25 giugno 2011

Lavastoviglie o allevamento di microorganismi?

lavastoviglie Un articolo scientifico pubblicato sul periodico della British Mycological Society, Fungal Biology, avverte: la lavastoviglie può diventare un allevamento di funghi potenzialmente nocivi. Più della metà dei campioni (il 62%) prelevati dalle guarnizioni di gomma delle lavastoviglie conteneva i funghi Exophiala dermatitidis e Exophiala phaeomuriformis. Entrambe le specie di Exophiala sono tristemente famose: possono colonizzare i polmoni dei pazienti con fibrosi cistica. Lo studio ha riguardato 189 lavastoviglie usate in appartamenti di 18 Paesi.

Dishwashers – A man-made ecological niche accommodating human opportunistic fungal pathogens
P. Zalar (Biology Department, Biotechnical Faculty, University of Ljubljana, 1000 Ljubljana, Slovenia), M. Novak (Centraalbureau voor Schimmelcultures Fungal Biodiversity Centre, Utrecht, The Netherlands), G.S. de Hoog (Centraalbureau voor Schimmelcultures Fungal Biodiversity Centre, Utrecht, Institute for Biodiversity and Ecosystem Dynamics, University of Amsterdam, Amsterdam, The Netherlands, Peking University Health Science Center, Research Center for Medical Mycology, Beijing, China, Sun Yat-sen Memorial Hospital, Sun Yat-sen University, Guangzhou, China), N. Gunde-Cimerman (Centre of Excellence for Integrated Approaches in Chemistry and Biology of Proteins, CIPKeBiP, Jamova 39, SI-1000 Ljubljana, Slovenia).
Abstract
Habitats in human households may accommodate microorganisms outside the common spectrum of ubiquitous saprobes. Enrichment of fungi that may require specific environmental conditions was observed in dishwashers, 189 of which were sampled in private homes of 101 towns or communities. One-hundred-two were sampled from various localities in Slovenia; 42 from other European countries; 13 and 3 from North and South America, respectively; 5 from Israel; 10 from South Africa; 7 from Far East Asia; and 7 from Australia. Isolation was performed on samples incubated at 37 °C. Species belonging to genera Aspergillus, Candida, Magnusiomyces, Fusarium, Penicillium and Rhodotorula were found occasionally, while the black yeasts Exophiala dermatitidis and Exophiala phaeomuriformis (Chaetothyriales) were persistently and most frequently isolated. Sixty-two percent of the dishwashers were positive for fungi, and 56 % of these accommodated Exophiala. Both Exophiala species are known to be able to cause systemic disease in humans and frequently colonize the lungs of patients with cystic fibrosis. We conclude that high temperature, high moisture and alkaline pH values typically occurring in dishwashers can provide an alternative habitat for species also known to be pathogenic to humans.

24 giugno 2011

Energia dal sole anche di notte. Il sogno si avvera in Spagna.

Gemasolar L'energia dal sole anche di notte è il sogno di tanti. I primi a realizzarlo sono stati gli spagnoli della Torresolenergy. L'impianto si chiama Gemasolar e sorge in Andalusia. A regime è in grado di fornire una potenza di 19,9 MW e la caratteristica saliene è costituita dai serbatoi a sali fusi (MSES) che conservano l’energia termica raccolta durante il giorno e la rilasciano di notte. Il sistema MSES è costituito al 60% di nitrato di potassio mentre il 40% è nitrato di sodio: una miscela in grado di trattenere fino al 99% dell’energia termica prodotta dall’impianto per un massimo di 15 ore.
Sottolineiamo che il nitrato di potassio è molto più economico (e sostenibile dal punto di vista ambientale) di qualsiasi sostanza contenuta nelle batterie elettrochimiche.
L'organizzazione non governativa australiana Beyond Zero Emissions ha manifestato notevole interesse per l'impianto Gemasolar fino a raccomandarne l'adozione al governo australiano.
Gemasolar include 2650 specchi piani comandati da un sistema in grado di ottimizzare la ricezione della luce solare e la sua riflessione verso la torre centrale, nel cui fuoco si raggiunge la temperatura di 565 °C. La produzione energetica può raggiungere 19,9 Megawatt ovvero energia elettrica per 30 mila abitazioni. .
Andrea Mameli - www.linguaggiomacchina.it - 24 giugno 2011

23 giugno 2011

Premi ITWIIN 2011 a due sarde. Migliore Innovatrice: Daniela Ducato. Migliore Inventrice: Maria Grazia Clemente.

Il 14 giugno, a Torino, sono stati assegnati i premi ITWIIN 2011.

Migliore_innovatrice donne itwiin 2011 scienza Il titolo di Migliore Innovatrice è andato a Daniela Ducato, per aver ideato materiali basati su eccedenze e scarti di pastorizia, agricoltura e apicoltura, certificati, a emissioni zero, compresi i componenti organici volatili, utilizzo di petrolio e di suolo agricolo o di risorse idriche ridotti quasi completamente a zero. Nata a Cagliari, Daniela lavora a Guspini nell'impresa EDILANA, impegnata nella produzione di materiali per la bioedilizia, l'architettura, l'energia solare, l'ecodesign, l'agricoltura biologica.
Daniela Ducato ha destinato la somma vinta alla realizzazione di iniziative finalizzate all’avvicinamento alla scienza e all’innovazione: "Laboratori ludici di scienza per le scuole, laboratori tecnici di ecodesign arredo ecoflorist e packaging per l’apprendimento di metodi e sistemi per usare in modo innovativo i rifiuti speciali (eccedenze naturali) del territorio sardo, studi, relazioni, tesi di laurea tematici a un argomento tabù: il crescente spreco di denaro pubblico in Sardegna per ricerche, consulenze, marketing del territorio, progetti per la valorizzazione, tutte iniziative che, numeri alla mano, anziché produrre ricchezza impoveriscono le economie e sottraggono la capacità di innovare."
Daniela Ducato fa appello alla creatività dei sardi: "Vi chiedo se potete darmi altre idee, suggerimenti, in nome della scienza, dell’innovazione e del non spreco. Grazie. Daniela Ducato."

Migliore_inventrice Itwiin Italia 2011 Il premio di Migliore Inventrice è stato consegnato a Maria Grazia Clemente: nata a Sassari, opera nel settore di gastroenterologia pediatrica a Baltimora, Maryland (USA). Nel Pediatric Liver Center della John Hopkins University Maria Grazia Clemente ha messo a punto una tecnica diagnostica innovativa per la malattia celiaca basata su un semplice prelievo di sangue invece che sull'attuale esame endoscopico basato su biopsie intestinali.
Maria Grazia Clemente ha ricevuto il premio da Angela Serpe e Roberta Martinetti (migliori inventrici delle passate edizioni del Premio), Rita Assogna e Evelina Dapueto (Presidente ITWIIN e Soart).

22 giugno 2011

Una proteina tipica dell'occhio umano mostra sensibilità al campo magnetico terrestre.

occhi Per le tartarughe di mare e molte specie di uccelli la capacità di riconoscere il campo magnetico terrestre è di fondamentale importanza in caso di viaggi a lunghe distanze. La specie Homo Sapiens è sempre stata ritenuta priva di percezione naturale del campo magnetico, ma secondo una ricerca pubblicata ieri su Nature Communications ("Human cryptochrome exhibits light-dependent magnetosensitivity") una proteina presente nella retina umana dimostra una sensibilità innata per il campo magnetico quando impiantata in una Drosofila.
In molti animali migratori la reazione chimica sensibile alla luce convolgente la flavoproteina cryptochrome (CRY) si pensava che giocasse un ruolo importante nella capacità di percepire il campo magnetico terrestre. Nel caso della Drosofila, studi precedenti mostrarono che la proteina cryptochrome trovata in questi moscerini funziona come un sensore indipendente per il campo magnetico. Per dimostrare che la proteina umama cryptochrome (hCRY2) manifesta analoghe abilità magnetiche i gruppo di ricerca guidato Steven Reppert (Higgins Family Professor di Neuroscienze e Neurobiologiay) ha creato una Drosofila transgenica carente di proteina cryptochrome naturale ma dotata della proteina umana: hCRY2. Il gruppo guidato da Reppert ha dimostrato che questi moscerini transgenici sono in grado di rispondere a un campo magnetico generato elettricamente.
Questi risultati dimostrano che la proteina hCRY2 ha la capacità molecolare di funzionare in un sistema sensibile al campo magnetico. Tutto ciò apre la strada a future indagini sulla magneto-percezione umana.
Testo e foto: Andrea Mameli - www.linguaggiomacchina.it - 22 giugno 2011



“Human cryptochrome exhibits light-dependent magnetosensitivity” By Lauren E. Foley, Robert J. Gegear, & Steven M. Reppert. Nature Communications, June 21, 2011.
Abstract
Humans are not believed to have a magnetic sense, even though many animals use the Earth's magnetic field for orientation and navigation. One model of magnetosensing in animals proposes that geomagnetic fields are perceived by light-sensitive chemical reactions involving the flavoprotein cryptochrome (CRY). Here we show using a transgenic approach that human CRY2, which is heavily expressed in the retina, can function as a magnetosensor in the magnetoreception system of Drosophila and that it does so in a light-dependent manner. The results show that human CRY2 has the molecular capability to function as a light-sensitive magnetosensor and reopen an area of sensory biology that is ready for further exploration in humans.


CRYPTOCHROME mediates light-dependent magnetosensitivity in Drosophila (Nature. 2008 August 21)

In the Blink of Bird’s Eye, a Model for Quantum Navigation (wired.com January 27, 2011)

"Reverse-Engineering the Quantum Compass of Birds" (wired.com June 23, 2009)

Humans have a magnetic sensor in our eyes, but can we detect magnetic fields? (Discover, June 8-th, 2011)

Robins can literally see magnetic fields, but only if their vision is sharp (Discover, June 21st, 2011)

21 giugno 2011

Autopsia su Scipionyx rivela: è il fossile meglio conservato al mondo.

Ha già avuto la copertina di Nature nel 1998 e ora fornisce nuove soprese ai paleontologi. L'esemplare di Scipionyx samniticus, soprannominato Ciro, scoperto nel 1980 a Pietraroia (Benevento), ha rivelato dettagli anatomici di tessuti molli mai osservati prima in un fossile di dinosauro. Con una TAC e una microscopia elettronica a scansione emerge un dato: Ciro è il fossile meglio conservato al mondo. Ne danno notizia i paleontologi Cristiano Dal Sasso - autore dell’articolo su Nature - e Simone Maganuco, in concomitanza con la pubblicazione dei risultati della nuova ricerca: un volume di 300 pagine riccamente illustrato, edito congiuntamente dalla Società Italiana di Scienze Naturali e dal Museo di Storia Naturale di Milano (l’istituto in cui operano i due paleontologi). I dettagli della scoperta sono stati rivelati oggi, 21 giugno 2011, nel corso della conferenza stampa organizzata nell'Aula Magna del Museo di Storia Naturale di Milano.
Il prezioso reperto è stato portato a Milano per un solo giorno (oggi) su gentile concessione della Soprintendenza Archeologica di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta.
Andrea Mameli - linguaggiomacchina.it - 21 giugno 2011


[sopra] Mappa dei tessuti molli conservati in Scipionyx, ottenuta combinando osservazioni al microscopio ottico, in luce ultravioletta e al microscopio elettronico a scansione. / Map of the soft tissues preserved in Scipionyx, obtained by combining observations under optical microscopy, ultraviolet light and scanning electron microscopy.
Marco Auditore, © Museo di Storia Naturale di Milano.

20 giugno 2011

Temperatura attenzionale nei soggetti autistici. Una ricerca condotta a Cagliari

Temperatura attenzionale nei soggetti autistici Nella figura: il tracciato da eye-tracker di soggetti autistici (a destra) confrontato con quello di soggetti di controllo. La dispersione dei punti e la relativa Temperatura attenzionale come definita nello studio è sensibilmente più alta per i soggetti autistici e promette di diventare un nuovo parametro diagnostico".
L'analisi degli schemi di interazione visiva dei bambini con disturbi autistici, condotta dal Centro per i Disturbi Pervasivi dello Sviluppo dell'Azienda Ospedaliera Brotzu (Cagliari) e dal Laboratorio di ricerca Linkalab, in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia dell'Università di Cagliari e l'Hunter College di New York, è stata presentata il mese scorso a San Diego in occasione del congresso "International meeting for autism research". Il gruppo di Cagliari ha individuato un nuovo parametro caratteristico dei pattern di percezione visiva nei bambini autistici.
Il risultato delle tracce dei punti di fissazione dell'occhio sul video è caratterizzato da schemi molto complessi nei quali sono racchiuse importanti informazioni trattabili con i metodi tipici della Fisica Statistica e dei Sistemi Complessi. Particolarmente utile l'analogia con i "moti browniani", tipicamente descritti da leggi statistiche.
Quella in esame è una categoria particolare di moti stocastici, che risponde al nome di Lévy Flights. Il modello che messo a punto dal laboratorio Linkalab, in collaborazione con il gruppo del Brotzu, descrive il livello di agitazione di questi moti per mezzo di un parametro che ne determina il livello di disordine spaziale: la cosiddetta "temperatura attenzionale". Al crescere di questo parametro il soggetto esplora in maniera frenetica la scena visibile sullo schermo.
Lo studio ha rilevato che il comportamento autistico corrisponde a valori di "temperatura attenzionale" mediamente più alti rispetto a quelli dei soggetti di controllo. Si tratterebbe pertanto di un parametro particolarmente significativo per la diagnosi, utile a distinguere il comportamento dei soggetti autistici. Inoltre, dall'analisi degli schemi di funzionamento dell'attenzione visiva possono scaturire elementi utili per l'analisi delle dinamiche delle loro interazioni sociali, a vantaggio della stessa diagnosi (originando una classificazione dei comportamenti autistici in base ai parametri individuati), sia eventuali terapie basate sullo studio del comportamento dei soggetti sani.
Andrea Mameli - linguaggiomacchina.it - 20 giugno 2011

19 giugno 2011

Un aereo a impatto zero, o quasi, entro il 2050.

aereo a impatto zero Un aereo di nuova concezione, in grado di volare da Parigi a Tokio in 2 ore e mezza: lo dichiara il consorzio europeo EADS e dichiara che sarà pronto entro il 2050. Nome in codice: Zehst: Zero Emission Hypersonic Transportation. L'aereo porterà da 50 a 100 passeggeri e decollerà con motori alimentati a biocarburanti (ricavati da alghe di mare) per poi inserire i propulsori puliti, alimentati a idrogeno e ossigeno alla quota di crociera: 32 mila metri (circa 22 mila metri più in alto delle altitudini odierne).

EADS Innovation Works Teams With Canada’s ProDalG Biofuels to Research New Biofuel Technology (EADS, 6 June 2011)

EADS undertakes first aircraft flight powered by algae-derived biofuel and signs Brazilian production venture (greenaironline, 17 June 2010)