e fornire tutte le informazioni utili in un solo posto, soprattutto quelle riguardanti le reali necessità
  • l’informazione ufficiale dai siti dei comuni o altri enti è stata lenta e arrivata in ritardo
  • l’enorme flusso spontaneo di offerte di aiuto da dover incanalare, integrare, correggere è troppo grande da gestire senza punti di riferimento precisi (fonti certe)
  • risulta difficoltoso avere informazioni aggiornate sulla situazione delle strade e dei treni
Di seguito alcuni risultati rilevanti sul lavoro svolto:
  • contattando direttamente comuni, volontari e CCS della protezione civile molte persone sono riuscite a risolvere i loro problemi contingenti ed è stata garantita una sorta di informazione ufficiosa ma affidabile e tempestiva
  • abbiamo riunito tutte le informazioni di base più ricercate e importanti al fine di gestire al meglio l'emergenza creando un documento di facile consultazione (http://goo.gl/IXSm3u)
  • abbiamo collaborato con un altro gruppo di volontari coordinati da Francesca Murtas che hanno lavorato sulla mappa con informazioni georeferenziate all’indirizzo https://sardsos.crowdmap.com , aggiungendo i layer sulle informazioni stradali, sui SUT, inserendo e verificando dati, spingendo al suo uso in maniera massiccia utilizzando ogni canale a disposizione
Terminata la primissima fase di emergenza ora ci si concentra sugli aiuti. Si cerca di dare informazioni utili ai volontari e di informare i cittadini su necessità e disponibilità di beni, di volontari, perché tutta la mobilitazione vada a segno nel luogo corretto e non vada dispersa o diminuendo l’entusiasmo di chi si è messo a disposizione.

Attualmente l’esigenza principale di tutti e da risolvere tempestivamente è avere informazioni aggiornate su stato e necessità dei luoghi per indirizzare gli aiuti.

Proponiamo ai Comuni, alla Protezione Civile, alla Regione Autonoma della Sardegna e a ogni ente preposto interessato dall’emergenza la seguente soluzione:
  • dai comuni colpiti dall’alluvione dovrebbero arrivare aggiornamenti a cadenza regolare (es. 8.00 - 12.00 - 16.00 - 20.00)
  • il centro operativo di Protezione Civile o il Comune dovrebbero incaricare una persona di fiducia preposta a fare attività di monitoraggio durante tutta la giornata che invii quindi lo stato della situazione complessiva e delle necessità del luogo
  • le informazioni sarebbero da convogliare idealmente su una pagina web o canale social istituzionale: in caso di necessità mettiamo a disposizione il nostro sito web (http://www.allertameteosardegna.org/) e la nostra pagina Facebook: in tutti i casi siamo a disposizione sia come tecnici informatici che per qualsiasi esigenza
  • le persone individuate per raccogliere le informazioni dovrebbero inserirle direttamente oppure inviare un sms a qualcuno che lo faccia per loro (siamo disponibili anche per questo)
  • la soluzione ideale sarebbe attivare un numero che riceva in tempo reale via sms le emergenze/necessità comunicate dai volontari accreditati della protezione civile (o dal comune)
Ci auguriamo che le nostre proposte vengano accolte in breve tempo affinchè tutti possano beneficiare al meglio del grande lavoro profuso dagli enti, dai volontari, dalla mobilitazione telematica, e da tutti quelli che stanno donando cuore, tempo e denaro per la Sardegna.

Contattateci all’indirizzo allertameteosar@gmail.com
grazie.
I volontari di allertameteoSAR
https://www.facebook.com/allertameteoSAR

25 novembre 2013

SardSOS: la Mappa partecipata per l'emergenza maltempo in Sardegna.

Si chiama Francesca Murtas, è una Interaction e Service Designer, fa parte dell'Associazione Sardinia Open Data, e frequenta twitter come @core2design.
Recentemente è stata intervistata da Federico Taddia sul quotidiano La Stampa: P come PRESENZA.
Linguaggio Macchina ha deciso di intervistare Francesca per cercare di capire com'è nata e come è stata sviluppata la Mappa partecipata dedicata all'emergenza maltempo in Sardegna, che risponde al nome di SardSOS: sardsos.crowdmap.com 

Francesca, il problema, la mappatura delle segnalazioni, era chiaro da subito. Come hai pensato di affrontarlo?
«Da principio il progetto era basato sulla geolocalizzazione, perché le emergenze sono caratterizzate dalla mobilità e quindi era naturale per me che le informazioni dovessero girare attorno ad una mappa. La mappa è nata la notte di lunedì 18 Novembre, dopo che ho saputo dei morti: è stata letteralmente una reazione emotiva. Ho sentito che dovevo fare  qualcosa. Ho capito che la situazione era fuori controllo e non trovando informazioni, ma solo cordogli, notizie ripetute e nessuna che veniva da fonti ufficiali, ho pensato di creare una mappa collaborativa di dati geolocalizzati che permettesse alle persone di comunicare lo stato delle cose in maniera veloce, condividendo i dati. Dati che, una volta registrati, sarebbero potuti essere monitorati, a emergenza finita, per aiutare a fare il punto della situazione dal basso.
Avevo già realizzato due esperimenti di crowdmap con la piattaforma open source Ushahidi, che è stata utilizzata in molte crisi umanitarie internazionali. Per il tipo di mappa ho voluto fortemente usare la mappa
La mappa delle offerte di aiuto
La mappa delle offerte d'aiuto
collaborativa a contenuto libero Open Street Map, rispettando quindi la filosofia open in ogni dettaglio. Ho creato delle categorie base: danni, offerte di aiuto, notizie, problemi al traffio, enti di soccorso, evacuazioni, notizie. Ho poi coinvolto Andrea Zedda e Carlo Zucca, i ragazzi dell'associazione di cui faccio parte (Sardinia Open Data) e che si impegna a diffondere la cultura degli open data in Italia. Abbiamo iniziato a farla girare e a  caricare contenuti sull'emergenza che trovavamo in rete. Poi Elisabetta Demartis, che si occupa di cooperazione sociale a Torino, si è unita alla squadra e così il team ha varcato i confini dell'isola. La mappa aveva dei problemi per quanto riguarda i geodati perché sulla piattaforma OSM non era presente tutto il territorio sardo. È stato in quel momento che è partita la richiesta di aiuto alla comunità di OSM IT chiedendo, via mail e twitter, di aiutarci a mappare la Sardegna. Poi i ragazzi di allertameteoSAR che parallelamente davano informazioni ci hanno chiesto di collaborare insieme e dunque i percorsi si sono incrociati».

Come ha risposto la comunità di Osm?
«La comunità di OSM ha risposto alla chiamata in maniera semplicemente straordinaria, super reattiva, come sempre sono i mappers in tutto il mondo e gli italiani non da meno. OSM è stata centrale anche nella recente tragedia delle Filippine, con 400 volontari in tutto il mondo e 750.000 caricamenti. Caricamenti che valgono tantissimo. Con OSM puoi inserire tantissimi dati nelle mappe, dagli edifici ai lampioni, ma sopratutto puoi mappare zone in cui nessuna multinazionale investirebbe mai un euro, Filippine comprese. Mappare significa portare alla luce non banalmente le strade con i loro nomi, ma anche dati, storie, vite umane a volte salvandole. Con il supporto della comunità OSM è iniziata la seconda fase della mappa, una pressione che ha portato alla liberazione da parte della Regione dei geodati».

Una tappa fondamentale è stata chiedere l'apertura di un task
all’Humanitarian OpenStreetMap Team. Cosa significa?
La mappa degli eventi stradali
La mappa degli eventi stradali
«Visto il carattere d'emergenza e la necessità di velocizzare i tempi, la comunità di OSM ha chiesto all'amministrazione di aprire un HOT Task. L'HOT è l'Humanitarian Open Street Map Team, che si occupa di mappare territori in crisi di estrema urgenza. Ci può essere una guerra civile, un tifone, uno tsunami. Se la comunità si accorge che c'è un evento tragico in atto in cui il soccorso ha bisogno di conoscere un territorio senza dati, entra subito in azione creando piccoli "task" ovvero piccole porzioni di mappa in cui segnare le strade, gli edifici e altri dettagli essenziali delle emergenze. La nostra Claudia Mocci, che lavora con loro in Ciad, e Stefano Sabatini hanno aiutato ad aprire il task e ora tanti mappers volontari stanno mappando la Sardegna. Si tratta del primo HOT Task mai fatto in Europa».

In che modo e in quali tempi è avvenuto il contatto con la Regione
Autonoma della Sardegna?
«Questo risultato è stato ottenuto dalla comunità OSM e Open data nella persona di Simone Cortesi, che da 5 anni chiedeva alla Regione Sardegna di rilasciare i dati. Simone ha chiesto nuovamente, e finalmente la sua pazienza è stata premiata. Un risultato positivo per tutta la comunità open italiana».

Quanto è durata la fase di sviluppo e quante persone ha coinvolto?
La mappa dei danni
La mappa dei danni
«La fase di sviluppo ovvero la realizzazione della mappa, la creazione della struttura e la scelta delle funzionalità è durata qualche ora e l'ho fatta da sola, grazie proprio alla potenza della piattaforma gratuita Ushahidi, che permette a chiunque di sviluppare , basta solo la volontà. Poi la mappa ormai è un work in progress collettivo, è cambiata, è possibile che cambi ancora. Alla gestione in senso stretto hanno collaborato una decina di persone in tutto, in tempi diversi, ma nello sviluppo in realtà hanno collaborato penso più persone, perché non so quanti sono i volontari che hanno inserito le segnalazioni e anche loro sono assolutamente parte integrante di questo lavoro. Per esempio i ragazzi di allertameteoSAR che caricano molti contenuti io non so quanti possano essere. Anche le persone che hanno fatto girare la mappa hanno, in qualche modo, contribuito».

Come sono le interazioni degli utenti con la mappa?
«Gli utenti posson interagire solo in due modi: farci le segnalazioni e consultare i contenuti. Non possono modificare».

Potremmo definire SardSOS un modello per questo genere di situazioni?
La mappa dei posti letto disponibili
La mappa dei posti letto disponibili

«Sardsos è un modello molto sperimentale per due motivi. Da un lato nasce per far fronte a un'emergenza in una regione appartenente a un paese del G8, che si suppone abbia tutti gli strumenti e il personale per creare modelli di emergenza validi, magari non è detto siano i migliori. L'Africa ha scoperto questi strumenti per prima, forse abbiamo da imparare. Dall'altro lato, la mappa a un certo punto del suo cammino, il terzo, ha incontrato la pagina facebook aperta da Insopportabile: AllertameteoSAR, un pool di volontari anonimi che raccoglieva informazioni sull'emergenza sparsi sul territorio e via social network, che son stati, fin dal primo momento, l'unico flusso costante di informazioni durante queste emergenze. Ci hanno chiesto di collaborare assieme e hanno iniziato a dirottare i loro utenti sulla nostra mappa e a caricare i contenuti, specie di tipo assistenziale, di cui loro prevalentemente si stavano occupando. Grazie a loro abbiamo anche inserito dei layer che permettono di avere l'informazione stradale aggiornata e SUT e perfezionare alcuni dettagli della struttura e ci hanno aiutato nella gestione delle segnalazioni. Per poter rispondere a questa domanda bisognerà aspettare qualche tempo».

Cos'è la nuova funzione nella mappa: "Storie"?
«La funzione Storie era stata pensata già all'inizio, ma temevo che potesse essere usata come spazio per sfogarsi e quindi togliesse valore di serietà alla funzione primaria della mappa, che è quella di raccogliere informazioni e dati utili agli altri. Quindi ho aspettato di vederla evolvere per inserire questa funzione che vorrebbe dare voce a quanti volessero raccontare come hanno vissuto quest'esperienza, anche se da lontano o in prima persona, sapere se sono stati avvertiti, se sono stati testimoni di come sono andati gli eventi, la loro esperienza come volontari. Sarebbe bello poter costruire un racconto corale geolocalizzato di queste vicende drammatiche che hanno generato una risposta gigante di solidarietà e coraggio».

Un lavoro a più mani merita un lungo elenco di credits?

«Questo è molto importante. perché siamo tutti volontari e i ringraziamenti sono d'obbligo. In primis voglio ringraziare l'Associazione Sardinia Open Data, Andrea Zedda, Carlo Zucca, Claudia Mocci, che oltre all'aiuto specifico in questo caso mi hanno introdotto alla cultura OSM quasi un anno fa. Poi in ordine di apparizione Elisabetta Demartis, sarda a Torino, che ci ha contattati da subito, poi Stefano Sabatini, Simone Sala, Severin Menard, Davide Massidda, Paolo Serusi, Daniela Casula. Un ringraziamento per il preziosissimo supporto legale agli Avvocati Francesco Micozzi e Giovanni Battista Gallus. Ovviamente i ragazzi di AllertameteoSAR e Insopportabile che hanno fatto un lavoro di squadra complementare e contiguo. Non ultimi la comunità Open Street Map italiana, tutti i mappers, Simone Cortesi e Maurizio Napolitano, per il sostegno e l'affetto dimostrato in questi giorni, perché anche quello è servito; non dimenticatevi che io sono volontaria come tutti gli altri».

Grazie Francesca e buon lavoro!

Andrea Mameli
Blog Linguaggio Macchina
25 Novembre 2013



Come inviare una segnalazione
  • Twitter: #sardSOS #allertameteoSAR
  • Web: sardsos.crowdmap.com o direttamente con il modulo: https://sardsos.crowdmap.com/reports/submit/ 
  • E-mail: sardsosmap@gmail.com [indicando: titolo, descrizione, data e ora, categoria (danni, offerta di aiuto, evacuazioni, riferimenti di soccorso, notizie, esondazioni/straripamenti, cercasi volontari, storie), località, eventuali link a: fonte della notizia, video, foto)]





24 novembre 2013

Alluvione in Sardegna: i Social Newtork e l'emergenza

La circolazione delle informazioni rappresenta un elemento fondamentale nella gestione delle emergenze. Lo abbiamo visto in occasione dell'alluvione del 18 Novembre 2013 con la mobilitazione, pressoché immediata, di centinaia di persone su Twitter e su Facebook.

La mobilitazione telematica si è rivelata molto importante sia per chi aveva bisogno d'aiuto sia per chi cercava di organizzarsi per intervenire.
La contemporanea nascita di un sistema di mappatura interattiva sardsos.crowdmap.com ha permesso di fissare e georeferenziare le informazioni, suddivise in 10 categorie: danni, offerta di aiuto, evacuazioni, riferimenti di soccorso, notizie, esondazioni e straripamenti, cercasi volontari, storie.

Negli USA la Federal Emergency Management Agency utilizza frequentemente i social nella gestione delle emergenze. Tuttavia io penso che quanto sta accadendo in Sardegna possa rappresentare un caso scuola.
Per cercare di ricostruire quanto è accaduto la notte tra il 18 e il 19 Novembre e nei giorni successivi ho interpellato alcuni dei protagonisti di quell'esperienza.



La prima tappa è la nascita del tag #allertameteoSAR grazie a @insopportabile (uno degli account Twitter più famosi) avvenuta non appena si è capita la portata del disastro e il flusso di informazioni sui social è diventanto importante. 

La seconda nota rilevante è l'autocontrollo dimostrato dagli utenti nel non usare quel tag per commenti inutili e polemici ma solo per informazioni di servizio.
Poche ma semplici regole: si pubblicano solo notizie verificate, niente politica, nessuna interpretazione personale, nessuna polemica. In altre parole la linea è stata quella del "Siamo qui per dare una mano e risolvere problemi. Stop."



Twitter è un'invenzione fenomenale. Ma la sua virtù principale, la capacità di veicolare flussi enormi di informazioni, è anche il suo limite: i contenuti si possono perdere di vista velocemente nel flusso di tweet. 

Per questa ragione @insopportabile ha aperto la pagina Fabcebook allertameteoSAR

Ma un'emergenza come quella provocata dal Ciclone Cleopatra non può essere gestita con una semplice pagina Facebook. 
Così i volontari digitali sardi hanno stato chiesto aiuto a chi ha vissuto un'esperienza simile due anni fa, gli Angeli del fango di Genova, e l'interazione tra i due gruppi si è rivelata molto utile. Dopo l'avvio iniziale dato da @insopportabile è così nata una squadra che si è preoccupata di reperire informazioni da ogni fonte informativa (social, siti web, telefono) e di verificare tutto.


Poi le informazioni sono state inserite nella mappa interattiva che era stata nel frattempo sviluppata da Francesca Murtas (in collaborazione con l’associazione Sardinia Opendata) e la rete ha continuato a mobilitarsi per aiutare a veicolare le notizie con rapidità e precisione. 
Non è esagerato affermare che in poco tempo queste esperienze sono diventate un punto di riferimento per tutti, istituzioni comprese. Come si vede dal tweet del Comune di Cagliari del 20 Novembre: 

O da quello del Presidente del Senato, Pietro Grasso, del 18 Novembre:

tweet del Presidente del Senato del 19 Novembre 2013 #allertameteoSAR

Ma il contributo più rilevante alla diffusione dell'informazione (e del tag #allertameteoSAR) è stato fornito dagli stessi utenti di twitter, come Luca Tempestini:
O blog come ProCivNews:
O il Tiscali Help Desk:
tweet di Tiscali del 19 Novembre 2013 #allertameteoSAR
E tanti altri.

Il problema più rilevante è stato fin dall'inizio riuscire a conoscere le esigenze dei singoli comuni.
La protezione civile allerta esclusivamente  volontari accreditati e quindi quelli che non rientrano in questa categoria rischiano di essere inutili o peggio di intralciare. Allo stesso tempo, se non indirizzati adeguatamente, anche i beni raccolti rischiano di essere insufficienti o sovrabbondanti. Per canalizzare e gestire efficacemente questi dati lo strumento più efficace si è rivelato la mappa sarSOS.

Ma tutto questo impegno dei volontari digitali servirebbe a poco se non ci fossero persone che si recano sul posto a compiere le azioni reali.
Come ha scritto lo stesso @insopportabile in un tweet del 20 Novembre: "Adesso però la palla passa alle persone che si sporcano di fango, non di tweet".

Andrea Mameli
Blog Linguaggio Macchina
24 Novembre 2013