E la vecchia miniera diventa laboratorio (Il manifesto, 13 agosto 1998)

SARDEGNA UN CENTRO DI RICERCHE NEL SULCIS

E la vecchia miniera diventa laboratorio

Studi sulla microelettronica verranno effettuati nelle strutture minerarie di Monteponi. Un progetto dell'Università di Cagliari

WALTER FALGIO ANDREA MAMELI - CAGLIARI

Un laboratorio di ricerca sulla microelettronica sarà attivato nelle strutture dismesse della miniera di Monteponi (Cagliari). L'iniziativa fa seguito all'istituzione da parte dell'università di Cagliari di un corso di laurea breve in scienza dei materiali che ha ugualmente trovato sede in un edificio abbandonato della frazione mineraria.

La scelta di insediare un centro di ricerca nel Sulcis Iglesiente non è casuale. Questo territorio attraversa la crisi dovuta all'interruzione dell'attività estrattiva, per cui si spera in una ripresa da sostenere tramite la realizzazione dei progetti di riconversione dell'industria mineraria. Il patrimonio di questa zona è costituito da siti di archeologia industriale e da aree di notevole interesse naturalistico dove possono essere incentivate diverse iniziative, nella lunga attesa del varo degli impianti di gassificazione del carbone.

Il consorzio Promea, composto dall'università di Cagliari insieme alla finanziaria Sfirs, alla Bic Sardegna, al Consorzio 21 e agli istituti nazionali di fisica della materia e di chimica della materia, è l'organismo esecutivo che gestisce l'insediamento del laboratorio. "Il nostro progetto - dichiara Franco Meloni, presidente del Consorzio - è finanziato dal ministero dell'università e dalla regione con 5 miliardi e 700 milioni. Prevediamo di essere in piena attività già dal prossimo anno, sperimentando la crescita dei materiali e la creazione del laser blu. Questa ricerca può avere delle applicazioni nella produzione di apparecchi ad alta fedeltà come i televisori a schermo piatto o i compact disc ad alto rendimento".

Il rettore dell'ateneo cagliaritano Pasquale Mistretta sottolinea che la scelta di Iglesias ci deve anche aiutare a ricordare una storia mineraria poco conosciuta, che ha dato un impulso notevole agli studi internazionali di ingegneria mineraria e che è portatrice di un bagaglio invidiabile di esperienze.

Il laboratorio avrà il compito di differenziare le competenze in un territorio come quello sardo privo di tecnici qualificati in questi settori. Il sindaco di Iglesias Mauro Pili appoggia il progetto: "Il polo tecnologico di Monteponi rappresenta una scelta politica dell'intero consiglio comunale e crediamo che potrà coinvolgere le attività locali già operanti nel settore". Si spera che il tutto comporti una ricaduta sulle imprese che producono supporti tecnologici per l'elettronica avanzata, come la saldatura a bassissime temperature ad esempio. Ma nel Sulcis questo tipo di attività è tutta da inventare. In assenza di un indotto che alimenti l'economia della zona infatti qualunque progetto rischia di perdere la sua rilevanza. I chimici che partecipano all'iniziativa stanno invece studiando la possibilità di estrarre dei metalli dai residui della lavorazione mineraria. Si può recuperare il cadmio, ad esempio, usato per la fabbricazione di leghe.

Gli interventi per il recupero ambientale e occupazionale delle zone minerarie dismesse sono stati inoltre presentati dal funzionario del ministero dell'ambiente Cesare Donnhauser che in una conferenza di servizi tenuta qualche giorno fa a Guspini, in provincia di Cagliari, ha dichiarato che i cantieri garantiranno un lavoro a 550 disoccupati sardi.

L'avvio è previsto per settembre fatto salvo l'impegno della regione che deve rendere disponibile lo stanziamento di 2 miliardi e 700 milioni, in base all'accordo di programma stipulato lo scorso 10 dicembre con i ministeri dell'ambiente, dei beni culturali e dell'industria.




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