Intelligenza artificiale. Due guide sarde per trovare i sentieri (L'Unione Sarda, 24 gennaio 2010)

due sardi al Javaday Ci saranno anche due sardi, sabato 30 gennaio, al Javaday Roma, l'evento dedicato a ricercatori, studenti, esperti e semplici appassionati del linguaggio di programmazione Java. Il titolo della manifestazione è “Un giorno in un altro universo” e per i non addetti ai lavori lo sarà davvero. A partire dalla terminologia: Stefano Sanna interverrà, insieme al collega Emanuele Di Saverio, con un seminario sul tema “Android Bluetooth Hacking” dedicato all'impiego della tecnologia Bluetooth per la comunicazione senza fili in ambiente Android, con incursioni nel mondo della robotica, mentre Massimiliano Dessì illustrerà il funzionamento di "Spring ROO e dell'add-on Alfresco SpringSurf".
Nel 2004 Dessì ha scritto il primo articolo in italiano sull'impiego di questa tecnologia in ambito web e dopo due mesi è stato contattato da una società del gruppo IBM per tenere un corso ai loro architetti software, successivamente ha fondato lo Spring Italian User Group, uno dei primi al mondo. Da aprile 2009 è presidente del Java User Group Sardegna Onlus, di professione fa il "software architect/developer", studia Ingegneria Informatica al Politecnico di Torino e divide il tempo libero fra i suoi tre figli e il volontariato informatico, essendo impegnato nella creazione di un sistema per facilitare i contatti con i donatori di sangue via sms: «La versione web - spiega Dessì - permette di aggiungere altre modalità per contattare i donatori e sopratutto per fornire molti più strumenti ai centri di raccolta che non hanno molti mezzi tecnologici per svolgere il loro lavoro».
Ma Dessì recentemente ha anche pubblicato un libro dedicato alla “Programmazione orientata agli Aspetti” con un editore estero (Packtpub) e sta riscuotendo un discreto successo internazionale nel suo ambito professionale: «Alcuni dei recensori, da diverse parti del mondo - spiega Dessì - sono rimasti colpiti nel trovare proprio tutti i casi d'uso che normalmente si trovano sparsi in più libri e quasi mai con gli esempi pratici con tanto di output del risultato. Ad altri è piaciuto il taglio semplice e pratico che permette di utilizzarlo come una reference nel lavoro di tutti i giorni.»
Cosa è la programmazione ad aspetti?«Con una metafora direi che è come quando entri in una stanza al buio e devi premere un pulsante per accendere la luce e un altro per spegnerla: ti servono degli interruttori per comunicare all'impianto elettrico le tue intenzioni, sia che tu abbia un monolocale sia che abbia un grattacielo. Con la programmazione ad aspetti tu daresti due regole ad una centralina: “Ogni volta che qualcuno entra in una stanza accendi la luce”, e: “Ogni volta che qualcuno esce da una stanza spegni la luce”. Stai risparmiando sugli interruttori e stai soprattutto evitando che qualche interruttore sia difettoso o montato male, perché se c'è un problema o un errore può essere solo nella centralina.»
Quanto tempo è servito per scriverlo?«Dopo che l'editore mi ha chiesto un libro di 320 pagine ho dovuto studiare molto. L'intero lavoro è durato nove mesi, tre mesi e mezzo per la prima scrittura dell'intero libro e cinque mesi e mezzo di revisioni, riletture e correzioni; oltre a Stefano Sanna che è stato il mio revisore principale, ci sono stati anche altri quattro revisori americani e indiani».
ANDREA MAMELI

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