Più ricerca per salvare le coste (L'Unione Sarda, 1 novembre 2007)
L’impegno per la salvaguardia dell’ambiente porterà alla firma di un trattato internazionale di tutela delle aree marine. È uno dei risultati delle giornate delle coste (Coast Day) festeggiate il 24 (in Sardegna dal 21 al 25) in Algeria, Egitto, Giordania, Libano, Siria, Tunisia, Turchia, sponda occidentale della Striscia di Gaza e alcuni Paesi europei (l’Italia era rappresentata dalla Sardegna). Nel corso degli incontri (organizzati a Cagliari dall’assessorato regionale del turismo e dall'International Marine Center di Oristano) il geologo Giovanni De Falco, ricercatore del CNR, è intervenuto sul tema "Ricerca scientifica o gestione?".
La Sardegna è la regione con più aree marine protette. In che modo il parco si concilia con il turismo?
"Le aree marine protette italiane - spiega De Falco - non hanno solo lo scopo di conservare gli ambienti naturali ma anche quello di promuovere lo sviluppo sostenibile. Attraverso la ricerca e il monitoraggio è necessario misurare gli effetti delle attività turistiche sulle risorse ambientali per adottare regole specifiche. Questo obiettivo può essere raggiunto con il confronto tra ricercatori e gestori."
Qual’è il ruolo della ricerca scientifica?
"Con oltre 1800 km di coste la Sardegna ha bisogno della ricerca in campo marino per gestire il proprio patrimonio ambientale. Si tratta di uno strumento che deve essere utilizzato per fornire risposte ai decisori. Occorre promuovere ricerca di qualità, aperta alle collaborazioni internazionali e in grado di affrontare i problemi specifici legati al territorio. La gestione integrata della fascia costiera non può essere limitata solo alla pianificazione urbanistica, ma deve considerare gli effetti dei diversi usi delle risorse costiere sugli ecosistemi. Gli strumenti per conoscere e gestire sono forniti dalla ricerca."
Cosa prevede il protocollo internazionale per la tutela delle coste?
"Si tratta di uno strumento che impegnerà i Paesi contraenti all’adozione di politiche di gestione integrata delle coste. Una gestione capace di tenere in considerazione gli usi delle risorse ambientali da parte dell'uomo e la fragilità degli ecosistemi. Il protocollo contiene indicazioni dettagliate sugli indirizzi da seguire per raggiungere l'obiettivo della gestione integrata, frutto di anni di discussione e revisione. La ratifica del protocollo è in programma in gennaio."
Perché Nazioni Unite e istituzioni europee hanno promosso una giornata delle coste?
"L'obiettivo è sensibilizzare amministratori e opinione pubblica sul valore delle coste e sulla necessità di adottare approcci innovativi nella gestione e pianificazione dei territori costieri. L'evento svolto in Sardegna, l'unico in Italia, intende sottolineare l'apprezzamento per le politiche portate avanti dalla Regione negli ultimi anni in questo settore."
Quali emergenze per l'Isola?
"Rispetto al resto d'Italia la Sardegna possiede ancora ampi tratti costieri integri con alcune zone di criticità, come le aree prospicenti i grossi insediamenti industriali. Un potenziale pericolo deriva dall'inquinamento da idrocarburi. Occorre dotarsi di un sistema di allerta e previsione per gestire le situazioni critiche. Oggi siamo in grado di sapere come si sposterà una macchia di idrocarburi con i modelli di previsione dello stato del mare. La sfida per il futuro sarà la gestione degli spazi naturali consentendone l'utilizzo e la conservazione. Questo significa limitare l'affluenza turistica in ambienti particolarmente delicati, come alcune spiagge. Si tratta di scelte da fare caso per caso sulla base di conoscenza approfondita dei sistemi ambientali costieri."
Andrea Mameli (L'Unione Sarda, Cultura, pag. 57, 1 novembre 2007)
La Sardegna è la regione con più aree marine protette. In che modo il parco si concilia con il turismo?
"Le aree marine protette italiane - spiega De Falco - non hanno solo lo scopo di conservare gli ambienti naturali ma anche quello di promuovere lo sviluppo sostenibile. Attraverso la ricerca e il monitoraggio è necessario misurare gli effetti delle attività turistiche sulle risorse ambientali per adottare regole specifiche. Questo obiettivo può essere raggiunto con il confronto tra ricercatori e gestori."
Qual’è il ruolo della ricerca scientifica?
"Con oltre 1800 km di coste la Sardegna ha bisogno della ricerca in campo marino per gestire il proprio patrimonio ambientale. Si tratta di uno strumento che deve essere utilizzato per fornire risposte ai decisori. Occorre promuovere ricerca di qualità, aperta alle collaborazioni internazionali e in grado di affrontare i problemi specifici legati al territorio. La gestione integrata della fascia costiera non può essere limitata solo alla pianificazione urbanistica, ma deve considerare gli effetti dei diversi usi delle risorse costiere sugli ecosistemi. Gli strumenti per conoscere e gestire sono forniti dalla ricerca."
Cosa prevede il protocollo internazionale per la tutela delle coste?
"Si tratta di uno strumento che impegnerà i Paesi contraenti all’adozione di politiche di gestione integrata delle coste. Una gestione capace di tenere in considerazione gli usi delle risorse ambientali da parte dell'uomo e la fragilità degli ecosistemi. Il protocollo contiene indicazioni dettagliate sugli indirizzi da seguire per raggiungere l'obiettivo della gestione integrata, frutto di anni di discussione e revisione. La ratifica del protocollo è in programma in gennaio."
Perché Nazioni Unite e istituzioni europee hanno promosso una giornata delle coste?
"L'obiettivo è sensibilizzare amministratori e opinione pubblica sul valore delle coste e sulla necessità di adottare approcci innovativi nella gestione e pianificazione dei territori costieri. L'evento svolto in Sardegna, l'unico in Italia, intende sottolineare l'apprezzamento per le politiche portate avanti dalla Regione negli ultimi anni in questo settore."
Quali emergenze per l'Isola?
"Rispetto al resto d'Italia la Sardegna possiede ancora ampi tratti costieri integri con alcune zone di criticità, come le aree prospicenti i grossi insediamenti industriali. Un potenziale pericolo deriva dall'inquinamento da idrocarburi. Occorre dotarsi di un sistema di allerta e previsione per gestire le situazioni critiche. Oggi siamo in grado di sapere come si sposterà una macchia di idrocarburi con i modelli di previsione dello stato del mare. La sfida per il futuro sarà la gestione degli spazi naturali consentendone l'utilizzo e la conservazione. Questo significa limitare l'affluenza turistica in ambienti particolarmente delicati, come alcune spiagge. Si tratta di scelte da fare caso per caso sulla base di conoscenza approfondita dei sistemi ambientali costieri."
Andrea Mameli (L'Unione Sarda, Cultura, pag. 57, 1 novembre 2007)
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