26 marzo 2011

La conversione di Gubitosa: da ingegnere elettronico a direttore responsabile “Ci consideriamo monaci dell'editoria, asceti del giornalismo”.

Mamma! Per quale ragione un abile informatico e stimato giornalista scientifico, decide di abbandonare qualsiasi velleità professionale per dedicarsi alla satira? Lo abbiamo chiesto al diretto interessato, l'ingegnere elettronico pugliese Carlo Gubitosa, direttore responsabile del mensile satirico a fumetti “Mamma!”.
Come nasce Mamma?
«Il sito “Mamma.am” e la rivista “Mamma!” nascono da un bisogno disperato di satira autogestita innescato dalla chiusura nel giro di pochi mesi di due inserti di quotidiani: Emme sull'Unita' e Paparazzin su Liberazione».
Cosa significa fare satira nel 2011?
«Significa combattere il potere con l'unico linguaggio che unisce gandhianamente il mezzo al fine: lo sberleffo è l'arma dei poveri, dei piccoli, di chi non ha potere. A corte l'unico che poteva parlare liberamente era il giullare. Ma con la nostra rivista vogliamo fare qualcosa di più: mescolare il giornalismo al fumetto e condire il tutto col sorriso amaro della satira. È una strada che nessuno ha mai tentato finora, e noi siamo convinti che una delle possibili soluzioni alla profonda crisi dell'editoria sia questo incontro tra due generi che finora si sono ritrovati solo nei libri, penso a Sacco, Spiegelman, Satrapi, ma quasi mai nelle riviste».
Qual'è la linea editoriale di Mamma?
«La linea editoriale è caratterizzata da una meticolosa attenzione alla qualità del prodotto finale, basta dire che l'incubazione di un numero della rivista può durare vari mesi, e dalla totale assenza di contenuti pubblicitari. Siamo mossi dalla voglia di aprire nuovi temi di discussione senza inseguire la frettolosa agenda della cronaca imposta dai media generalisti, dall'utilizzo del linguaggio fumettistico per fare informazione, ma anche del linguaggio grafico: nell'ultimo numero c'è un poster riassuntivo che riempie il paginone centrale con una "grafinchiesta" sulle grandi opere più costose e fallimentari».
Potete contare su sponsor o sostenitori privati?
«L'unico sponsor che abbiamo sono i lettori, che ci hanno permesso di stampare il primo numero con delle sottoscrizioni e ora ci sostengono con i "microabbonamenti": tre numeri venticinque euro, tutte le informazioni. Ci consideriamo monaci dell'editoria, asceti del giornalismo. La nostra fede incrollabile ci permette ancora di credere che è possibile una stampa pura e totalmente ripulita dall'ingerenza sempre più invadente degli inserzionisti. Per noi l'unica cosa che tiene in piedi un progetto editoriale è il rapporto di fiducia tra la redazione e i lettori. Questa fede nell'editoria pura ci guida ormai da due anni e finora non abbiamo mai avuto ripensamenti o crisi mistiche. Recentemente siamo usciti dall'artigianato e abbiamo messo in piedi un'ssociazione/editrice: Altrinformazione.
Come sta andando?
«Abbiamo raccolto un numero di abbonamenti sufficiente a navigare sul filo del pareggio, ogni tanto si anticipa qualcosa di tasca nostra per pagare la tipografia e i francobolli, ma poi arrivano nuovi abbonati che rimettono a posto i conti. Siamo in un limbo dove ancora tutto può accadere, saranno i lettori a decidere se chiuderemo bottega tra sei mesi o se raggiungeremo i tremila abbonati necessari a pagare gli autori che finora hanno lavorato gratis dal primo all'ultimo per investire nel progetto il loro tempo e il loro talento. Negli ultimi giorni siamo riusciti a coinvolgere alcuni autori stranieri, provenienti dall'Africa e dagli Stati Uniti».
Il sito Mamma.am (vincitore nel 2009 del premio di Forte dei Marmi per la satira online) ha avuto in home page una vignetta disegnata da Gianfranco Meloni, “Tagli Organici”, dedicata alla scuola.
Andrea Mameli - www.linguaggiomacchina.it - 26 marzo 2011

25 marzo 2011

New entropy battery: energy from difference in salinity between seawater and fresh water

Salinity-gradient power The salinity difference between seawater and river water is a renewable source of enormous entropic energy, but extracting it efficiently as a form of useful energy remains a challenge. Here we demonstrate a device called “mixing entropy battery”, which can extract and store it as useful electrochemical energy. The battery, containing a Na2−xMn5O10 nanorod electrode, was shown to extract energy from real seawater and river water and can be applied to a variety of salt waters. We demonstrated energy extraction efficiencies of up to 74%.
With the entropy battery, costs are much lower than other ways of accomplishing the same thing due to the absence of replaceable membranes. Because the entropy battery operates in both warm and cold conditions it is a completely renewable resource; one that might lead to mass energy production in both developed countries and those in the third world.
Batteries for Efficient Energy Extraction from a Water Salinity Difference Fabio La Mantia, Mauro Pasta, Heather D. Deshazer, Bruce E. Logan, and Yi Cui
Nano Lett., Publication Date (Web): March 17, 2011 (American Chemical Society)

24 marzo 2011

"Se ci leggi è giornalismo. Se ci quereli è satira"

mamma satira Coraggiosamente e con il desiderio di informare fuori dagli schemi "Mamma! Se ci leggi è giornalismo. Se ci quereli è satira" riempie lo spazio lasciato vuoto da Cuore (1989-1996) e occupato saltuariamente da blog o fogli che godono di alterne fortune.
L'importanza della satira nella nostra civiltà è enorme. Ma non tanto e non solo perché diverte. Quanto per il suo potere di analisi del reale. Di fatto la satira entra a far parte del variegato mondo dell'informazione, nel quale l'aderenza alla realtà dei fatti a volte è inversamente proporzionale alla (presunta) serietà della fonte comunicativa. Per questo riteniamo importante, e da difendere, qualsiasi iniziativa in grado di allargare il fronte dell'informazione critica e non allineata.
Ogni tipo di informazione costituisce un frammento, un tassello del complesso puzzle della conoscenza. L’autore satirico raccoglie tasselli e frammenti, li modifica, li colora a e li ripropone al pubblico. E non si tratta, a nostro modo di vedere, di attività buona per il puro intrattenimento, quanto di attività “artigianale” riconducibile all’articolo 33 della Costituzione, che onora ampiamente il principio della libertà dell’arte: “L’arte e la scienza sono libere”. Il messaggio satirico, almeno quello "di qualità", non sarà casualmente connesso ai fatti quotidiani ma godrà bensì una coerenza causale con la presenza nell'immaginario collettivo. Il concetto è stato sviluppato in profondità dall'avvocato Antonello Tomanelli del Foro di Bologna (La satira politica secondo Dario Fo tradotta in termini giuridici):
«In presenza del nesso di coerenza causale, non può avere alcun senso valutare la legittimità della satira secondo i parametri della verità e della continenza formale, elementi che al contrario si esigono nella cronaca e nella critica. La satira non soddisfa esigenze informative, né si propone di analizzare o valutare un comportamento. La satira, come dice Dario Fo, è uno "sghignazzo” cui il concetto di “nesso di coerenza causale” attribuisce quel senso, quel significato che permettono all’autore satirico di creare con il pubblico un “circuito d’intesa”, usando un’espressione cara alla stessa giurisprudenza. E ritenere una satira “volgare” prescindendo dalla valutazione dell’esistenza di quel nesso significherebbe limitare la libertà dell’arte garantita dall’art. 33 Cost. Sarebbe come sostenere che un dipinto è tecnicamente osceno, quindi illecito, a causa dell’eccessivo uso del colore rosso da parte del pittore. L’unico limite che incontra l’autore satirico è il non poter “lavorare” un frammento non presente in quel contenitore, ossia da lui appositamente creato.»

I satiri, i fumettari e i giornalisti di Mamma! condividono un progetto ambizioso: realizzare la prima rivista italiana di giornalismo illustrato e satira d'inchiesta libera da Padroni, Pubblicita', Prestiti bancari e Partiti politici, le "quattro P" che inquinano e avvelenano l'informazione italiana.

"Nel desolante panorama del giornalismo (ma anche la satira – costretta a fare più supplenze, dei precar-scuola – non è messa così bene come sembra) Mamma! andrebbe gelosamente difesa, sostenuta, fatta circolare, quasi presa a modello". 21 marzo 2011 Daniele Barbieri

23 marzo 2011

Riuso del cartone (e delle sue pieghe)

cartone riusato
riuso cartone piegato
Armadietto Sostenibile Armadietto per le chiavi realizzato da Mauro Frau. Al riuso del cartone si aggiunge lo sfruttamento di pieghe preformate che hanno lo scopo di fare da cerniera. Contando che nlla produzione delle scatole una parte dell'energia viene impiegata per imprimere le pieghe al cartone la realizzazione del Frau appare particolarmente sostenibile (e in effetti come struttura si autosostiene benissimo).

22 marzo 2011

Energia pulita? Patetico ossimoro

melonix Non so se è più serio assecondare il perverso desiderio di accentar le consonanti o far credere alla gente che possano esistere trasformazioni energetiche completamente "pulite". Se di una cosa posso andar fiero, dalla laurea in Fisica in poi, è l'aver imparato a diffidare degli assoluti indimostrati.
Sgombriamo il campo da possibili equivoci: non contesto in alcun modo il ricorso alle fonti rinnovabili. Mi interessa invece smascherare quella che considero una bufala comunicativa. Frutto in gran parte di superficialità e di pigrizia. Superficialità nel non voler andare oltre la crosta delle cose (e delle parole) e pigrizia nel non voler dissociare ermini (forzatamente) associati. Ma perché assumo che l'energia pulita non esiste? Cosa intendo per patetico ossimoro? Basta veramente poco per capire che tutte le trasformazioni energetiche hanno dei costi, altrimenti avremmo il moto perpetuo e non avremmo bisogno di ottenere nuova energia per soddisfare tutte le nostre esigenze. Ma non solo. Basta poco anche per individuare tutti gli effetti, le "sporcizie", le scorie, i resti che ogni trasformazione energetica comporta.
Gli effetti più macroscopici sono le emissioni di anidride carbonica, le scorie nucleari, i gas inquinanti. Altri sono legati all'estrazione dell'uranio e delle risorse fossili (carbone, petrolio, gas) dal sottosuolo. Altri ancora derivano dal trsporto di queste sostanze dai luoghi di produzione alle centrali. Altri ancora sono correlati con la costruzione, il mantenimento e lo smaltimento delle centrali, ivi compresi gli impianti che sfruttano le fonti rinnovabili: eolici, idroelettrici, solari (fotovoltaici, termici, termodinamici a concentrazione, solar pond), geotermici, ecc.
E che dire poi di tutte le conseguenze, più o meno visibili, connesse con la creazione di tutte le componenti di ogni tipo di impianto? Ho in mente un lunghissimo elenco di manufatti la cui costruzione, il cui mantenimento e il cui smaltimento comportano sempre un effetto, più o meno importante, il cui costo c'è anche se non è sempre facilmente calcolabile.
Ovviamente ci sono differenze enormi tra tutti questi oggetti, in termini di impatto sull'ambiente naturale, sulla salute umana, di pericolosità intrinseca. Ma in questa sede non intendo stilare una classifica, anche se dal mio punto di vista sarebbe particolarmente interessante calcolare tutto quel che "c'è dietro" o, come lo chiamano al Wuppertal Institute, lo zainetto ecologico (Ecological Rucksack).
Mi preme sottolineare che per quanto ci sforziamo, attraverso la ricerca e con lo sviluppo di tecnologie sempre più raffinate, non otterremo mai un sistema completamente "pulito". Ecco perché secondo me (e non soo secondo me) l'espressione "energia pulita" è un ossimoro. Ciò non toglie nulla, sia chiaro, all'importanza della ricerca di soluzioni atte a ridurre questi impatti. Ma sotto il profilo della comunicazione mi piacerebbe un maggior rigore.
non lo dico io: lo afferma la regina delle discipline di "controllo" del nostro impatto sul mondo, la termodinamica. In altri termini l'entropia aumenta (il concetto di entropia lo affronteremo un'altra volta).

P. S. Ossimoro patetico. Chiarito l'ossimoro resta da chiarire il patetico. Perché patetico? Ma perché se di una cosa posso andar fiero, da quando ho iniziato a fare il giornalista, è la passione ossessiva di ostinarmi a non ripetere nulla se non ho verificato la fonte. Per questo non mi amo le parole ripetute senza un minimo di critica. E trovo cordialmente patetico accostare un'azione umana che per definizione è portatrice di sporco, la produzione di energia, alla condizione di assoluto candore evocata dall'aggettivo pulita.

Andrea Mameli
Linguaggio Macchina, 22 marzo 2011

Nel disegno (di Gianfranco Meloni) un pianeta, una sveglia, un sole.

20 marzo 2011

Le tattiche per risparmiare sulla bolletta della vita pigra (L’Unione Sarda, Cultura, pagina 51, 20 marzo 2011)

Semplice indolenza, per lo più. A volte sbadataggine, in certi casi ignoranza, spesso mancanza di tempo. Ma tanto, a fare i conti della serva, è sempre lei, la pigrizia, a causare mali gravi quanto la cattiveria e la stupidità. L’umana cedevolezza a comportamenti pigri si trascina dietro le ripercussioni sui consumi energetici, sulle emissioni e sulla bolletta. Ma privarsi della pigrizia sarebbe chiamarsi addosso altre seccature, quasi non fossero sufficienti pensieri ed emergenze quotidiane che ungono il palo della cuccagna del viver bene e anzi meglio.
Chi invece la pigrizia la mette al microscopio sa che vincerla significa limitare lo spreco e vivere meglio. Un esempio facile? Una famiglia di quattro persone che accende la caldaia a gas solo per fare la doccia e lavare i piatti spende 330 euro all’anno contro i 1080 euro di quando la tiene sempre accesa. E la pigrizia può fare piacevolmente a cambio con la creatività. Ragione per cui sempre più il riuso visita la moda, magari creando una borsetta chic dalle linguette di metallo delle lattine. Un altro esempio, tra i tanti, contenuti nell’ultimo libro del fisico e giornalista scientifico Andrea Mameli “Manuale di sopravvivenza energetica: come consumare meglio ed essere felici” (144 pagine, 14 euro nelle librerie e disponibile anche in formato e-book), fresco di pubblicazione con la neonata casa editrice Scienza Express che l’ha stampato su carta in larga percentuale derivante dalle alghe in eccesso della laguna di Venezia. Non è l’ennesimo strumento per esperti. Piuttosto colma un buco nella saggistica rivolgendosi a tutti e fornendo consigli pratici e approfondimenti in un formato agile, arricchito dalle illustrazioni di Fabrizio Piredda e dalla prefazione del fondatore del Movimento della decrescita felice Maurizio Pallante.
Il manuale è frutto di uno studio nella Rete per scoprire come diventare un essere umano a impatto zero e poi provare una serie di comportamenti in casa propria. E se il lavoro nasce dal web, qui continua a vivere sul blog dell’editore “Sopravvivenza energetica”, dove l’autore aggiorna e accoglie le proposte dei lettori.
Chi ama il cartaceo lo terrà magari in cucina, con altri ricettari di veloce consultazione, conscio che sommando i suggerimenti del libro si risparmiano mille euro l’anno sulle spese energetiche. A leggere il manuale si afferra che un diverso approccio, una cultura del ragionamento contro quella dell’indolenza, può rendere più felici. La prima fonte di energia risiede nei singoli comportamenti e possono essere cambiati per raggiungere un po’ più di felicità. Anche ricordandosi di spegnere la luce uscendo da una stanza, come dovrebbero dire sempre i genitori ai figli. Come fece la madre dell’autore con i suoi. La mamma che insegna a vivere felici.
MANUELA VACCA (L’Unione Sarda, Cultura, pagina 51, 20 marzo 2011)