Il mondo in riva al mare. Lo sviluppatore di software Stefano Sanna spiega Android, il nuovo "cervello open" che rende intelligenti i telefoni cellulari (L'Unione Sarda, 4 agosto 2009)


Lo sviluppatore di software Stefano Sanna spiega Android, il nuovo "cervello open" che rende intelligenti i telefoni cellulari 

Portare il lavoro in vacanza: per alcuni condanna, per altri lusso. Per altri ancora autentica ossessione, come accade a chi ha sposato un (o una) manager: negli Usa la circostanza ha già dato origine a separazioni e divorzi. Per indicare la nuova forma di dipendenza (digitale) è stato coniato il termine “tecnostress” e sono attive le prime comunità per aiutare a disintossicarsi dal cellulare. Nonostante ciò la possibilità di raggiungere un amico o un collega via e-mail in ogni momento può essere al contrario fonte di serenità. Senza contare la risoluzione di innumerevoli problemi: con Google, e svariate mappe stradali, nel palmo della mano, trovare un ristorante o una guardia medica è molto più semplice. Ecco che la tecnologia, ancora una volta, offre nuove soluzioni a vecchi problemi e lo fa, come sempre, in posizione neutrale. Il cellulare intelligente, lo smart phone che si collega a Internet sempre e ovunque, può certo creare stress e ma può anche far uscire dai guai. Cerchiamo di capire come funziona uno degli ultimi arrivati: Android. Dopo il successo planetario del cellulare Apple, il celebre iPhone, nasce uno smart phone il cui cervello si basa su sistemi aperti, non proprietari. Per capire il valore e l'entità di questa novità abbiamo interpellato un esperto, Stefano Sanna, sviluppatore di software per telefoni cellulari per un'importante società italiana e tra i primi autori italiani di software per Android. Sanna, sangavinese di nascita e romano d'adozione, ha realizzato la prima libreria pubblica per usare Bluetooth su Android e ha scritto un libro sulla programmazione dei cellulari “Java Micro Edition, Sviluppare applicazioni network-oriented per telefoni cellulari e PDA” (Hoepli, 2007) adottato come testo in alcuni corsi universitari. 
Cosa è questo Google Android e cosa lo distingue dagli altri ambienti? 
«È un ambiente operativo per telefoni cellulari, ovvero l'insieme di software installato sul terminale e degli strumenti di sviluppo che consentono di scrivere applicazioni personalizzate. Si tratta di un progetto ambizioso: dal punto di vista ingegneristico è all'avanguardia e molto potente, inoltre è totalmente opensource, ovvero il codice sorgente è stato reso disponibile alla comunità degli sviluppatori. Android viene sostenuto, oltre che da Google, da una cordata alla quale partecipano i principali attori del mercato ICT, non necessariamente legati alla telefonia mobile. Basato su Linux e Java, Android nasce come alternativa aperta e royalty-free ai sistemi proprietari, quali Windows Mobile e Symbian». 
Apple ha rivoluzionato il mercato delle applicazioni per telefoni cellulari. Android si inserisce in questo solco? 
«A parte l'interfaccia innovativa multitouch e l'approccio “Mac”, ovvero design perfezionista e cura maniacale dei particolari, l'iPhone ha portato due rivoluzioni fondamentali nel mondo della telefonia mobile: l'App Store, il catalogo online di programmi per iPhone, e l'uso sistematico della connettività UMTS. L'utente ha imparato, per così dire, che un terminale mobile ha valore se può essere personalizzato con le applicazioni che gli occorrono, distribuite attraverso un ricco catalogo, e se lo smartphone può dare accesso ai servizi Internet con continuità. Android va in questa direzione: l'Android Market offre migliaia di applicazioni gratuite e a pagamento, e il sistema offre una ricca collezione di utility preinstallate che consentono di accedere in maniera semplice e completa ai servizi di Google: email, contatti, motore di ricerca, maps. Rispetto alla proposta Apple, Google ha fatto di Android un sistema aperto, i cui codici sono a disposizione di chiunque voglia realizzare un dispositivo. In questo senso, dunque, Android non è un semplice sistema operativo ma un ecosistema, la cui ricchezza e importanza potrà misurarsi con il numero di aziende che decideranno di investirvi. Per solo HTC e Samsung hanno in catalogo terminali Android, ma altri nome quali Sony-Ericsson e Motorola hanno annunciato nuovi prodotti compatibili».
Uno dei due avrà la meglio sull'altro o rispecchiano clientele diverse?
«Ricco catalogo di applicazioni e connettività flat sono due costanti che non verranno meno. iPhone e Android hanno clienti diversi: il primo è trendy, il secondo più tecnologico: geeky. Non credo che uno prevarrà sull'altro, ma saranno espressione di due segmenti di mercato. Verosimilmente l'iPhone resterà scuola di nuove modalità di interazione, mentre Android si candida ad essere il sistema che vedremo installato sui computer di bordo delle autovetture, nei dispositivi multimediali portatili o sui netbook. Sempre che Apple non decida di entrare anche su questi mercati». 
ANDREA MAMELI

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