19 febbraio 2011

Funivie dell'arte a Cagliari

funivie veloci cagliari Il 19 febbraio 2011 a Cagliari è stata inaugurata la mostra collettiva Funivie Veloci. Si tratta di una mostra speciale: non si svolge (fino a domenica 20) all'interno di un museo o in una normale sede di fruizione artistica, ma in 7 case e 3 luoghi pubblici della città. Una circostanza espositiva insolita, con la quale il visitatore può beneficiare del godimento artistico e della particolare atmosfera che si viene a creare in casa di chi espone. Alla fruizione si aggiunge allora quel fascino, quella piccola ma intensa emozione di varcare soglie prima sconosciute, scambiare due parole con la padrona di casa sulla splendida vista dalle sue finestre e i complimenti per l'arredamento che finisce per mischiarsi con le opere e con le installazioni. E in alcuni casi non si capisce dove finisce l'intervento artistico e dove iniziano le cose di casa. Se in una cucina si proietta un video con 27 rumori e qualcuno agisce normalmente, che so prendendo un coltello da un cassetto, allora anche il confine tra i suoni reali e quelli riprodotti decade.
E se poi in alcune case ti offrono pane, formaggio, arance e noccioline, allora questo confine di dissolve trasfigurandosi in una reale interazione con l'intera casa-esposizione, la quale diventa essa stessa "installazione" e la presenza dei visitatori si configura come componente del percorso espositivo. E se la casa è al quarto piano senza ascensore allora anche l'incontrar per le scale altri visitatori entra a far parte nel circuito e nella stesso stesso scambio di emozione e di conoscenza, essenza stessa del percorso artistico.
Ad avercene spesso di esperienze come questa. E magari, suggerisco, anche al confine tra arte e scienza.
funivie veloci cagliari
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18 febbraio 2011

Microrobot sottocutanei sperimentati al Massachusetts Institute of Technology

Micro robot-vermi sottocutanei utili nella diagnosi e nella cura. Un sistema avanzatissimo che può delineare diversi scenari: le particelle possono essere eventualmente usate per analisi in tempo reale, come ad esempio monitorare il livello di glicemia in soggetti diabetici. I risultati dello studio, a cura di Gozde Ozaydin-Incea, J. Matthew Dubachb, Karen K. Gleasona, Heather A. Clark (ricercatori del dipartimento di farmacologia e bioingegneria dalla Northeastern University di Boston, e del del dipartimento di ingegneria del Massachusetts Institute of Technology), sono riportati in un articolo pubblicato online da gennaio e che presto comparirà su "Proceedings of the National Academy of Sciences": Microworm optode sensors limit particle diffusion to enable in vivo measurements

A scanning electron microscope image shows a bundle of 'microworms' produced using a vapor-deposition process developed by researchers at MIT and Northeastern. Credit: Gleason Lab.

17 febbraio 2011

Shiro Alga Carta per il Manuale di sopravvivenza energetica

Shiro Alga Carta per il Manuale di Sopravvivenza energetica Un campione della carta utilizzata per il mio Manuale di sopravvivenza energetica (brillante idea dell'editore Scienza Express).
La "Shiro Alga Carta" è in commercio da poco più di dieci anni e ha avuto origine da un particolare episodio: nel 1989 su indicazione del Magistrato alle Acque di Venezia e in collaborazione con il Consorzio Venezia Nuova, si iniziò la raccolta delle alghe per prevenire la deossigenazione della Laguna e la conseguente morte degli organismi acquatici. Fu necessario ideare nuove tecniche di smaltimento e riciclo di enormi quantità di alghe e tra le tante soluzioni spicca quella quella di utilizzarlo nella fabbricazione della carta, in parziale sostituzione della cellulosa, anche grazie al sostegno del progetto LIFE da cui si ottennero i necessari finanziamenti. Il primo campione di Alga Carta risale al 1993.

15 febbraio 2011

La chimica, la fisica e i colori di van Goghh

Un grande enigma risolto dopo 200 anni, una scoperta scientifica di rilievo, un notevole passo avanti per le tecniche di restauro. Con tutte le suggestioni che accompagnano i "misteri" connessi con arte e scienza questo dei colori sbiaditi di van Gogh conquista titoli sulle riviste di tutto il mondo. All'origine di tutto c'è un articolo scientifico pubblicato pochi giorni fa sulla rivista dell'American Chemical Society: Degradation Process of Lead Chromate in Paintings by Vincent van Gogh Studied by Means of Synchrotron X-ray Spectromicroscopy and Related Methods (Analytical Chemstry, 2011, 83, pp 1224–1231. Publication Date: February 14, 2011)
van gogh
Un gruppo di ricercatori coordinato da Koen Janssens (Università di Anversa) e Letizia Monico (Università di Perugia) ha scoperto che a sbiadire i quadri di Van Gogh è una reazione di riduzione chimica che colpisce il giallo. E la reazione, come accade normalmente per i colori artificiali, è innescata dalla luce solare. Invecchiati alcuni piccoli campioni prelevati da due tele di Van Gogh (con raggi ultravioletti, per 500 ore) i ricercatori hanno osservato che solo in uno dei due si manifestava il tipico inscurimento. Colpito il campione con un sottile fascio di raggi X i ricercatori hanno scoperto la causa dellinscurimento: una reazione di riduzione chimica del cromo da Cr(VI) a Cr (III). In altre parole il Cromato di piombo (PbCrO4) si degrada e diventa Ossido di cromo (Cr2O3 - 2H2O).
Precedenti studi (Advanced X-ray analysis reveals a portrait below the painting of a landscape, 2008) avevano mostrato altri aspetti non visibili delle opere di van Gogh.
2008

13 febbraio 2011

Chi ricerca trova, il 22 febbraio su Radio 3

ricercati speciali Radio 3 darà voce a chi vive di ricerca il 22 febbraio con una giornata a tema su tutte le trasmissioni: Fahrenheit, Radio 3 Scienza, Radio 3 Mondo, Radio 3 Suite, Tutta la città ne parla.
Ricercati speciali è il nome dell'album fotografico che verrà composto in questi giorni con le foto e le brevi descrizioni (esperienza lavorativa, soddisfazioni, lamentazioni) che le ricercatrici e i ricercatori vorranno inviare all'indirizzo radio3web@rai.it

Quanta informazione c'è nel mondo?

science Uno studio pubblicato su Science il 10 febbraio (The World's Technological Capacity to Store, Communicate, and Compute Information) fornisce gli elementi per misurare l'informazione circolante nel mondo. Gli autori, Martin Hilbert (ricercatore della Annenberg School for Communication & Journalism, University of Southern California) e Priscila López (Universitat Oberta de Catalunya) hanno calcolato la capacità tecnologica mondiale di conservare, comunicare e elaborare informazioni dal 1986 al 2007. Nel 2007 sono stati conservati 295 exabyte di informazioni: 295 trilioni di byte (295.000.000.000.000.000.000). Le comunicazioni hanno raggiunto i 2 triliardi (2.000.000.000.000.000.000.000) di byte. Sono stati elaborati circa 64 trilioni di informazioni al secondo.

Abstract
We estimate the world's technological capacity to store, communicate, and compute information, tracking 60 analog and digital technologies during the period from 1986 to 2007. In 2007, humankind was able to store 2.9 × 1020 optimally compressed bytes, communicate almost 2 × 1021 bytes, and carry out 6.4 × 1018 instructions per second on general-purpose computers. General-purpose computing capacity grew at an annual rate of 58%. The world's capacity for bidirectional telecommunication grew at 28% per year, closely followed by the increase in globally stored information (23%). Humankind's capacity for unidirectional information diffusion through broadcasting channels has experienced comparatively modest annual growth (6%). Telecommunication has been dominated by digital technologies since 1990 (99.9% in digital format in 2007), and the majority of our technological memory has been in digital format since the early 2000s (94% digital in 2007).