Dalla rivoluzione della Digital-Music all’invasione degli Ultra-Film e Ipod (Sardinews Aprile 2008)

Sardegna ricerche.
Dalla rivoluzione della Digital-Music all’invasione degli Ultra-Film e Ipod
di Andrea Mameli
Un convegno a Cagliari: la tecnologia corre più veloce dell’industria


Per quarant’anni i cambiamenti avvenivano solo nella plastica dei dischi e nelle copertine, poi, di colpo, l’irruzione delle tecnologie digitali ha determinato un salto epocale. La storia dell’industria discografica e di quella cinematografica ha fatto registrare nell’ultimo decennio tanti di quei contraccolpi da rendere impossibile una semplice ricostruzione dei fatti. Nel passaggio dal disco a 78 giri a quello a 33 e dalle bobine alle musicassette i miglioramenti sono stati significativi (riduzione dei costi, aumento della durata e ascolto stereofonico) anche se non sempre accompagnati dalla crescita in termini qualitativi. Ma lo sviluppo del mondo digitale ha portato innovazione e cambiamenti con fortissimi contraccolpi in tutti i settori legati al trattamento, alla memorizzazione e alla distribuzione dei contenuti. Per riflettere su questi temi e per fornire utili indicazioni agli operatori del settore, l’ente sardo per la ricerca e lo sviluppo tecnologico (Sardegna Ricerche), accanto ai Progetti di Innovazione Industriale (PII) finalizzati alla costituzione del distretto tecnologico delle Tecnologie dell’Informazione e delle Comunicazioni, ha previsto un ciclo di incontri di approfondimento e discussione. Il primo seminario del programma “Tecnologie e sviluppo per i contenuti digitali in Sardegna si è tenuto al T-Hotel di Cagliari il 10 aprile. Intorno al tema “Digital content production: musica, audio, video e tecnologie” si sono confrontati esperti di tecnologie, editori e rappresentanti dell’industria musicale.
“Nel 1983 – ha ricordato Andrea Rosi, dirigente della Sony Bmg Music Entertainment con alle spalle una ventennale esperienza nell’industria discografica – arrivarono i primi CD e ci vollero 4 anni per adattarci alla novità le aziende del settore musicale non hanno saputo cogliere la rivoluzione in atto. Io toccai con mano i cambiamenti imposti dalle nuove tecnologie quando Gianluca Dettori mi chiamò a Vitaminic.”
E spesso farsi trovare impreparati in tempi di cambiamenti può costare caro: “In Italia – ha spiegato Rosi – l’industria della musica ha perso il 40% degli addetti negli ultimi 5 anni. Del resto 100 milioni di ipod venduti in tutto il mondo significano qualcosa. Noi affrontiamo questa situazione in vari modi, per esempio inventando nuovi prodotti intorno a ciascuno dei nostri brani musicali: oggi arriviamo anche a 70, dall’album alle suonerie, dai video ai brani in diversi filmati.”
Quello che cambia è il concetto stesso di fruizione: “La musica – ha concluso Andrea Rosi – è destinata a diventare servizio e non più prodotto. La stessa dimensione dell’ascolto è mutata: non più e non solo a casa con l’impianto stereo, ma dovunque, con strumenti di riproduzione sempre più piccoli e sofisticati.”
E in questo senso diventa sempre più centrale il ruolo svolto dai telefoni cellulari: “Non più semplici strumenti di comunicazione – ha ricordato Stefano Lieto (Nokia) – ma sempre più sofisticate centraline multimediali.”
Ma nel tempo del web 2.0 ovvero delle risorse realizzate dagli stessi utenti e delle comunità virtuali (il cosiddetto social networking che è molto più reale di quanto possa sembrare) i cambiamenti sono in agguato anche per l’industria dell’intrattenimento per eccellenza: il cinema. Il fenomeno del filmato autoprodotto, distribuito gratuitamente in rete (a partire da YouTube), i video musicali
legati alla piattaforma MySpace sono solo la punta dell’iceberg. Le nuove frontiere del cinema collaborativo sono state illustrate da Davide Bennato (docente di Sociologia della Ricerca e dell’Innovazione alla Sapienza di Roma e di Progettazione di Sistemi Multimediali all’Università di Siena): “La facilità e la rapidità con le quali i gruppi di appassionati di cinema si confrontano e si organizzano sta portando alla creazione di nuovi prodotti, a volte di altissimo livello. Nascono così i video amatoriali che di amatoriale hanno solo il nome: film di qualità a volte indistinguibile dal vero cinema.” Questi prodotti vengono denominati Fan-Movie proprio perché traggono origine dalla passione sfegatata degli spettatori di film e telefilm, ma anche dalla voglia di uscire dal gioco di squadre di esperti di video-game. “I vestiti di scena, le ambientazioni, gli effetti speciali – ha spiegato Davide Bennato – sono accuratissimi e in qualche caso superiori a quelli dei film o dei videogiochi dai quali traggono ispirazione. Bennato (che è anche vicepresidente della Società Italiana di studi sociali su Scienza e Tecnologia) ha mostrato alcuni esempi significativi di questa insolita produzione (a distribuzione prevalentemente gratuita) sottolineando che il fenomeno è in piena espansione: prepariamoci all’invasione degli ultra-film.
Ma tra gli aspetti più importanti nel campo dei contenti digitali vi sono quelli legati ai diritti d’autore, all’accessibilità dei contenuti digitali per tutte le categorie di utenti e alla fruizione personalizzata. L’incontro promosso da Sardegna Ricerche (coordinato da Carlo Massarini, giornalista e conduttore televisivo) ha dato spazio anche a un approfondimento di questa delicata tematica. Sono intervenuti Leonardo Chiariglione (padre dei formati digitali Mpeg e Mp3, per la trasmissione di video e musica), Davide D’Atri (Beatpick), Deborah De Angelis (Creative Commons Italia), Cristina Mussinelli (Associazione Italiana Editori).

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