Settimana enigmistica: ha 77 anni (L'Unione Sarda, Cultura, Estate, 12 agosto 2009)
Più di tre milioni di copie al mese per la rivista fondata nel 1932 dal sardo Giorgio Sisini
Ha 77 anni ma non li dimostra. E si trova sempre a suo agio: sul comodino, sotto l'ombrellone, in aereo o in treno. La Settimana Enigmistica accompagna gli italiani dal 1932, 19 anni dopo che il supplemento domenicale del New York World pubblicò il primo cruciverba. Ma mentre i giornali statunitensi, per risparmiare, fanno sparire le crosswords dalle loro pagine, La Settimana Enigmistica vende sempre più di 3 milioni di copie al mese e otto mesi fa ha raggiunto il traguardo dei 4000 numeri pubblicati.
Il segreto del successo? Una miscela ben dosata di enigmi, quiz, curiosità, barzellette, e poi l'assenza di pubblicità, la cura maniacale della precisione, senza mai strizzare l'occhio alla volgarità o al gossip.
Uno dei contenuti più attraenti della Settimana, come la chiamano all'edicola i suoi affezionati lettori, resta sempre il cruciverba (nome, per inciso, coniato da Valentino Bompiani): un gioco, una sfida, ma anche, per dirla con le parole di Emilio Cecchi, un caleidoscopio verbale che è anche specchio del mondo contemporaneo: «Qualcosa di semplicissimo e formidabile - scriveva Checchi nel 1925 - il gusto della parola necessaria; la luminosa attrazione delle idee innate; il senso di poter fare dentro di sé infinite scoperte mediante la chimica del crittogramma; la poesia delle innumerevoli associazioni; il decoro architettonico di eleganti e inaspettate identità».
E forse, come sottolinea l'enigmista Stefano Bartezzaghi (L'orizzonte verticale. Invenzione e storia del cruciverba, Einaudi), non è casuale che questo gioco nasca proprio negli anni in cui cubismo e futurismo disegnavano le nuove linee della modernità. Lo stesso Bartezzaghi in Lezioni di enigmistica (Einaudi) ricorda che l'arrivo in Italia del cruciverba, nel 1925, segna la nascita dell'enigmistica popolare. Dove "popolare" indica che tutti la conoscono, ma anche che i cultori dell'enigmistica classica la disprezzano. «Un atteggiamento - sottolinea Bartezzaghi - in cui è presente anche una sfumatura di invidia».
Ma la Settimana Enigmistica (che fu inventata da un sardo, l'ingegner Giorgio Sisini di Sennori) ha anche altre virtù. C'è chi si è liberato dalla paura di volare, con la Settimana sulle ginocchia. Altri la usano per combattere la stitichezza.
Ma l'effetto più rilevante (oltre all'esercizio linguistico) è costituito dall'esercizio mentale. Uno stimolo salutare e senza effetti collaterali. Nel sito ufficiale - www.aenigmatica.it - è presente anche una splendida "Scuola di enigmistica".
ANDREA MAMELI
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