Stallman, l'hacker che predica la libertà (L'Unione Sarda, 14 giugno 2006)

Stallman, l'hacker che predica la libertà 

Da bambino stupiva i genitori risolvendo difficili giochi matematici. Appena diplomato maturò le prime esperienze di programmazione con i calcolatori, trascorrendo l'intera estate al New York Scientific Center dell'IBM. E nel 1971, suo primo anno di università a Harvard, ottenne un contratto come programmatore al Massachusetts Institute of Technology, dove rimase anche dopo la laurea in fisica. Richard Stallman, il fondatore del movimento del Software Libero, quasi una religione laica, ieri era a Pula, invitato a parlare al Parco scientifico e tecnologico Polaris. Lo aspettavano in 200: studenti, ricercatori, imprenditori e semplici curiosi. E Stallman - www.stallman.org - non ha deluso le attese: abile comunicatore, ha saputo coniugare l'ironia con la forza delle sue convinzioni. Nel 1984 Stallman ha abbandonato il MIT per dedicarsi a tempo pieno al progetto di creazione di un sistema operativo alternativo a quello allora dominante (Unix) cui diede per nome un acronimo ricorsivo: GNU's not Unix (Gnu non è Unix). Così Stallman fonda la "Free Software Foundation" e di fatto inventa un nuovo modello di produzione e distribuzione della conoscenza, ispirato dallo stile degli autentici hacker, quelli che aveva conosciuto appena giunto a Cambridge, intenzionati a migliorare il mondo per mezzo del software. Lo ha proclamato solennemente anche a Pula: «Il Free Software è quello che rispetta la libertà, la libertà degli utenti e dei programmatori di eseguire, copiare, distribuire, studiare, modificare e migliorare i programmi». 
Tutto questo, per Stallman, impone quatto condizioni necessarie e sufficienti: la libertà di eseguire il programma per qualsiasi scopo, quella di studiare come funziona per poterlo adattare alle proprie necessità, quella di ridistribuire copie allo scopo di aiutare gli altri, e quella di migliorare il programma facendo circolare le versioni successive, in modo che l'intera comunità ne possa trarre beneficio. Prerequisito fondamentale: l'accesso al codice sorgente, ovvero il codice con cui il programma è stato scritto. I prodotti di software libero sono contrassegnati con la licenza che secondo Stallman sancisce e protegge le libertà fondamentali che stanno alla base dell'uso e dello sviluppo collettivo e naturale del software: la General Public License. 
«Ciò significa - ha proseguito Stallman - avere il pieno controllo del proprio computer, evitare di essere spiati, collaborare al miglioramento di sistemi in continuo sviluppo. In questo modo il controllo non è più in mano alle multinazionali, come la Sony, la Microsoft, le major di Hollywood, ma degli utenti e dei programmatori. A volte il software proprietario viene proposto gratis, ma solo inizialmente, diventando poi come una droga. E così molti preferiscono affidarsi a pacchetti ben confezionati di cui non conoscono il funzionamento più profondo, sottovalutando l'importanza di avere il controllo della macchina, ma io auspico che la diffusione del software libero possa riuscire un giorno a liberarci da questa minaccia al nostro principale valore: la libertà». Convinto assertore dell'abbandono del Copyright e dei brevetti («Perché frenano la ricerca e lo sviluppo, aumentano il digital divide e concentrano la ricchezza in poche mani») Stallman apprezza alcune applicazioni di quei concetti di contenuto libero e aperto, derivati dalla filosofia del movimento: l'enciclopedia libera Wikipedia, l'uso del Free Software nelle scuole, il superamento dei limiti imposti dall'editoria scientifica tradizionale. E ora il movimento del Software Libero sta lentamente facendo breccia in alcuni governi, come Brasile, Venezuela, India e amministrazioni locali: alcuni comuni danesi e soprattutto la regione spagnola dell'Estremadura, citata più volte da Stallman come esempio di applicazione concreta di servizi digitali per il cittadino. Anche la Sardegna potrebbe diventare un laboratorio di sperimentazione del software libero: rispondendo a una sollecitazione in proposito Stallman ha risposto: «Sono disponibile a collaborare con voi». 
Andrea Mameli 
L'Unione Sarda, 14 Giugno 2006, Cultura


 

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