Addio a Giulio Macchi. Inventò gli orizzonti della scienza e della tecnica (L'Unione Sarda, 31 marzo 2009)
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Quella di Giulio Macchi può essere considerata sicuramente la prima trasmissione divulgativa della tv italiana, se si eccettua "L'amico degli animali" di Angelo Lombardi andata in onda dal 1956 per 700 puntate. E se si eccettuano due brevi cicli di trasmissioni divulgative come "Avventure della scienza" di Enrico Medi (1954) e "La macchina per vivere” di Anna Maria Di Giorgio (1957). Da ricordare anche la mini serie dedicata all’energia nucleare proposta dalla Rai tra il 1961 e il 1964: "Atomo pratico", "Italia nucleare", "Storia della bomba atomica".
Il grande interesse degli italiani verso la scienza in televisione trova conferma nel recente saggio di Valeria Arzenton e Massimiano Bucchi: "Gli Italiani, la scienza e l'ambiente. Secondo rapporto su scienza, tecnologia e opinione pubblica in Italia" (Il Mulino): tv, radio e riviste di settore restano le fonti d'informazione ritenute più affidabili su questi temi, anche se è in continuo aumento la credibilità dei media meno tradizionali, come i blog di ricercatori e siti web dei centri di ricerca.
I sondaggi condotti da Arzenton e Bucchi evidenziano giudizi molto lusinghieri rispetto alla testimonianza diretta degli scienziati in incontri pubblici e alle esperienze divulgative di successo come i festival della scienza. Nell'ambito della carta stampata, infine, le riviste di divulgazione scientifica risultano più credibili delle pagine scientifiche dei quotidiani.
Stabile, rispetto all'anno precedente, il livello di alfabetismo scientifico: sempre al di sotto della media europea seppure di poco. Qui colpisce, proprio nell'anno dedicato a Galileo, che un italiano su due non sappia che il sole è una stella. Evidentemente, nonostante splendidi documentari e ottime trasmissioni tv, la diffusione della cultura scientifica, in Italia, ha evidentemente ancora bisogno di qualche sforzo.
ANDREA MAMELI
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