Alcuni suggerimenti per diventare un uomo, designer, ecosostenibile (10 maggio 2011)

Design e Massmedia Alcuni suggerimenti per diventare un uomo, designer, ecosostenibile
Chi non si è mai chiesto come si faccia a ridurre al minimo i consumi, eliminando gli sprechi? Ma anche soddisfare i propri consumi residui nel modo meno inquinante, a parità di investimento?
Andrea Mameli nel suo libro "Manuale di sopravvivenza energetica - come consumare meglio ed essere felici" spiega che per favorire lo sviluppo di tecnologie per ridurre l'emissione di CO2, serve un'accurata diagnosi energetica degli utilizzatori finali, così da ottenere maggiori riduzioni di sprechi inefficienze e usi impropri; con risultati ottimi in campo ambientale, ma anche economico.
Più aumentiamo l’efficienza, più risparmiamo, più possiamo investire nella crescita dell’efficienza. Questo è il nuovo circolo virtuoso che dobbiamo innescare per risanare l’ambiente e il sistema economico e produttivo."
Il libro nasce con il concetto di riuscire ad indirizzare la gente, non esperta, a capire il più possibile il perchè bisogna risparmiare energia ed adottare comportamenti sostenibili, il tutto coadiuvato da stratagemmi e tecniche per riuscirci.
Mameli spiega che, prima di tutto, per iniziare un iter per il risparmio energetico bisogna: CAMBIARE ABITUDINI come:
- camminare anzichè guidare
- non reciclare le vecchie riviste, ma riusarle (per impacchettare, perchè i costi del reciclo sono comunque ingenti)
- bere acqua dal rubinetto (le bottiglie di plastica hanno un forte impatto ambientale in termini di energia consumata)
- vestirsi a strati ed aprire le finestre (tollerare la temperatura in casa senza spendere in riscaldamento o raffreddamento)
- andare in vacanza vicino a casa (le lunghe tratte sono costose a causa del prezzo del carburante)
- dare ad altri i propri oggetti inutil
- non mangiare carne (è l'alimento più costoso da produrre)
- non fare la doccia da soli
- fare una compostiera (creare terra fertile con i proprio rifiuti alimentari)
- crearsi i propri cosmetici (aceto per i vetri, bicarbonato di sodio per ceramica, frutta e verdura)
Ma è anche importante, trasformare oggetti nuovi da altri vecchi, risparmiando; un esempio? La 111 Navy Chair, simile alla Emeco Navy Chair per forma, ma non per materiale; se la Emeco, del 1944, era in alluminio per essere resistente ed utilizzabile dalla Marina Americana, la 111 è fatta per il 60% di PET riciclato con pigmenti di fibra di vetro per mantenerla leggera, resistente ed ignifuga. Ora una curiosità...perchè si chiama 111??? Perchè è il numero delle bottigliette di plastica che vengono utilizzate per produrla. Prodotta da Moroni Gomma.
Insomma per chi si sentisse pronto a sfidare se stesso, può aderire alla proposta "NO IMPACT EXPERIMENT", cioè sperimentare, per una settimana, la vita senza impatto: ossia producendo il minimo dei rifiuti. C'è anche la versione italiana: "THE NO IMPACT EXPERIMENT". Oppure, fare come David Michael Bruno, e scegliere tra tutti gli oggetti che ci circondano, solo quelli necessari, fino ad un ammontare di cento pezzi.
Per chi volesse iniziare a piccoli passi, può scegliere le nuove forme di baratto, che negli ultimi anni stanno rallentando l'eccessivo consumismo "compulsivo". Dall'inglese swapping, il "baratto telematico" consiste in vendite informali, su base fiduciaria, con trattative condotte su Ebay o Swaptree. Ma non solo, esistono gli swap party e gli swap shop, dove lo scambio è l'unica moneta accettata.
Se il baratto fosse troppo per voi, Mameli spiega che si può iniziare da scelte coscienziose, prima tra tutte non essere pigri, nel senso che non si deve preferire le comodità al "sudore", perchè esse consumano energia. E solo con piccoli accorgimenti domestici, come spegnere gli elettrodomestici in stand by, non lasciare scorrere l'acqua inutilemente, usare lampadine a basso consumo, usare lavastovoglie e lavatrice ad intero carico; già si dà un apporto al risparmio; ciò che è importante è che bisogna partire dall'intenzione di non sprecare e dalla volontà di regolare i consumi.
Claudia Terzaghi (Blog design e massmedia, martedì 10 maggio 2011).

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