10 settembre 2016

Ritrovarsi in Finlandia al volante di una Fulvia HF... Potere dei videogiochi

Un salto al museo del videogioco, Vigamus, è doveroso, perché espone (e fa usare) oggetti, design, emozioni e storie che fanno parte della nostra cultura. In un certo senso questo museo racconta un pezzo della storia di ciascuno di noi (che si videogiochi o meno, siamo tutti coinvolti).
Moma docet: Perché Paola Antonelli ha portato Pac-Man e Minecraft al MOMA. In effetti non riesco a immaginare un museo del videogioco senza la possibilità di giocare. Come sostiene in maniera estremamente chiara, recensendo la mostra "Applied Design" (si parla sempre di Paola Antonelli e del MOMA), Paolo Maguadda su DigiCult (2013):

Per loro natura, infatti, i games non devono essere osservati e men che meno “ammirati”. Devono essere usati. “Applied Design” è quindi strutturata come un punto di intersezione tra il “modello dell’arte” e il “modello arcade” (ovvero quello della postazione da sala giochi), in cui lo spazio e l’interazione del pubblico sono costruiti oscillando tra queste due attitudini, anche in relazione a quali giochi possono essere fruiti con piacere dal pubblico (come PacMan) e quali invece no (SimCity è certamente l’esempio più evidente). Una serie di questioni assolutamente non scontate, che analizzano quindi non solo il ruolo del videogioco nella cultura contemporanea, ma soprattutto i limiti dei codici culturali e dei modelli di fruizione tipici del mondo dell’arte contemporanea. 
Super Mario World
Vigamus riconcilia anche con la storia della tecnologia ludica, spesso ritenuta, a torto, solo una porzione dell'industria dell'intrattenimento: sarebbe come dire che il cinema è solo un'industria.
E così si può seguire la storia del videogame, si possono vedere le macchine e le interfacce, si può giocare: PacMan, Space Invaders, Minecraft, Assassin's Creed e tanti altri. C'è anche la Oculus Room per una breve immersione nel mondo 3D, con Oculus Rift DK2. Il bello di questo museo è che dopo aver letto i pannelli che spiegano la storia del videogioco (tutti in italiano e in inglese) puoi metterti a giocare, scoprendo giochi che non conoscevi o riscoprendo quelli che ti è capitato di conoscere anni fa. Ho contato più di 50 postazioni interattive di varia tipologia: console, arcade o coin op (quelle che una volta funzionavano con la monetina o il gettone) e alcuni grandi schermi HD.

Io sono caduto trappola di Space Invaders (ma perché questi alieni ce l'hanno con me?) e soprattutto Dirt Rally con una Lancia Fulvia HF impegnata in un rally in Finlandia.


Ecco un esempio di Dirt Rally in Finlandia con una fulvietta HF:


Andrea Mameli, blog Linguaggio Macchina, 10 Settembre 2016

P.S. Nel 2012 il blog Linguaggio Macchina si è già interessato a questo tema: Vigamus: museo del videogioco nella città eterna; tavola rotonda: "Ralph spacca i confini tra cinema e videogioco".

09 settembre 2016

Vito Volterra. Il coraggio della scienza. A Roma dal 12 Settembre al 9 Novembre 2016

Il CNR ricorda la figura e l’opera del suo primo presidente attraverso la mostra: Vito Volterra. Il coraggio della scienza, dal 12 Settembre al 9 Novembre nel Museo Ebraico di Roma.
Scienziato, senatore, fondatore del Cnr e della Società italiana per il progresso delle scienze (Sips), presidente dell’Accademia dei Lincei, animato dalla convinzione dell’unicità della cultura (e per questo ingaggia con Benedetto Croce una polemica sul valore culturale della scienza) e del suo ruolo di spinta propulsiva per lo sviluppo, Volterra riesce a mettere insieme autorevolezza scientifica e visione strategica, perseguendo l’obiettivo di una società basata su un forte rapporto tra università, ricerca pubblica, politica e industria.
Consegue la Laurea in Fisica nel 1882, discutendo una tesi di idrodinamica. L’anno dopo inizia a insegnare Meccanica Razionale all’università di Pisa. Partecipa alla prima guerra mondiale, arruolandosi, a 55 anni, nel Corpo Militare degli Ingegneri. Ma la sua attività scientifica non cessa. Anzi, proprio in questi anni ottiene uno dei suoi risultati scientifici più noti, nello studio della dinamica delle popolazioni, contribuendo a elaborare un’equazione che governa le relazioni preda-predatore, nota come equazione Lotka-Volterra ("Variazioni e fluttuazioni del numero d'individui in specie animali conviventi, 1926") con la quale si inaugura l’ecologia matematica e l'introduzione della matematica nelle ricerche biologiche. In quegli anni il mondo matematico usciva dal feudo aristocratico in cui era arroccato per aprirsi a una stagione di pensiero nuova. Volterra era democratico e liberale, aperto al dialogo senza pregiudizi, apprezzato dalla stragrande maggioranza dei matematici di tutto il mondo con i quali venne in contatto. Non a caso nel 1921 viene eletto presidente del Bureau International des Poids et Mesures di Parigi.
Non minore fu il coraggio civile: firma il Manifesto degli intellettuali antifascisti e rifiuta di prestare il giuramento di fedeltà imposto dal regime ai professori universitari, subendo l’estromissione da tutti gli incarichi pubblici. Nel 1923 chiede e ottiene di fondare il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di cui diventa il primo Presidente fino al 1926, quando viene sostituito da Guglielmo Marconi. Nel 1931 rifiuta di giurare fedeltà al regime e perde anche la cattedra all’università. Nel 1938 le leggi razziali proclamate dal governo fascista rendono la sua vita molto difficile. Come scrive Popinga nel suo blog (I matematici italiani e le leggi razziali): "Dovette abbandonare anche le sue molte cariche nelle accademie scientifiche italiane. Costretto all’esilio, tornò in Italia poco prima di morire. Il fascismo tentò di cancellarne persino la memoria. Quando morì, l'11 ottobre 1940, la scomparsa di una delle figure più illustri della cultura italiana passò pressoché inosservata: nessuna delle istituzioni scientifiche italiane ebbe il coraggio di ricordare ufficialmente il grande matematico, uno dei principali fondatori dell'analisi funzionale e della teoria delle equazioni integrali, maestro della biologia matematica. L’unica commemorazione fu tenuta da Carlo Somigliana (1860 - 1955) nell'Accademia Pontificia di cui Volterra era membro dal 1936."

La mostra, inserita nella nona edizione del Festival internazionale di letteratura e cultura ebraica (dal 10 al 14 settembre 2016) è stata progettata e organizzata da Sandra Fiore e Maurizio Gentilini, con il coordinamento di Marco Ferrazzoli (Ufficio stampa CNR). Apertura al pubblico: dal 12 al 30 Settembre Domenica-Giovedì 10:00-18:00, il Venerdì con orario 10:00-16:00, dal primo Ottobre al 9 Novembre Domenica-Giovedì 10:00-17:00, il Venerdì 9:00-14:00. Per informazioni: Cnr - Spr Ufficio stampa, telefono: 064993383.