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Visualizzazione dei post da luglio 22, 2007

Gian Luigi Gessa e la fuga dei cervelli.

Gian Luigi Gessa - intervistato da Giulia Fossà Italian Express (Rai) del 25 luglio 2007 File Mp3 con la registrazione: http://www.radio.rai.it/podcast/A0016169.mp3 Giulia Fossà : "Sono tanti i giovani che ancora fuggono all'estero per realizzare i loro progetti. Ne parla un libro, Scienziati di ventura, che lei ha recentemente presentato". Gian Luigi Gessa : "Questa legge [la proposta di legge regionale attualmente in discussione] tra l'altro vorrebbe far sì che molti di questi scienziati di ventura, questi andati fuori, poi possano rientrare. Ma io dico che anche quelli che scelgono di restare fuori costituiscono per il Paese che li ha mandati un possibile punto di riferimento importante, quello che un tempo si chiamava lo Zio d'America. Io ho molti allievi che sono rimasti all'estero, negli Stati Uniti oppure in Francia, e non considero questa una perdita reale quando manteniamo con loro un rapporto di collaborazione, di amicizia".

Storia (sociale) del ciberspazio.

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"Associare un'innovazione scientifica al lavoro di una o più persone è un compito meno facile di quanto possa sembrare. Sono moltissimi infatti gli 'inventori' che hanno potuto scrivere a piacimento intere pagine di storia della scienza solo grazie al successo commerciale dei loro prodotti". E' l'inizio del capitolo "L'era del persona computer" del libro Hacker, scienziati e pionieri di Carlo Gubitosa (Stampa Alternativa, 2007, Collana Eretica, 236 pagine, 13 euro). Il volume racconta storie di innovazioni tecnologiche attraverso le avventure (e le disavventure) dei protagonisti (noti e meno noti). Conosco Carlo Gubitosa da circa 15 anni e osservo con enorme soddisfazione la sua (crescente) capacità di scrivere su temi poco trattati in maniera molto comprensibile o su temi abbondantemente trattati ma in maniera poco banale. Far partire la storia dell'informatica dalla macchina di Antikitera (80-50 a.C.) è un gesto coraggioso. Come lo è

Diventare ricercatrici: ci crede solo il 18% delle studentesse

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Diventare ricercatrici: ci crede solo il 18% delle studentesse Nel nostro Paese le pari opportunità stentano a decollare. E il mondo della ricerca non fa eccezione. L'Istituto per le ricerche sulla popolazione e le politiche sociali (Irpps) del Cnr mette in evidenza un dato: il 18 per cento delle studentesse è convinto che le donne siano portate per la ricerca. Lo studio, nell'ambito del progetto DIVA - Science in a Different Voice http://www.irpps.cnr.it/diva - per sensibilizzare i giovani alle carriere scientifiche, ha considerato più di 2.000 studenti delle superiori. Tra le città campione anche Sassari. La demografa del Cnr Palomba: "Il problema esiste, lavoriamo per superare pregiudizi" Ricerca, se le ragazze rinunciano "Ma io non sono all'altezza..." di TULLIA FABIANI, REPUBBLICA (23 luglio 2007) La prima domanda è: quanto si guadagna? E la fanno maschi e femmine, senza distinzione. La seconda però già fa la differenza: "Secondo lei io poss

Inseguendo le fughe di cervelli

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Inseguendo le fughe di cervelli Walter Falgio. L’Unione Sarda Cultura Estate Pagina VII In Italia di ricerca non si vive. Secondo il Rapporto sul lavoro atipico della Cgil stilato lo scorso anno, più della metà dei giovani scienziati italiani ha un contratto precario, uno su tre guadagna la miseria di 800 euro al mese quando va bene. Tutti lavorano tra le 38 e le 45 ore settimanali. Strada obbligata per pattuglie di nuove leve della conoscenza è dunque l'emigrazione. Uno spaccato credibile e documentato del fenomeno "cervelli in fuga" è ora anche in libreria nei titoli della collana "Prospettive" della Cuec: Scienziati di ventura. Storie di cervelli erranti tra la Sardegna e il mondo (146 pagine, 11 euro). Gli autori Andrea Mameli e Mauro Scanu, ricercatori giornalisti, hanno rintracciato in giro per il pianeta una ventina di menti brillanti in ritirata dalla Sardegna. "Senza distinzione d'età e di ruolo", scrivono. Ci sono neo dottori di ricerc