28 agosto 2014

Cagliari abbraccia Luna Rossa: mille persone visitano la base

Alla base operativa del progetto Luna Rossa Challenge si arriva con un bus navetta, nell'area riservata del porto di Cagliari. Il giro è completo: la guida illustra gli scafi AC45, le vele, la palestra, la sala mensa (con un magnifico panorama della città), il catamarano AC72 che ha disputato la 34-sima Americas's Cup (San Francisco, 2013).

Superato il trauma di non poter scattare foto (per un motivo valido e comprensibilissimo: non regalare vantaggi agli avversari) si vive un'esperienza interessante. E per chi ama la vela anche esaltante.
Impressionano gli scafi e la vela in carbonio, frutto di una ricerca e di una sperimentazione continua. Qui il divieto di fotografare è ssoluto.
Colpiscono le tute in neoprene (e il casco da slalom gigante) indispensabili per navigare a velocità notevoli (40 nodi) in mezzo all'acqua (la tuta fa da salvagente, da muta e da airbag). Le foto sono sotto.
Si nota che queste persone, competenti e appassionate, aprono le porte della base con entusiasmo. Lo skipper, Max Sirena, si concede pazientemente alle foto e risponde con generosità alle domande di adulti e bambini. Io gli chiedo "come vi siete trovati a Cagliari?" e lui mi risponde senza esitazione: "Benissimo. Anzi, qui mi trasferirei proprio".

Cagliari ospiterà le 80 persone che compongono la squadra e le loro famiglie, circa 300 persone in tutto, fino al 2017. Determinante, oltre alle condizioni ambientali e climatiche, la presenza di alcune infrastrutture: "ospedali e scuole di livello internazionale - disse Sirena al centro culturale Lazzaretto di Cagliari il 7 Luglio, invitato a portare la voce di Luna Rossa al convegno "Flussi finanziari pubblici nel settote cultura e servizi ricreativi" - ma anche un centro di ricerca come il CRS4 e altre strutture scientifiche e tecnologiche che ci sono utili nel nostro lavoro". E di scienza e tecnologia, accanto alla dimensione sportiva, ce n'è davvero tanta. Ma ci ritorneremo.
La presenza a Cagliari della base di Luna Rossa non è solo motivo d'orgoglio: costituisce anche un fatto culturale.
E ovviamente c'è l'aspetto sportivo per la 35-sima Coppa America Luna Rossa se la vedrà con il detentore del titolo, Oracle Usa, e quattro sfidanti: Artemis Racing (Svezia), Ben Ainslie Racing (Gran Bretagna), Emirates Team New Zealand (Nuova Zelanda), Team France (Francia).
Sarà una bella competizione.
In bocca al lupo, Luna Rossa!



Impossibile resistere alla tentazione di farsi una foto davanti a Luna Rossa!



P.S. Bellissima Cagliari vista dalla base di Luna Rossa!




Andrea Mameli, blog Linguaggio Macchina, 28 Agosto 2014

27 agosto 2014

Francesco Mulas e il Kilimanjaro: «Rinunciare a volte richiede più coraggio»

Franz nel deserto del Saddle (Kibo Hut) 4720 m slm
Conosco Francesco Franz Mulas dal 1996: da allora sono andato a trovarlo diverse volte, in Trentino e dintorni. Ricordo in particolare una splendida settimana bianca, suo ospite, e una indimenticabile escursione a Bolzano (per l'inaugurazione del Museo Archeologico con Ötzi in primo piano). Ho sempre apprezzato molto la sua curiosità e la sua generosità. Ma anche la capacità di far diventare semplici anche le cose più complesse. Non mi ha stupito, quindi, leggere che ha organizzato una spedizione sul Kilimanjaro, raccontata passo dopo passo su un blog: Franz al Kilimanjaro. Ho chiesto a Francesco di spiegare ai lettori di Linguaggio Macchina com'è nata, come si è sviluppata e cosa resta di questa bella impresa.

Com'è nato il progetto Franz al Kilimanjaro?
«Il progetto è nato dal desiderio di spingermi più in alto rispetto alle cime che si possono raggiungere nelle Alpi. Sfiorare i 6000 metri, per di più in un Paese come la Tanzania, uno spaccato dell'Africa più vera, mi ha sempre allettato.»
Come ti sei preparato?
«La preparazione è consistita in una parte fisica, di resistenza, e una parte di informazione culturale sulla Tanzania. La prima, con corsa in montagna, in pianura, trekking, ecc. era per far fiato in vista del carico che avremmo dovuto portare... infatti l'idea era di non utilizzare i portatori, come invece fa la quasi totalità dei salitori. La seconda era perché non poteva essere solo un progetto "alpinistico"... Massimo, il mio compagno di avventura è un profondo conoscitore dell'Africa... io ero più preparato dal punto di vista alpinistico. Lui è arrivato in cima, e questa cosa, col senno di poi, non mi stupisce affatto.»
Com'è andata?
«Mi sono arricchito personalmente, sotto tanti punti di vista.»
Sei arrivato a 4700 metri e hai dovuto rinunciare alla cima. Perché?
«Non mi sono acclimatato bene... soffrendo il mal di montagna, soprattutto la notte...non riuscivo a dormire e recuperare lo sforzo fatto di giorno. Portarsi uno zaino pesante in quota e avere notti insonni mi ha impedito il salto finale. Ero senza energie e sentivo particolarmente il freddo. Il mal di montagna è indipendente da età, sesso e preparazione fisica. L'ho capito a mie spese...»
Franz in arrampicata alla via Kiene del Castelletto inferiore, gruppo di Brenta
Rinunciare, in una società competitiva, è segno di sconfitta. Ma in una società sensibile e razionale è invece motivo d'orgoglio. Se non si è provata la sensazione del limite almeno una volta non si è in grado di apprezzare completamente le esperienze. Sei d'accordo?
«Assolutamente d'accordo. Rinunciare a volte richiede più coraggio. Nel mio piccolo ho raggiunto dei limiti, ma ho anche capito come tentare di spostarli, infatti facendo tesoro dell'esperienza voglio ritentare.»
Cosa ti resta di questa esperienza?
«Ho potuto capire molto di me stesso... come alpinista e come occidentale...  ho conosciuto tante persone e ho potuto apprezzare quanto siamo stati fortunati a nascere qui...»
Come l'hanno presa le persone che ti sono più vicine? "Sei pazzo? Ma perché devi andare sul tetto del continente africano?" Oppure hanno approvato subito?
«La mia compagna mi incoraggia sempre in questi casi, perché sa che non posso rinunciare alla Montagna... non sarei più me stesso... Andare sul tetto d'Africa piuttosto che su una cima di un altro continente è sostanzialmente un'attività inutile... ed è anche per questo che mi affascina... Diciamo che la tipica reazione, soprattutto da parte di chi non frequenta la montagna, è un misto di sorpresa e perplessità.»
Perché hai aperto un blog dedicato a questa impresa? Che tecnologia hai usato?
«All'inizio era un modo per dare mie notizie... poi mi sono accorto che è diventato una sorta di esperimento mediatico/sociologico... Per collegarmi, visti anche i costi esorbitanti del roaming dati, usavo il mio smartphone e un microrouter 3G Wifi con SIM tanzanese. Così facendo riuscivo a collegarmi dai posti più impensabili.»

Andrea Mameli
Linguaggio Macchina
27 Agosto 2014


Francesco Mulas, nato a Trento ma di origini sarde, è stato docente di scienze naturali per vent'anni, diventando poi Dirigente scolastico. Attualmente vive a Salò, sul lago di Garda, ed è preside del liceo Bagatta di Desenzano. Ha due grandi passioni, la montagna e la tecnologia.

26 agosto 2014

HANDImatica: un concorso per App utili a persone con disabilità. Scadenza: 19 settembre.

La Fondazione ASPHI onlus ogni due anni organizza a Bologna HANDImatica, una mostra-convegno dedicata a ICT e disabilità. Quest'anno si svolgerà dal 27 al 29 Novembre.
HANDImatica è anche un’importante occasione di sensibilizzazione al tema dell’inclusione delle persone con disabilità e di una società pienamente accessibile a tutti.
Da qualche anno, l’attenzione si è estesa anche a smartphone e table e in questa edizione HANDImatica intende offrire un’occasione di conoscenza delle app per dispositivi mobili utili alle persone con disabilità.
Una commissione selezionerà le proposte ricevute e contatterà gli autori delle app per concordare le modalità di presentazione.
Le proposte dovranno essere presentate attraverso la Scheda di partecipazione alla Call For Apps (titolo, autore, abstract di 4000 bat tute eventuale video). Le proposte dovranno essere inviate entro il 19 settembre 2014 a: handimatica@asphi.it

25 agosto 2014

Le proprietà dello Zafferano in uno studio coordinato dall'ENEA

Un studio pubblicato il 5 Agosto su PNAS (Novel carotenoid cleavage dioxygenase catalyzes the first dedicated step in saffron crocin biosynthesis) aiuta a comprendere le proprietà di uno degli ingredienti più costosi del nostro cibo: lo zafferano.
Com'è noto gli stigmi del fiore devono il loro colore rosso alla crocetina e alla crocina, molecole naturali che derivano da una molecola di carotenoide (responsabile anche del sapore e nell’aroma dello zafferano) attraverso una reazione di "taglio". Mancava una conoscenza approfondita della genetica di questa reazione: lo studio ha portato alla scoperta del gene responsabile del "taglio", denominato CCD2 (Carotenoid Cleavage Dioxygenase 2). Le ricerche - condotte da un gruppo internazionale guidato da Giovanni Giuliano dell’ENEA e comprendente ricercatori dell’Università King Abdullah per la Scienza e la Tecnologia (Arabia Saudita), dell’Università di Friburgo (Germania) e dell’Università della Castilla-La Mancha (Spagna) - hanno portato a scoprire la presenza del gene CCD2 negli stigmi immaturi, dove la crocina è sintetizzata. Ulteriori esperimenti hanno dimostrato che la proteina CCD2 era in grado di operare la stessa reazione di taglio tipica dello zafferano anche nel mais o nel batterio Escherichia coli anche in provetta.
La ricerca, finanziata dalla Commissione europea (con i progetti METAPRO e DISCO) permette di capire meglio le dinamiche di produzione delle molecole naturali. In particolare la crocina: potente  antiossidante e colorante (il suo uso è documentato a partire dalla civiltà minoica).
Lo zafferano è composto dagli stigmi essiccati dei fiori di Crocus sativus, coltivato nelle zone temperate. Le prime testimonianze archeologiche della sua coltivazione si trovano in affreschi minoici del 1.700-1.500 a.C. Un chilogrammo di zafferano richiede la raccolta manuale di stigmi da oltre 100 mila fiori e costa da 2 mila a 7 mila euro. A causa del suo prezzo elevato, sono frequenti i casi di adulterazione dello zafferano con altri ingredienti vegetali o prodotti chimici.

Fonte: ufficio stampa Enea

24 agosto 2014

La bella (natura) e la bestia (spazzatura) tra le dune di sabbia

La bellezza della natura, insidiata dalla bruttezza lasciata in giro dagli umani. Fino a prova contraria anche gli Homo Sapiens fanno parte della natura ma i sottoprodotti delle loro attività ricreative possono durare anni a volte anche secoli, prima di essere distrutti dalla natura stessa... Spazzatura, rifiuti, aliga, chiamatela come volete, ma non abbandonate gli oggetti che si degradano più lentamente di un giorno o due. E se non ci sono cestini dei rifiuti nelle vicinanze non è una scusa: è come se lasciassi la spazzatura in soggiorno dato che la pattumiera (o meglio le pattumiere differenziate) sono in cucina...
Porto Giunco, Villasimius, 24 Agosto 2014