21 marzo 2015

Quegli artigli d'aquila che riabilitano i Neanderthal. Uno studio pubblicato su PLOS l'11 Marzo 2015

Credit: Luka Mjeda, Zagreb
Ma allora i Neanderthal non erano così goffi e rozzi come son sempre stati dipinti. A ridurre i pregiudizi e le discrimiazioni nei confronti di questa specie, molto simile all'Homo Sapiens ma della quale ancora si sa veramente poco, contribuirà certamente lo studio pubblicato pochi giorni fa su Plos e basato sul ritrovamento, in Croazia, di incisioni su artigli di aquila dalla coda bianca (Haliaëtus albicilla). Il ritrovamento è di un secolo fa, mentre lo studio, condotto da ricercatori del Dipartmento di Geologia e Paleontologia del Museo di Storia Naturale di Zagabria e del Dipartmento di Antropologia dell'Università del Kansas, è molto più recente. La circostanza mi porta a sottolineare un aspetto: una ricerca non può dirsi mai completamente conclusa perché la ramificazione delle conoscenze e l'affinarsi delle tecnologie possono sempre far notare qualcosa che non si era osservato con adeguata attenzione.
Possiamo immaginare che l'aquila dalla coda bianca, con la sua imponente apertura alare (circa 2 metri) non fosse un essere vivente qualsiasi per i Neanderthal.
Forse lo ammiravano, forse con questi gioielli cercavano di impadronirsi della sua forza. I reperti sono stati datati la bellezza di 130 mila anni e appartengono a due, tre, forse più uccelli e presentano intagli, sfaccettature, lucidature. I neandertaliani vissero in Europa e nell'asia centrale a partire da 250 mila anni fa e scomparveno (per ora senza spiegazioni) circa 40 mila anni fa.

Andrea Mameli Blog Linguaggio Macchina 21 Marzo 2015



Evidence for Neandertal Jewelry: Modified White-Tailed Eagle Claws at Krapina (Davorka Radovčić, Ankica Oros Sršen, Jakov Radovčić, David W. Frayer) PLOS, March 11, 2015. DOI: 10.1371/journal.pone.0119802 

Abstract
We describe eight, mostly complete white-tailed eagle (Haliaëtus [Haliaeetus] albicilla) talons from the Krapina Neandertal site in present-day Croatia, dating to approximately 130 kyrs ago. Four talons bear multiple, edge-smoothed cut marks; eight show polishing facets and/or abrasion. Three of the largest talons have small notches at roughly the same place along the plantar surface, interrupting the proximal margin of the talon blade. These features suggest they were part of a jewelry assemblage, --- the manipulations a consequence of mounting the talons in a necklace or bracelet. An associated phalanx articulates with one of the talons and has numerous cut marks, some of which are smoothed. These white-tailed eagle bones, discovered more than 100 years ago, all derive from a single level at Krapina and represent more talons than found in the entire European Mousterian period. Presence of eight talons indicates that the Krapina Neandertals acquired and curated eagle talons for some kind of symbolic purpose. Some have argued that Neandertals lacked symbolic ability or copied this behavior from modern humans. These remains clearly show that the Krapina Neandertals made jewelry well before the appearance of modern humans in Europe, extending ornament production and symbolic activity early into the European Mousterian.



20 marzo 2015

Eclissi del 20 Marzo 2015: la corona durante l'oscuramento totale, l'entrata e l'uscita. Video: CNR

I video del CNR Consiglio nazionale delle ricerche mostrano la corona durante l'eclisse totale, l'entrata e l'uscita. Le riprese, effettuate dalla base artica Dirigibile Italia (Isole Svalbard), sono di Vittorio Tulli e Fabio Palmieri (CNR).

Per il presidente del CNR, Luigi Nicolais: «Oltre allo stupendo spettacolo che abbiamo voluto condividere con gli internauti in collegamento streaming, il fenomeno dell'eclissi ci ha dato la possibilità di mostrare quei luoghi dove il CNR è presente da anni, zone remote, in cui adattarsi a vivere è molto difficile, ma che per i ricercatori sono estremamente importanti da studiare e monitorare per la salvaguardia del nostro ambiente”

L'eclisse totale di sole a Ny-Ålesund, Isole Svalbard. Foto CNR

L'eclisse totale di sole ripresa dalla base artica CNR di Ny Alesund, Isole Svalbard, a mille chilometri dal Polo Nord.
Foto: CNR consiglio nazionale delle ricerche, 20 Marzo 2015
Eclisse totale di sole. Foto: CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche, 20 Marzo 2015

Ombre di Luna sul disco del Sole... poi le nubi. #Eclissi2015

Una vecchia radiografia di mio padre posata sulla fotocamera per tentare di raccogliere qualche ombra di Luna sul disco del Sole.


Tutto è pronto quando entra in azione il temuto effetto delle nuvole.




Cagliari, 20 Marzo 2015
Andrea Mameli, blog Linguaggio Macchina

17 marzo 2015

Eclissi: l'oscuramento dell’Artico in diretta cnr.it (video: Claudio Rafanelli)

L’eclissi del 20 marzo, visibile in Italia in modo parziale, avrà il suo massimo nell'Artico, quando la Luna si sovrapporrà perfettamente al Sole. In Italia l’eclissi sarà prima in Sardegna, alle 9:16 a Cagliari, poi a Roma (9:23), a Milano (9:24), a Napoli (9:25), e Trieste (9:30).
Dalle 10:10 alle 12:15 il CNR offre una diretta streaming dalla base Dirigibile Italia situata nelle Isole Svalbard:  http://media.src.cnr.it/direttastreaming/6
L'eclissi è un fenomeno interessante sotto diversi profili.
“L'eclissi - spiega Claudio Rafanelli, direttore dell’Istituto di acustica e sensoristica del Cnr (Idasc-Cnr) di Tor Vergata (Roma) - produce un calo veloce della radiazione solare e, di conseguenza, dell'energia disponibile per i processi chimici e dinamici soprattutto negli alti strati atmosferici. Questo perché la radiazione solare scompare del tutto nella zona d'ombra, ma resta in parte sia nella sua componete diffusa, sia in quella diretta nella zona di penombra. Per il mondo della ricerca il fenomeno è importante perché è l’unico momento in cui è possibile osservare la corona solare e studiarne la composizione e la dinamica; negli altri momenti la radiazione proveniente dal sole è così intensa da mascherarne la visione”.
L’Italia, e il Cnr in particolare – con l’Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima (Isac) e l’Idasc, è coinvolto in ricerche legate allo studio della radiazione solare: dal 1994 conduce ricerche sulle concentrazioni di Ozono stratosferico in Antartide, in Argentina e a Ny Alesund (isole Svalbard).