Quella malattia che uccide il passato (L'Unione Sarda, 21 settembre 2008)


Giornata dell'Alzheimer, a Cagliari si parla del libro "Lo sconosciuto"
Oggi colpiscono 24 milioni di persone in tutto il mondo, più del venti percento della popolazione sopra i 65 anni. Sono le demenze, malattie degenerative del cervello i cui sintomi includono perdita di memoria, difficoltà nel trovare le parole, incertezze nel comprendere quel che dicono gli altri, modifiche nel comportamento. Come la malattia di Alzhaimer, la forma più comune di demenza, basti pensare al caso di Annie Girardot, la protagonista di Rocco e i suoi fratelli su cui la rete francese TF1 manderà in onda oggi un documentario. Il 25 ottobre l'attrice compirà 77 anni e soffre della malattia che uccide il passato. Annie Girardot non sa più di essere Annie Girardot.
Oggi è la quindicesima Giornata Mondiale dell'Alzheimer e sono in programma diverse iniziative come il concerto organizzato dalla Federazione Alzheimer Italia alla Scala di Milano per promuovere la ricerca sull'invecchiamento cerebrale. C'è anche chi propone la modifica dell'articolo 32 della Costituzione ("La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti") con l'aggiunta di un impegno preciso da parte dello Stato: "contrasta l'evoluzione progressiva della malattia nell'universalità dei saperi messi in evidenza dalla ricerca scientifica". La Giornata, istituita nel 1994 dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e dall'organizzazione non profit Alzheimer's Disease International, costituisce un momento di informazione e sensibilizzazione intorno alla malattia identificata dal neurologo tedesco Alois Alzheimer 102 anni fa.
A Cagliari, il 22 settembre alle 18 nel padiglione E di Villa Clara (su
invito dei Laboratori di Cittadinanza del Dipartimento di Salute Mentale) lo scrittore Nicola Gardini presenta il romanzo Lo sconosciuto (192 pagine, 14,00 euro, Edizioni Sironi 2007).
Secondo Gabriella Salvini Porro, Presidente della Federazione Alzheimer Italia: «In questo libro c'è qualcosa che ci accomuna tutti, anche coloro che l'Alzheimer non l'hanno conosciuto ancora. Perché la sofferenza umana è fatta di sentimenti traditi, di aspettative deluse, di ruoli irrisolti che la malattia esaspera ma aiuta a mettere a nudo rompendo il muro di silenzio che li circonda.»
Il libro racconta la storia di un uomo che scopre improvvisamente notevoli cambiamenti nel comportamento del padre («da un giorno all'altro papà diventò un bambino») fino a riconscere la causa della trasformazione e comprenderne gli effetti: «quella malattia esaspera i tratti essenziali del carattere, come una punizione dantesca».
Nicola Gardini insegna letteratura italiana all'Università di Oxford. Ha pubblicato numerose opere di critica e di invenzione e traduzioni di poeti. Ha curato con Anna Ravano il recentissimo Meridiano Mondadori di Ted Hughes. Gli abbiamo chiesto come si scrive un romanzo come questo, basato su fatti reali. «Il libro - spiega Gardini - è stato scritto contemporaneamente ai fatti di cui parla. Dunque, a parte certi appunti, che mi sono serviti per fornire saggi del linguaggio di mio padre delirante, tutto è "autoptico", per dirla con gli storici greci. In effetti, per me questo, prima che essere il resoconto di una malattia, era ed è un romanzo, per quanto basato su fatti reali.»
Che reazioni ha avuto? «Molti lettori mi hanno scritto e alcuni continuano a scrivermi, non mi aspettavo che il mio romanzo avesse la capacità di commuovere così tante persone. Parecchi tra loro, ovviamente, sono coinvolti negli stessi problemi che io e mia madre abbiamo dovuto affrontare, cioè hanno un parente stretto malato di Alzheimer.»
Quale parte ritiene più importante? «La descrizione del declino linguistico di Bruno. Sono le pagine alle quali sono più affezionato, quelle in cui, come scrittore,credo di aver espresso il meglio delle mie capacità: chiarezza e crudeltà. Ma per chi non sa di cosa stiamo parlando, la descrizione della condizione del "disimparare" mi sembra la più illuminante: "La malattia va avanti, procede di livello in livello, come una scuola, una scuola all'incontrario...".»
ANDREA MAMELI (L'Unione Sarda, inserto Estate Cultura, pagina VI, 21 settembre 2008)

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