12 febbraio 2011

From Quad to Zero di Alessandro Carboni il 13 febbraio a Cagliari

Alessandro Carboni Il 13 febbraio 2011 Alessandro Carboni presenta From Quad to Zero: un resoconto del lavoro che l'artista e ricercatore sardo ha svolto in India nel 2006 e che ha condiviso con danzatori locali per 6 mesi.
Partendo dallo studio di sequenze matematiche e di danze del sud dell'India, Carboni interroga la relazione tra il numero e i processi di composizione coreografica. L'indagine ha condotto all'incontro con Quad, opera di Samuel Beckett. Il 13 febbraio alle 11, al Rerumnatura (via La Marmora 111, Cagliari).
WBNR: WHAT BURNS NEVER RETURNS è la seconda tappa del progetto di ricerca From quad to zero: un'ampia ricerca sul corpo e sulla città. Alessandro Carboni Un organismo al cui interno convivono territori deformanti, codici impazziti e disallineati che creano nuove mappature dinamiche di luoghi in continua trasformazione.
Alessandro Carboni (1976) è un artista multidisciplinare, coreografo, esploratore, ricercatore, osservatore. Interessato alle relazioni tra i corpi e gli spazi ha raccolto esperienze e competenze in Sardegna, a Londra, a Firenze, a Hong Kong, in India e a Berlin. Negli ultimi tempi, grazie al progetto LaDU (Multimedia Lab. of Urban Density) è rientrato a Cagliari e collabora con la facoltà di Architettura.
Cercando l'origine dello zero. Tra matematica e danza (Andrea Mameli, Archimede Webzine, 2006).
Overlapping Discrete Boundaries Alessandro Carboni experience.
LaDU_laboratorio multidisciplinare densità urbana
Alessandro Carboni
Alessandro Carboni

11 febbraio 2011

Arte e scienza, scambio reciproco

Molto spesso arte e scienza colgono insieme, quasi all’unisono, lo “spirito dei tempi”. E lo rafforzano. La sincronia talvolta è stupefacente. Pressoché perfetta.
Prendiamo in considerazione lo “strano caso” di Einstein e Picasso. Nel 1905 Albert Einstein è un giovane di 26 anni, laureato in fisica e impiegato all’Ufficio brevetti di Berna. Fuori dall’università e dal mondo accademico, dunque. Eppure riesce a elaborare una teoria fisica, la teoria cosiddetta della relatività speciale, con la quale spazza via il concetto di spazio assoluto e di tempo assoluto nella scienza.


Arte e scienza come fonti di reciproca ispirazione (Pietro Greco, 15 febbraio 2010)

10 febbraio 2011

Olimpiadi Italiane di Astronomia 2011

Olimpiadi Italiane di Astronomia
Il 21 febbraio sono in programma le Olimpiadi Italiane di Astronomia organizzate dalla Società Astronomica Italiana e dall’Istituto Nazionale di Astrofisica, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Le Olimpiadi Italiane di Astronomia sono inoltre collegate con le Olimpiadi Internazionali di Astronomia.

09 febbraio 2011

Popinga: "Einstein e Picasso, con qualche dubbio "

popinga einstein picasso L'11 giugno 2010 Popinga ha scritto un post in relazione alle conclusioni di Miller su Eintein e Picasso. Popinga faceva riferimento a una conferenza di Miller, in programma il 13 dicembre 2010 al Dipartimento di Fisica dell'Università la Sapienza di Roma, sul tema: "Einstein, Picasso: Abstract Art and Abstract Science". Ci interessa sapere qualcosa della conferenza e ve ne daremo conto.
Riguardo alle conclusioni cui Popinga giunge dopo lunga e accurata analisi dello scenario artistico e scinetifico (vi invito a leggere il post: Einstein e Picasso, con qualche dubbio ) faccio solo una breve citazione della critica di Popinga che si rivolge principalmente contro l'eccesso di entusiasmo verso il presunto avvicinamento tra Einstein e Picasso: "Innanzitutto non mi convince l’accostamento, indubbiamente accattivante, tra i due grandi personaggi, che, alla fine dei conti, sono stati scelti perché il loro nome è evocativo, ma che ebbero in comune solamente il fatto di vivere in anni di grande fermento culturale e di grandi innovazioni. Il ruolo di Einstein in questa storia è poco chiaro e il suo contributo alla trama sembra ridotto ad alcuni aspetti della sua biografia simili a quelli della biografia di Picasso."

08 febbraio 2011

Did Picasso know about Einstein?

Cubism Was it a coincidence that Picasso developed Cubism at about the same time that Einstein published his theory of relativity? Arthur I Miller thinks not. read here
Einstein, Picasso: Space, time and the beauty that causes havoc
The most important scientist of the twentieth century – Albert Einstein – and its most important artist- Pablo Picasso – went through their period of greatest creativity almost simultaneously and in remarkably similar circumstances. This parallel biography of Einstein and Picasso as young men focuses on their greatest achievements: Einstein’s special theory of relativity and Picasso’s Les Demoiselles d’Avignon, the painting that brought art into the twentieth century. When they produced these astonishing breakthroughs, Einstein and Picasso were in their twenties, unknown, feisty, dirt-poor, and prone to getting into trouble. For a while, Picasso even carried the playwright Alfred Jarrey’s pistol – loaded with blanks – with which he would shoot people who struck him as overly dull or earnest.

07 febbraio 2011

Tra Einstein e Picasso (Between Einstein and Picasso)

Einstein Picasso Schapiro Meyer Schapiro (1904-1996) è considerato uno dei più grandi storici dell'arte, docente a Harvard, Oxford e alla Columbia University. Lo citiamo su linguaggiomacchina perché gli siamo grati per il brillante volume Tra Einstein e Picasso. Spazio-tempo, cubismo, futurismo (Christian Marinotti edizioni, 2003, 240 pagine, 15,00 €), nel quale il percorso di avvicinamento tra arte e scienza sembra culminare in un incontro stellare.
Ma a interessarci non è l'incontro stellare, quello tra Albert e Pablo (che di fatto non si compie), quanto il clima culturale di quei tempi. Un clima certamente avvelenato dalle due guerre mondiali, ma non per questo meno vivo di altri periodi. Un clima ricco di sconvolgimenti in campo scientifico (relatività, meccanica quantistica) e artistico (astrattismo, cubismo). Pablo Albert E soprattutto con il travaso, perlopiù inconsapevole, dall'uno all'altro campo. Un travaso che ha in comune l'imbuto per il passaggio da un recipiente all'altro. L'imbuto della libertà individuale nel compiere l'osservazione del mondo circostante. Arte e scienza contemplano il medesimo mondo oggettivo, ebbe a scrivere Einstein nel 1921, e differiscono nella fase della ratifica: "Le accomuna l'amorevole devozione al superamento di ciò che è personale".
Nel libro di Schapiro emerge chiaramente la partecipazione internazionale a questi fermenti:
"Furono non i fautori del Cubismo, quali Braque e Picasso, ma alcuni loro seguaci, come Marchel Duchamp,
cane balla e i futuristi italiani sopra ogni altro, a sostenere di avere introdotto nella loro arte il tempo come ("quarta") dimensione".
E più avanti spuntano altri spunti di ricerca artistica del tempo: "Sebbene essi tentassero all'estremo di rendere le posizioni successive di un oggetto in movimento, come in Dinamismo di un cane al guinzaglio di Giacomo Balla, 1912, un cane in corsa con zampe moltiplicate e posizioni sovrapposte del corpo, niente in tali immagini corrisponde allo spazio-tempo nel senso inteso da Minkowsky ed Einstein."
D'altra parte, come ha scritto Pietro Greco su Jcom (Journal of Science Communication) nel giugno 2004 [Einstein, Picasso e i pellegrinaggi delle idee" (Pdf) o in inglese: Einstein, Picasso and ideas' pilgrimages]: "Nel dipingere Les Damoiselles d’Avignon, nel mandare in frantumi lo spazio classico e nell’avviare una rivoluzione nell’arte figurativa, il genio di Picasso ha interpretato e si è fatto partecipe dello “spirito del tempo”. Ivi compreso quello “spirito scientifico” che, a inizio ‘900, stava sottoponendo a seria critica la concezione newtoniana dello spazio e del tempo. Con Einstein. Ma non solo con Einstein."
E il nocciolo della questione, spiega Pietro Greco, è almeno apparentemente semplice: "il pittore spagnolo, come tutti i (futuri) esponenti del Cubismo all’inizio del XX secolo è impegnato in un vero e proprio “programma di ricerca”: la riduzione delle forme a rappresentazione geometrica. Il programma di ricerca di Picasso, come quello di Einstein, riguarda la simultaneità, anche se riferita allo spazio invece che al tempo. E l’ottica di Picasso è la medesima di Einstein: non esistono sistemi di riferimento privilegiati. La simultaneità assoluta non esiste."
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 7 febbraio 2011

Giacomo Balla. Velocità astratta (1913, olio su tela 260x 232)
Giacomo Balla. Velocità astratta

The unity of Picasso's art
Meyer Schapiro
Offers a comprehensive analysis of the artist Pablo Picasso, discussing the relationships and associations between his work and personal life, and between Picasso's Cubism and Einstein's Theory of Relativity.

Cubism and relativity with a letter of Albert Einstein (Paul M. Laporte)

06 febbraio 2011

L'arte degli animali e le etichette degli umani

Congo Nel 1957, poche settimane dopo il lancio dello Sputnik, Pablo Picasso acquistò un quadro e difese la reputazione dell'autore arrivando a mordere il braccio di un giornalista che ne criticava la produzione artistica, come ci ricorda un articolo del Times: [Congo the chimpanzee. Even Picasso was a fan (The Times, September 25, 2005)].
Ma è più strano il comportamento di un genio come Picasso o quello dello scimpanzé il cui quadro fu comprato dal pittore andaluso? Avete letto bene: scimpanzé. E per la precisione la mostra con i quadri dello scimpanzé, che si chiamava Congo, fu organizzata dall'etologo inglese Desmond Morris.
Nato nel 1954, Congo morì di tubercolosi nel 1964 e in tutta la sua vita realizzò circa 400 quadri. Congo
Gli esperimenti di Morris con Congo iniziarono casualmente: un giorno lo scimpanzé prese una matita e tracciò una linea, poi un'altra e un'altra ancora, finché allo studioso fu chiaro che si trattava di una precisa intenzione dell'animale. Intenzione di comunicare? Intenzione di giocare? Intenzione di ripetere un gesto senza apparente motivo? Forse un insieme di queste motivazioni. morris e congo Ma a mio avviso non una precisa intenzione di produrre arte. Più che altro siamo noi umani a appioppare etichette antropocentriche a quel che vediamo fare dagli animali.
Il concetto viene affrontato con decisione dallo stesso Desmond Morris nel suo "The Naked Ape" (New York 1967) e in scritti successivi nei quali l'etologo inglese sottolinea la vicinanza tra umani e primati non solo nelle attività essenziali della loro esistenza, come le attività basilari legate alla sopravvivenza, ma anche in altre circostanze riconducibili al gioco e alla necessità di appagare altre necessità oltre quelle primordiali.
Andrea Mameli, linguaggiomacchina, 6 febbraio 2011

"Una delle conclusioni, a cui ero pervenuto nel mio studio sugli scimpanzé, fu che noi umani condividiamo con le grandi scimmie un'intensa curiosità e un'energica giocosità. Secondo me quella giocosità innata è un elemento chiave nella creatività e nell'inventiva umana. La cosa triste delle scimmie è che una volta adulte perdono questa caratteristica. Fortunatamente, a noi invece questo non accade. Gli esseri umani mantengono la loro potenziale giocosità per tutta la vita. Si tratta di una qualità esclusivamente umana, che ci rende creativi, inventivi ed esplorativi (Homo ludens). Tutte le forme di gioco adulto sono l'estensione del gioco infantile, solo che "giocare" da adulti significa arte, letteratura, musica, danza, teatro, cinema, televisione, pittura, scultura, sport, ricerca scientifica ed esplorazione. Tutte queste forme di espressione umana possono essere considerate forme avanzate di gioco animale."
Desmond Morris in: Linguaggio muto. L'uomo e gli altri animali (Di Renzo, Roma, 2004)