Dare un nome ai naufraghi. Questione di civiltà. E di scienza.

Chi identifica i corpi delle persone scomparse in mare? E come? Per questa questione di civiltà e di scienza, è attivo il protocollo europeo per l’identificazione dei corpi dei naufraghi. Ma non è per niente semplice: manca una banca dati dei cadaveri senza nome e si lavora in assenza di di una metodologia comunitaria per il riconoscimento, che resta totalmente a carico dei singoli procuratori. Il 30 Settembre 2014 il capo Dipartimento per le Libertà Civili e l'Immigrazione , Mario Morcone e il Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse , Vittorio Piscitelli , hanno siglato un protocollo con il Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense ( Labanof ) dell' Università Statale di Milano Gianluca per riconoscere i numerosi naufraghi dei mari italiani. Tra questi i 400 morti dei naufragi dell'Ottobre 2013 e i circa 800 del 18 Aprile 2015. Le analisi riguardano principalmente le impronte dentali e i tatuaggi, cui si aggiungono immagini dei social m