Sessant'anni fa i sardi alla guerra della malaria Il 14 maggio 1946 nacque a Cagliari il piano antianofele. Fu una "Die de sa Sardigna" all'aroma di Ddt In una stanza del monumentale edificio che ancora oggi è sede delle Scuole Elementari Riva, in Piazza Garibaldi, pochi uomini stanno per decidere il futuro della Sardegna appena uscita dalla guerra. Hanno in mente un'isola libera da una malattia che miete molte vite ogni anno, soprattutto per la facilità di trasmissione: la malaria. Il protozoo responsabile dell'infezione (Plasmodium falciparum) che distrugge i globuli rossi dell'ospite è trasportato da una zanzara (Anopheles labranchiae). Una malattia micidiale, in grado di intervenire nella selezione naturale: i talassemici portatori sani offrono un ambiente meno accogliente al plasmodio, così la malaria ha favorito gli individui affetti da talassemia minor. Un flagello secolare, responsabile di sofferenza e sottosviluppo: con la malaria il turismo, l&