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Visualizzazione dei post da febbraio 15, 2015

L'appello di Annamaria Testa: "Perché dire fashion invece di moda, e show invece di spettacolo?"

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Sottoscrivo Dillo in italiano l'appello di Annamaria Testa per la salvaguardia della lingua italiana. In particolare mi riconosco  dalla prima all'ultima riga in questo passaggio: "Molti (spesso oscuri) termini inglesi che oggi inutilmente ricorrono nei discorsi della politica e nei messaggi dell’amministrazione pubblica, negli articoli e nei servizi giornalistici, nella comunicazione delle imprese, hanno efficaci corrispondenti italiani. Perché non scegliere quelli? Perché, per esempio, dire form quando si può dire modulo, jobs act quando si può dire legge sul lavoro, market share quando si può dire quota di mercato? Perché dire fashion invece di moda, e show invece di spettacolo?" Ecco gli 8 punti dell'appello: 1) Adoperare parole italiane aiuta a farsi capire da tutti. Rende i discorsi più chiari ed efficaci. È un fatto di trasparenza e di democrazia.

 2) Per il buon uso della lingua, esempi autorevoli e buone pratiche quotidiane sono

Arielle M. Cardona (University of Texas): news approaches to comment moderation

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Finding incivility: How I spent three months not worrying about coding and loving the snark [Pdf, 95 pp.]