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Visualizzazione dei post da gennaio 17, 2021

Sono grato a Guido Van Rossum per il linguaggio Python

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ZX80 [Daniel Ryde, Skövde] Quando mi trovai tra le mani lo  ZX80 , nel 1981, la prima domanda che mi venne in mente, lo ricordo bene, fu: Ma come diavolo nasce un linguaggio di programmazione?   Una domanda idiota, come le migliori domande del mondo, a cui non ho saputo trovare risposta neppure nel 1991 quando affrontai la storia dei computer nel corso Teoria e Applicazioni di Macchine Calcolatrici , con l'acronimo TAMC, all'Università di Cagliari. E neppure dopo. Fino a ieri, quando sono andato a cercare l'origine del linguaggio Python , che sto con curiosità studiando e con meraviglia, in qualche modo, forse anche amando. La risposta l'ho trovata nel blog di  Guido Van Rossum l'uomo che nel 1991 (ebbene sì, proprio l'anno di TAMC, quando il mio principale obiettivo era imparare il Fortran) inventò questo linguaggio.  Guido Van Rossum [Dan Stroud] Lo scopo di Guido Van Rossum era chiaro: creare un linguaggio, cioè un codice,  object-oriented:  ovvero "ori

Un viaggio verso l'ignoto e la scoperta del proprio ruolo nel mondo nel romanzo di Giacomo Mameli Hotel Nord America

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Mesi fa ho letto avidamente due libri: "La ghianda e una ciliegia" (CUEC, 2005) e "La chiave dello zucchero" (Il Maestrale, 2019). Ci ho trovato le storie di chi è sopravvissuto alla seconda guerra mondiale, raccontate da Giacomo Mameli . Storie incredibili, ma vere, che mostrano l'orrore della guerra e insieme la capacità delle persone di sapersi districare in mezzo anche al più immane disastro. Giorni fa ho divorato "Hotel Nord America" (Il Maestrale, 2020). Qui la storia è raccontata in prima persona da una sola persona. Ma il risultato non è meno intenso degli altri due volumi. Anzi, questa storia di una levatrice "spedita in Sardegna", ha qualcosa di molto significativo. In un tempo e in luoghi in cui la mortalità infantile era molto elevata, l'arrivo di Ida Naldini a Perdasdefogu  ha qualcosa di salvifico. Ma questo viaggio verso l'ignoto e la scoperta di un proprio ruolo nel mondo (non a caso nel delicato compito di aiutare