Crisi-acqua, erosione e desertificazione: ecco come rimediare (L'unione Sarda, 17 novembre 2008)
Convegni
Un incontro a Cagliari
In che modo pianificare la gestione delle risorse idriche, anche allo scopo di prevenire i disastri ambientali? Come controllare l'evolversi dei fenomeni di erosione dei litorali, di desertificazione e di intrusione marina nelle falde acquifere? Sono alcune delle domande alle quali gli esperti italiani e marocchini hanno tentato di rispondere nel congresso Tecnologie innovative per la gestione delle risorse idriche in climi aridi svoltosi il 13 novembre a Cagliari, nella facoltà di Ingegneria. Le attività esposte riguardano i risultati delle attività finanziate dalla Regione sarda con i fondi della legge regionale 19 del 1996 e sviluppate tra Sardegna (Dipartimento Ingegneria del territorio dell'Università di Cagliari, CRS4 e ENAS) e Marocco (Université Abdelmalek Essaâdi di Tétouan).
Una gestione rigorosa delle acque sotterranee, è emerso nel simposio, diviene basilare per lo sviluppo economico e sociale delle regioni del Mediterraneo. In queste aree si pratica l'agricoltura intensiva, persistono frequenti e prolungati periodi di siccità, si manifesta la scarsità di acque superficiali, e per queste ragioni si verifica lo sfruttamento incontrollato delle acque di falda, drammaticamente impoverite e a rischio di intrusione marina. Questi fattori oltre al degrado dei suoli espongono anche a gravi rischi di desertificazione.
Alcune aree costiere della Sardegna (Muravera, Capoterra, Oristano, Ogliastra) e del Marocco (Tétouan, Oued Laou) simultaneamente oggetto di agricoltura intensiva e speculazione edilizia, turismo non sempre sostenibile, e acquicoltura, nonostante la bassa densità di popolazione, sono rappresentative del fenomeno.
Il comportamento sostenibile impone, oltre alla conoscenza delle caratteristiche fisiche del sistema acquifero, anche adeguati strumenti per la pianificazione e la gestione delle risorse idriche e la pianificazione territoriale.
Dallo studio eseguito a Oued Laou (Marocco) è emerso che il ricorso a metodologie innovative di indagine geofisica, integrato con l'uso di modelli di simulazione numerica e tecnologie informatiche all'avanguardia, può garantire una migliore caratterizzazione degli acquiferi e la suddivisione del territorio in zone omogenee in cui definire regole di gestione sostenibile e in condizioni di tutela dall'inquinamento. Tutti i dati acquisiti durante lo studio, assieme ai modelli numerici, alle analisi spazio-temporali, sono stati inseriti in un sistema informativo accessibile dal web che permette la gestione di basi di dati di qualità e geograficamente distribuite, l'accesso a risorse di calcolo ad alte prestazioni e a servizi per la gestione del ciclo integrato dell'acqua.
L'auspicio formulato dai ricercatori che hanno partecipato al progetto è legato alla prosecuzione della cooperazione, con l'obiettivo di completare gli studi modellistici, idrogeologici e gestionali degli acquiferi costieri del Mediterraneo. In questo modo conoscenze tecnico-scientifiche acquisite per le specifiche realtà in studio potranno contribuire alla definizione di soluzioni ottimali per la gestione delle risorse idriche in ambienti aridi. Soluzioni in grado di garantire una crescita rispettosa dell'ambiente e dei rapporti di pace tra i popoli del Mediterraneo.
ANDREA MAMELI
L’Unione Sarda, Cultura Pagina 57 - 17 novembre 2008
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