18 marzo 2017

Tre minuti, un palco, i riflettori, il pubblico e la giuria. Con FameLab la scienza può emozionare e divertire

Un palco, i riflettori, il pubblico, la giuria e 3 minuti di tempo. Erano questi gli ingredienti della selezione regionale del concorso FameLab che si è svolta nell’Auditorium dell’Osservatorio Astronomico di Cagliari, alla quale hanno partecipato sei concorrenti: Alessandro Serra (ingegnere ambientale), Francesca Loi (dottoranda all'Osservatorio Astronomico Cagliari), Francesco Palmas (dottorando chimica), Eugenio Redolfi Riva (bioingnere), Silvia Acosta Gutierrez (laureata in fisica, borsista università di Cagliari), Matteo Bachetti (astrofisico). Ogni concorrente ha illustrato (a voce, con i gesti e per mezzo dei pochi oggetti che ha deciso di portare sul palco) prima un aspetto specifico della sua ricerca e poi qualche concetto generale dell'argomento di studio.
Ai primi due posti della classifica i due concorrenti che sono stati valutati meglio in relazione al contenuto esposto, alla chiarezza espositiva e al carisma: Matteo Bachetti e Eugenio Redolfi Riva. Nel mese di maggio parteciperanno alle selezioni nazionali, in programma a Roma, insieme ai vincitori di Ancona, Catania, L'Aquila, Modena, Napoli, Padova, Perugia, Torino e Trieste.

Matteo Bachetti (INAF, Cagliari) mi ha colpito molto perché nella prima dimostrazione ha illustrato l'effetto Doppler aiutandosi con la chitarra elettrica. Così sono andato a porgli tre domande.
Come è nata l'idea di questa dimostrazione e come l'hai messa in scena?
«Volevo qualcosa che desse bene l’idea dell’Effetto Doppler. La prima idea è stato l’esperimentino con la radiolina fatta ruotare con la corda, che poi ho usato nel secondo pezzo. Solo che l’effetto non veniva percepito molto bene, sarebbe servita una corda più lunga per rallentare la rotazione mantenendo una buona distorsione del suono, e sarebbe diventato pericoloso visto lo spazio ristretto sul palco. Così ho pensato di mimare l’effetto. A casa le chitarre e i relativi accessori non mancano, ho da sempre questa grande passione, e con il bottleneck (per i non addetti ai lavori: il tubo di metallo che avevo al mignolo) si poteva ottenere un cambio di nota continuo e alla velocità che volevo. La chitarra acustica dava un risultato accettabile ma non efficace come l’elettrica. Visto che tutto il materiale per i pezzi doveva essere portato addosso, ho usato un amplificatorino Marshall-MS2 da un Watt attaccato alla cinta.»
L'astrofisica ti ha sicuramente portato a confrontarti con ricercatori di svariate provenienze geografiche, questo ha contribuito in qualche modo a facilitare il tuo modo di esprimerti in pubblico o la tua disinvoltura sul palco è frutto invece di una ricerca e di una sperimentazione di tattiche comunicative sempre più efficaci?
«Alle conferenze è molto frequente che si parli ad una platea di persone che guardano lo schermo del computer finché non sentono qualcosa di interessante. Diciamo che è stata una buona scuola per cercare di trovare delle parole chiave che acchiappassero la loro attenzione. La musica mi ha dato un altro pezzettino di aiuto, dato che stare sul palco crea delle emozioni che le prime volte sono difficili da gestire. Però niente mi ha preparato a questo esercizio di sintesi estrema, corredato dalla necessità di uscire dal mio vocabolario tecnico e parlare in termini semplici, richiesto da Famelab. Devo dire che oltre al team di divulgazione dell'Osservatorio Astronomico di Cagliari, che negli anni ha cercato di trasmettere a noi ricercatori alcune buone pratiche per la divulgazione, negli ultimi due giorni mi ha dato una grossa mano una coach di eccezione: mia moglie. Anche lei è laureata in Fisica, e non fa finti complimenti. Se una cosa non funziona, non si fa remore a dire che è una schifezza. E i due pezzi sono cambiati in modo drastico nelle 24 ore prima di Famelab.»  
Stai già pensando cosa mostrerai alle selezioni nazionali?
«Ho una vaga idea, ma anche in questo caso ho pensato a lungo a cosa fare e solo negli ultimissimi giorni ho definito la struttura dei due pezzi, in gran parte rivoluzionandoli.»


La manifestazione è stata coordinata dall'Osservatorio Astronomico di Cagliari con la collaborazione dell'Università di Cagliari, dell'INFN - Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, INAF e della società Laboratorio Scienza.
Io ho avuto l'onore di far parte della giuria e ho quindi coronato il mio sogno di partecipare a FameLab. Scherzi a parte, FameLab mi ha insegnato che è giusto premiare sia lo sforzo di fantasia necessario a trasmettere, in modo avvincente, dei contenuti rigorosamente scientifici, che lo sforzo di rappresentare esempi di fenomeni scientifici con strumenti non convenzionali (ad esempio con uno strmento musicale) o di far ridere (come sono riusciti a fare alcuni concorrenti) nell'atto di comunicare gli stessi contenuti. Perché, in fondo, se il rigore scientifico è salvo allora semplificare può fare rima con emozionare. E scusate se è poco.


Andrea Mameli, blog Linguaggio Macchina, 18 marzo 2017

13 marzo 2017

Social Che? Non strumenti ma relazioni (Porto Torres 12 marzo 2017)

Domenica 12 marzo io e Marco siamo stati invitati a offrire una panoramica sui social media (e qualche esempio dell'uso che se ne può fare) nel corso dell'assemblea degli educatori Agesci ("Testimoni digitali,  adulti in rete"), quasi 80 persone (provenienti da Alghero, Ozieri, Porto Torres, Sassari) che ringrazio di cuore per l'invito.
Ho esordito con il classico "ho una notizia brutta e una buona" e ho dato prima la brutta, con un video che mostra quali rischi si possono correre mettendo in giro troppe informzioni. E ho continuato la "Piramide dei bisogni" (Maslow, 1954) che posiziona la necessità di comunicare proprio al centro della piramide.
Così la prima domande per il pubblico - "Cosa significa comunicare?" - è servita per raccogliere una serie di spunti (sviluppati nel corso di 3 ore... che sono davvero volate via) e per inquadrare la giornata: non siamo qui per parlare di strumenti ma di relazioni.

Porto Torres, 12 marzo 2017 [Foto: Luca Muru]
Qualche esempio (lo stile di Gianni Morandi, Snapchat per comunicare i musei, il cantiere archeologico di Serri su Instagram, il canale Youtube Wilderness Calling, il profilo Twitter @bimboinspalla e la pagina Facebook BuoneNotizieSecondoAnna) e poi una sintesi dei dati più importanti: quanti utenti per ogni tipo di social e piattaforma di messaggistica, in Italia e nel mondo (valori aggiornati a fine gennaio 2017). Poi due domande al pubblico: quali social usate e perché lo fate. Risposte nella media italiana (gli over 24 preferiscono Facebook, agli adolescenti piace più Instagram, entrambi comunicano con WhatsApp.

Poi ha preso la parola Marco (13 anni, profondo conoscitore del fenomeno youtuber) per mostrare la sua analisi delle preferenze degli adolescenti in fatto di video.
Porto Torres, 12 marzo 2017 [Foto: Andrea Mameli]
Poi qualche spunto per i prossimi incontri, a cura di altri relatori (a ciascuno le sue competenze!): scandagliare la dimensione educativa di questi "luoghi di comunicazione" come li chiama la stessa Agesci nel vademecum di buone pratiche sull'uso dei social network (2015) e la dimensione giuridica (ambito in cui abbiamo appena citato il caso Bodil Lindqvist, la catechista svedese condannata per aver pubblicato foto dei bambini senza l'autorizzazione dei genitori, giusto per dare un'idea). 

Porto Torres, 12 marzo 2017 [Foto: Luca Muru]
Nel corso della mattinata c'è stato spazio anche per i 10 consigli del Manifesto della comunicazione non ostile, preso a modello di comportamento sostenibile:
Il manifesto della comunicazione non ostile


Ma abbiamo citato anche Paola Antonelli, perché nel 2013 ha portato i videogiochi dentro le sale del MoMA, il più importante museo di arte moderna del mondo, nel quale è responsabile del Dipartimento di Architettura e Design.

E non poteva mancare un riferimento a Padre Christian Steiner il frate domenicano che si occupa di pastorale digitale e scrive "Gesù risorto conosce meglio di Larry Page, di James Cook e diZuckerberg che cosa è il digitale e internet. In quanto produce bontà, verità, bellezza, ne è lui l’ispiratore".

Una mattinata intensa e ricca di stimoli, ma che dimostra che c'è sempre bisogno di aggiornarsi, di esplorare e di analizzare in maniera critica (ma costruttiva) tutto quello che ci circonda. In fondo, parafrasando Antonio Gramsci, avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Per mantenere una posizione di equilibrio tra gli entusiasti e i catastrofisti.

Andrea Mameli, blog Linguaggio Macchina, 13 marzo 2017 





La locandina dell'incontro

12 marzo 2017

"Social che?" (Porto Torres, 12 marzo 2017)


"Social che?", domenica 12 marzo 2017 (Porto Torres, Parrocchia Spirito Santo, via IV novembre) dalle 10:00 alle 12:30 all'interno del convegno dal "Testimoni digitali. Adulti in rete"