Undici settembre: la verità (forse) ha le gambe lunghe (L'Unione Sarda, 7 marzo 2008)
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Il volume – cui è associato il blog http://pino-cabras.blogspot.com – contiene una ricostruzione minuziosa dei fatti sotto molteplici punti di vista. Affiorano fortissimi intrecci tra politica, economia, apparati d’intelligence e industria degli armamenti. Spuntano inquietanti presenze occulte (organizzazioni segrete attive in ogni angolo del mondo a difesa di forti interessi) e attività tanto evidenti da passare in secondo piano rispetto alle immagini degli schianti (le esercitazioni militari in corso nei giorni dei grandi attentati: Usa 2001 e Londra 2005). Un castello d’accuse circostanziato come quello messo in piedi da Cabras non sarà sufficiente a smontare la ricostruzione ufficiale, che istintivamente si riconosce come l’unica possibile, ma aiuterà a leggere la realtà in maniera saggiamente critica. Al terrorismo, questa è la tesi principale, si può pensare come alla punta di un iceberg: sotto l’acqua si celano altri mostri, a loro agio nelle acque insanguinate della guerra totale.
Il libro di Cabras squarcia un altro velo mistificatorio: la presunta minaccia di allestire in volo gli ordigni composti da liquidi. Minaccia che si traduce nelle forti limitazioni al bagaglio a mano di chi vola, ma che in realtà è inconsistente: bisogna saper miscelare opportune dosi di acetone e acido solforico a perossido d’idrogeno purissimo. Le basse temperature necessarie alla reazione e le esalazioni tossiche che si sprigionano fanno della bomba da innescare nella toilette dell’aereo una storia buona solo per un film d’azione.
ANDREA MAMELI
L'Unione Sarda, pag. 19, Cultura
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