Progenia e la genetica dei sardi

PROGENIA Progetto Progenia, in quattro comuni dell'Ogliastra il segreto della longevità
L’UNIONE SARDA 14 LUGLIO 2007

L’interesse per l'invecchiamento, condizione umana ambita ma altrettanto temuta, cresce con l'innalzarsi dell'aspettativa di vita media. L'obiettivo delle ricerche in questo campo è esplicito: prolungare la vita mantenendola in salute. Attratti dalle caratteristiche di longevità dal 2001 i ricercatori del CNR di Cagliari dell'Istituto di neurogenetica e neurofarmacologia studiano i pregi della popolazione sarda, attingendo dal patrimonio genetico degli abitanti di quattro comuni ogliastrini: 6162 volontari di Arzana, Elini, Ilbono, La nusei, di età compresa fra 14 e 102 anni, pari al62% della popolazione del territorio (9995). Il progetto, denominato "Progenia", è nato nel 2001 in collaborazione con l'Istituto sull'invecchiamento del National institute of health degli Stati Uniti, dal quale è stato totalmente finanziato per dieci anni (fino al 2011).
Sono alcune condizioni particolari, come la propensione alla longevità, la stabilità ambientale e lo stesso isolamento geografico, a fare del territorio sardo un laboratorio naturale per lo studio della longevità. Le differenze tra individui derivano dal fatto che ciascuno di noi possiede diverse varietà dello stesso gene, ma in Sardegna tali variazioni sono minori: questo permette di associare più facilmente la variante genetica a uno o più tratti particolari. Per esempio l’ elasticità delle arterie o la capacità di affrontare con ottimismo le difficoltà della vita.
I risultati raggiunti dal progetto "Progenia" sono stati presentati a Lanusei in un affollato incontro pubblico ("I: unicità del tuo patrimonio genetico: una ricchezza che puoi condividere"). I sindaci dei quattro centri coinvolti nella sperimentazione, impegnati in prima persona come volontari, hanno rinnovato il pieno sostegno alle attività di ricerca. Il coordinatore del progetto, Antonio Cao, dopo aver ricordato la figura del ricercatore che per primo diede impulso e corpo all'iniziativa, il compianto Giuseppe Pilia, ha sottolineato gli elementi di forza del progetto a partire dalle caratteristiche di invariabilità del corredo genetico dei sardi. La particolarità delle ricerche condotte da "Progenia" sono anche di carattere metodologico: «In Ogliastra - ha sottolineato Manuela Uda, responsabile della sezione di ricerca del CNR a Lanusei - conduciamo uno studio longitudinale: la salute di ogni volontario viene seguita nel tempo, per questo è fondamentale mantenere il campione il più possibile invariato. Alla prima visita del 2001 tre anni dono la seconda, con analisi epidemiologica e analisi genetica, e nel 2008 abbiamo in programma la visita con analisi funzionale dei geni che avremo identificato».
Tra i brillanti risultati del progetto, l'identificazione di geni per acido urico, asma e variazioni emoglobina fetale (lo studio dei meccanismi che regolano l'attivazione dei geni gamma dell'emoglobina fetale può portare a sopperire all'assenza di catene beta dell'emoglobina adulta nei pazienti talassemici), numerosi articoli scientifici accettati da riviste e congressi internazionali, e lavoro per decine di ricercatori. Ma Antonio Cao ha sottolineato un dato negativo: «I finanziamenti del progetto, cioè due milioni di dollari all'anno, per 10 anni, giungono solo dagli Usa. Ora confidiamo nella legge di riordino della ricerca scientifica in Sardegna, che presto sarà discussa in Consiglio regionale».
Il coordinatore del progetto "Progenia" ha chiuso i lavori ringraziando calorosamente i seimila volontari coinvolti. Ma ha fatto appello ai circa 1500 che non si sono ancora sottoposti al secondo ciclo di visite: «Per uno studio longitudinale, in cui è cruciale ripetere gli esami sugli stessi soggetti a distanza di tempo, è indispensabile raggiungere la stessa cifra della prima volta».
ANDREA MAMELI

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