
Andrea Mameli - L'Unione Sarda (1/12/2007, pagina 35)
L’impero bizantino ripiegato sulle proprie macerie, nel 1300, e l’Iraq del 2200 dilaniato da una guerra sempre più feroce e insensata. Dentro questi scenari si svolgono le vicende dell’ultimo romanzo di Valerio Evangelisti: La luce di Orione (Mondadori, pagine 334, euro 15,50). Mondi scenari distanti nel tempo ma accomunati da presenze mostruose: quei giganti che appaiono e scompaiono, facendo rivivere a distanza di secoli la maledizione di Orione, ovvero il Nembrot dell'Inferno di Dante (Canto XXXI).
Il ritorno dell’inquisitore Eymerich dopo una tappa a Padova (dove si scontra con Francesco Petrarca) si compie sotto le insegne smeraldine di Amedeo di Savoia, il Conte Verde, da Venezia a Costantinopoli, per sottrarre la città alla pressione dei turchi ottomani. Ancora una volta la vicenda dell’inquisitore sottile e spietato, si intreccia con l'alchimia, i riti magici, le lotte per il potere: contrastandoli, Eymerich si comporta da autentico supereroe. E Valerio Evangelisti gioca con i lettori portandoli a identificarsi con un personaggio che è l'incarnazione stessa dell'intolleranza.
Il personaggio di Nicolas Eymerich, realmente vissuto fra il 1320 e il 1399compare in un saggio del giurista Italo Mereu (Storia dell’intolleranza in Europa. Bompiani, 1979).
Iniziata 13 anni fa, la saga dell’inquisitore è giunta al nono capitolo. Nel 1996 sbarca in Sardegna: al seguito della corona aragonese (siamo nel 1354) giunta a soffocare la ribellione di Mariano d’Arborea, Eymerich contribuisce alla caduta di Alghero e interrompe il secolare culto satanico del Sardus Pater praticato nella grotta di Nettuno, imprigionando Tanit nel sottosuolo. Qualche accenno nelle opere successive fa presagire un ritorno dell’inquisitore nella nostra isola.
A chi pone Evangelisti fuori dal recinto della fantascienza è facile rispondere che la grande letteratura di genere si interessa più alla società che alla tecnologia, con un realismo visionario che non è facile riconoscere. I romanzi di Evangelisti nascondono strutture complesse (tri o quadripartite) e sono ricche si rimandi a simboli e archetipi dell'immaginario medioevale, introdotti per puntare direttamente all’inconscio del lettore. Come Franz Kafka, che scava nell’animo umano utilizzando ipotesi fantastiche (svegliarsi nel corpo di uno scarafaggio), così Evangelisti mette a nudo l’uomo dentro scenari fantasiosi.
Le descrizioni di guerre sanguinose e massacri globali, proiettate nel futuro (come le migliori distopie di William Gibson e Philip K Dick) richiamano le grandi problematiche del nostro tempo: povertà e malattie, guerre mascherate e lotte senza scrupoli per il potere e per il dominio economico.

Ma l’ultimo Eymerich saprà ripetere il successo delle precedenti avventure?
"Pare di sì – risponde Evangelisti – ormai è nelle classifiche dei romanzi italiani più venduti da tre settimane. Nemmeno io mi aspettavo tanta rispondenza del pubblico: il libro è alla seconda edizione e se ne prepara una terza,in presenza di scarsissima promozione mediatica."
Sopra: studi preparatori per la versione a fumetti di NICOLAS EYMERICH, INQUISITORE (2000) di Giuseppe Palumbo.
3 commenti:
Dunque: confesso che ho lasciato "Mater Terribilis" dopo 25 pagine...però almeno ci ho provato, con Evangelisti ;-)))
PS: post sulle "sorti magnifiche e progressive" della Sardegna sul mio blog :-)
Scusa, ho dei problemi con la visualizzazione, non volevo essere "anonima"!
sono Regina Madry :-)
A me La luce di Orione piaceva dalle prime pagine! Dopo vado a vedere il tuo blog: http://madrigopolis.blogspot.com/
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