Undici settembre: la verità (forse) ha le gambe lunghe (L'Unione Sarda, 7 marzo 2008)

libro pino cabras Le bugie hanno le gambe corte. E per quanto tentino di nascondersi prima o poi vengono scoperte. Di fronte a fatti importanti c’è sempre qualcuno che non si accontenta delle spiegazioni ufficiali e tenta di percorrere nuove strade. Spesso questi tentativi non portano da nessuna parte, perché quello che hanno visto tutti è la verità. Ma a volte, nonostante l’evidenza, dietro i grandi eventi si nascondono altre verità. Il fascino del mistero, dell’intrigo, della cospirazione, da sempre attiva la naturale curiosità dell'uomo. Il successo di romanzi d’avventura, film e telefilm basati su questa chiave è enorme. Basti pensare a Harry Potter, Il Codice da Vinci, Lost. In genere, tra una spiegazione semplice e una complessa, è la prima ad avere maggiori probabilità di successo, secondo la metodologia del rasoio di Guglielmo di Ockham. Ma in alcune situazioni la regola viene sovvertita dai fatti o dalle evidenze. O, come nel caso dell’undici settembre, dalla quantità considerevole di zone d’ombra. Accade così che, nonostante la colossale esposizione mediatica, l’episodio che ha segnato la storia degli ultimi anni non risolve i dubbi con la commissione d’inchiesta federale. Anzi. Gli elementi controversi sono talmente numerosi da vanificare ogni speranza di una facile soluzione. Una lettura approfondita la tenta Pino Cabras con il libro Strategie per una guerra mondiale, dall'11 settembre al delitto Bhutto (Aìsara, 2008, 360 pagine, 14,50 euro) che sarà presentato oggi a Cagliari alle 18 (salone della Società Umanitaria, Viale Trieste 126, coordina il giornalista Celestino Tabasso, legge alcuni brani l’attore Elio Turno Arthemalle).
Il volume – cui è associato il blog http://pino-cabras.blogspot.com – contiene una ricostruzione minuziosa dei fatti sotto molteplici punti di vista. Affiorano fortissimi intrecci tra politica, economia, apparati d’intelligence e industria degli armamenti. Spuntano inquietanti presenze occulte (organizzazioni segrete attive in ogni angolo del mondo a difesa di forti interessi) e attività tanto evidenti da passare in secondo piano rispetto alle immagini degli schianti (le esercitazioni militari in corso nei giorni dei grandi attentati: Usa 2001 e Londra 2005). Un castello d’accuse circostanziato come quello messo in piedi da Cabras non sarà sufficiente a smontare la ricostruzione ufficiale, che istintivamente si riconosce come l’unica possibile, ma aiuterà a leggere la realtà in maniera saggiamente critica. Al terrorismo, questa è la tesi principale, si può pensare come alla punta di un iceberg: sotto l’acqua si celano altri mostri, a loro agio nelle acque insanguinate della guerra totale.
Il libro di Cabras squarcia un altro velo mistificatorio: la presunta minaccia di allestire in volo gli ordigni composti da liquidi. Minaccia che si traduce nelle forti limitazioni al bagaglio a mano di chi vola, ma che in realtà è inconsistente: bisogna saper miscelare opportune dosi di acetone e acido solforico a perossido d’idrogeno purissimo. Le basse temperature necessarie alla reazione e le esalazioni tossiche che si sprigionano fanno della bomba da innescare nella toilette dell’aereo una storia buona solo per un film d’azione.
ANDREA MAMELI 
L'Unione Sarda, pag. 19, Cultura

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