13 novembre 2010

Giorgio Häusermann e i suoi giocattoli della scatola di Einstein al Cagliari FestivalScienza 2010

Häusermann La chiusura del Cagliari FestivalScienza 2010 (organizzato dal comitato Scienza Società Scienza) è stata affidata al fisico svizzero Giorgio Häusermann (docente-ricercatore al Dipartimento della Formazione e dell'Apprendimento della SUPSI, University of Applied Sciences of Southern Switzerland, di Locarno). Tra palloni spinti in alto con getti d'aria, missili di gomma piuma sparati a mano, molle che suonano, corde che non si lasciano lanciare, palloncini fatti volare dai bambini, lo spettacolo "I giocattoli della scatola di Einstein" ha divertito e interessato il pubblico. Un pubblico composto da bambini, giovani, adulti e anziani che gremiva sala sala conferenze del centro culturale ExMà. Una bella festa finale per un magnifico festival, che diventa anno dopo anno più bello e più ricco di stimoli. Häusermann
Giorgio Häusermann e il suo assistente (Marco Miranda) hanno illustrato il funzionamento di giocattoli utili a un avvicinamento dolce al mondo della fisica. E lo hanno fatto con la leggerezza e la simpatia di chi si diverte a rendere facili concetti difficili.
Giorgio Häusermann si è laureato in fisica nel 1975 e per alcuni anni ha insegnato matematica e fisica nella scuola. Il suo tema preferito è l’apprendimento della fisica per mezzo dei giocattoli, dalla scuola dell’infanzia ai corsi di formazione dei docenti. Sul tema dell'apprendimento della fisica con l’utilizzo dei giocattoli collabora dal 2009 con la Televisione della Svizzera Italiana alla trasmissione per bambini “Colazione con Peo”. Dal 2006 organizza la giornata di studio “il viaggiatore scientifico” che si svolge a Locarno a metà novembre.
scatola di einstein palloncini
Andrea Mameli, Cagliari, 12 novembre 2010

12 novembre 2010

Collisioni fra ioni piombo (ALICE 8 novembre 2010) e viste LHC

Ricostruzione di una delle prime collisioni fra ioni piombo osservate nel corso dell'esperimento ALICE (8 novembre 2010): le tracce corrispondono alle particelle prodotte nell'urto e rivelate dall'esperimento. LHC experiment ALICE
Due viste del Large Hadron Collider
LHC1
LHC2
Per gentile concessione di Corrado Cicalò (INFN sezione di Cagliari).

11 novembre 2010

Particelle in viaggio verso l'inizio delle domande (L'Unione Sarda, 11 novembre 2010)

LHC LHC, il più grande acceleratore del mondo, sta iniziando a regalare i primi risultati. La gigantesca macchina, in grado di far scontrare due fasci di particelle dopo averli sparati in direzioni opposte, all'interno di due tunnel tenuti per anni a 271 gradi centigradi sotto zero, ha fornito le prime immagini delle collisioni tra ioni di piombo. L'acceleratore, attivato il 9 settembre 2008 e bloccato 10 giorni dopo a causa di un incidente, ha ripreso a funzionare il 20 novembre 2009. Quasi un anno di lavoro con fasci di protoni e poi, nella notte tra sabato 6 e domenica 7 novembre 2010, si sono manifestate le prime collisioni tra “pacchetti” di ioni piombo. L'obiettivo è ricreare piccole quantità di plasma di quark e gluoni, nientemeno che uno dei primi stati della materia dopo il Big Bang. Ma anche per rispondere a molte altre domande fondamentali: cosa c'è all'origine della massa? Perché le particelle elementari hanno masse diverse? Esistono altre dimensioni oltre a quella temporale e alle tre spaziali, secondo i modelli di teoria delle stringhe?
Per farlo sono al lavoro migliaia di studiosi provenienti da ogni parte del pianeta coinvolti in quattro esperimenti: Atlas (A Toroidal Lhc ApparatuS), Cms (Compact Muon Solenoid), Lhcb ed Alice (A Large Ion Collider Experiment).
Le frontiere teoriche e sperimentali della nuova fisica sono state al centro di un interessante seminario, svolto ieri pomeriggio al Cagliari Festival Scienza (all'Exmà fino a domani). Protagonisti d'eccezione un fisico sperimentale, Biagio Saitta, e un fisico teorico, Gian Francesco Giudice.
A Biagio Saitta, direttore dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) di Cagliari, abbiamo chiesto quanti sono e di cosa si occupano i due gruppi di Cagliari presenti a Ginevra. «In totale circa 25 ricercatori dell'Università di Cagliari e della locale Sezione Infn lavorano a Lhc. A questi si deve aggiungere un nutrito gruppo di laureandi nel corso oltre dodici anni. I ricercatori di Cagliari sono distribuiti in due esperimenti distinti. Qui va tenuto ben presente che una cosa è l'acceleratore Lhc, “lo strumento”, altro sono i rivelatori, “gli esperimenti”, che operano su di esso. Un gruppo di Cagliari lavora all'esperimento Alice, che si propone di verificare l'esistenza di una nuova fase della materia, chiamata quark-gluon plasma, che si pensa esista in condizioni estreme di temperatura e densità di energia. L'altro gruppo lavora a Lhcb, esperimento dedicato a misure specifiche su particelle contenenti il quark beauty. Entrambi i gruppi sono stati coinvolti nella costruzione di parti del rivelatore. Per Alice: camere traccianti per la rivelazione di muoni. Per LHCb: costruzione di rivelatori di muoni per la zona dove la densità di particelle è elevata e progettazione della parte elettronica degli stessi rivelatori».
A Gian Francesco Giudice, al Cern dal 1993 e autore del volume divulgativo “Odissea nello zeptospazio. Un viaggio nella fisica dell'Lhc” (Springer-Verlag, 2010), che sarà presentato oggi alle 18 nella libreria Piazza Repubblica di Cagliari, abbiamo chiesto perché la comunità internazionale ha intrapreso un'impresa scientifica così impegnativa.
«Il primo obiettivo - spiega Giudice - sarà il Bosone di Higgs, la particella prevista nel “Modello standard” delle particelle. Sono problematiche che possono sembrare al pubblico molto astratte, ma in realtà sono aderenti alle domande che l'uomo si è sempre posto di fronte all'universo: cosa è lo spazio, cosa è il tempo, cos'è la materia. In fondo, lo scopo ultimo non è scoprire una nuova particella, ma le leggi che ci sono dietro. La particella è solo la manifestazione di un fenomeno e noi vogliamo scoprire tutte le leggi della natura che governano quel fenomeno e che ci permettono di comprendere l'intero universo nella sua globale complessità. Noi stiamo esplorando l'ignoto e i risultati potrebbero innescare una rivoluzione di pensiero, un cambio nel nostro modo di concepire il mondo, proprio come è avvenuto all'inizio del Novecento con la scoperta della meccanica quantistica».
ANDREA MAMELI

09 novembre 2010

Alieni in visita al Cagliari FestivalScienza, il 9 Novembre 2010, con Laboratorio Scienza

alieni1 Cagliari FestivalScienza, 9 novembre 2010. Presentazione del libro Alieni in visita. Esplorazioni scientifiche del cosmo. proporzioni Con gli autori (Andrea Mameli e Fabrizio Pani) e le animatrici di Laboratorio Scienza (Annalisa Zurru e Francesca U).
Si parte dalle pagine illustrate per arrivare alla percezione delle proporzioni fra Sole e pianeti, alla biodiversità e infine ai disegni ispirati alle avventure dei due alieni.
Laboratorio Scienza sorprende i bambini (e anche molti adulti) insegnando un trucco mnemonico per non dimenticare nomi e disposizione dei pianeti del Sistema Solare (elencati a partire dal più vicino al Sole): Mamma Vedo Tre Marziani Giganti Sopra Una Nuvola.
Poi si parla di fotosintesi e si gioca con la catena (anzi la rete) alimentare, per arrivare a capire che le forme di vita sono tutte decisive per l'equilibrio del pianeta. rete alimentare Infine la sorpresa finale: i disegni di Fabrizio sul cartellone (che sarà donato alla scuola) e le foto scattate dai bambini e dalle bambine. Faceva un certo effetto vedere Fabrizio circondato dai nintendo ds, le fotocamere e i cellulari degli scolari.
Il nostro libro illustrato che racconta il immaginario di due alieni curiosi, Ultroz e Tawhox, dalle profondità del cosmo al nostro mare è come sempre un pretesto per spaziare tra la scienza e la tecnologia.
I bambini della quarta e della quinta C della scuola di via Capo D'Orso (Monserrato, Cagliari) hanno partecipato con interesse e vivo entusiasmo.
Hanno ascoltato, osservato, partecipato, risposto, domandato, fotografato e... raccolto i nostri autografi!


Laboratorio Scienza filastrocca pianeti