Riccardo Mancini, l'editore dalla parte della Ragione (L'Unione Sarda, 10 gennaio 2008)

Il principale pregio dell'operazione, oltre alla meritoria pubblicazione di libri divulgativi di alto livello, risiede nell'aver dimostrato che esisteva un pubblico interessato a capire, andando oltre la superficie dei fatti, un pubblico che in dieci anni è cresciuto fino a convincere molti altri editori a affrontare queste tematiche. Avverbi ha aperto un solco culturale, una breccia editoriale, che permette agli italiani di leggere la realtà sotto nuove angolature.
Per una triste ironia della sorte i festeggiamenti per i 10 anni di Avverbi sono durati solo dieci giorni: il 31 dicembre, senza preavviso, il cuore di Riccardo Mancini, fondatore della casa editrice, ha smesso di battere. Giornalista professionista, animato da curiosità e rigore, smascherava truffe anche in qualità di presidente del Cicap (il comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale) di Roma. Puntava a scindere la scienza dalla credenza, ma lo faceva onestamente, senza preconcetti, con lo spirito di chi sa valuta ogni posizione nel rispetto della verità documentabile. Riccardo Mancini definiva Avverbi una casa editrice scettica, animato dal desiderio di smontare la credulità popolare, le bufale, le illusioni e tutti i presunti fenomeni misteriosi.
Così lo ricorda Daniele Barbieri (giornalista, per alcuni anni anche a L'Unione Sarda, coautore con Mancini dell'antologia di fantascienza “Di futuri ce n’è tanti”): “Riccardo era un gatto. Era geniale. Era giocoso. Era un giornalista onesto, specie sempre più rara. Ed era soprattutto generoso. Una risata contagiosa, una testa piena di idee. Riccardo Mancini è morto a 56 anni, d’improvviso. Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo bene lo ricorda in Lotta Continua, nei movimenti, a lottare in ospedale perché la tanto attesa riforma sanitaria non fosse una beffa, poi a rinunciare al posto sicuro perché gli piaceva mettersi in gioco.”
Con Mancini scompare un raro esemplare di editore, insieme giornalista d'inchiesta e divulgatore scientifico. Ma il progetto scettico avrà sicuramente lunga vita, se è vero che, per dirla con il filosofo Eric Hoffer, in un'era di cambiamenti colui che impara erediterà il mondo, mentre chi tutto sa è equipaggiato per un mondo che non esiste.
Andrea Mameli
Commenti