I sentieri dei pastori, i fuoristrada e le mappe aborigene che diventano quadri

Ricordo da bambino il reciproco rispetto con il quale mio padre salutava i pastori in campagna e li ringraziava per le indicazioni ricevute, spesso alla ricerca di una sorgente non segnata sulla mappa o semplicemente per conoscere il nome di un luogo. Interpellare i pastori per orientarsi tra sentieri e cespugli era un sistema infallibile. E non ho mai visto una mappa in mano a un pastore: tutti i riferimenti topografici erano evidentemente ben conservati dentro la testa. Ma perché ora che sono in spiaggia scrivo di sentieri di campagna, di mappe e di pastori? Perché ieri, parlando di mappe con alcuni amici di Orgosolo sono rimasto colpito da una constatazione: molti giovani pastori non conoscono più la posizione delle sorgenti e degli stessi sentieri, dato che affrontano le strade di campagna al volante di potenti fuoristrada. Molti, ovviamente, non tutti. Ma questo basta a far temere che un patrimonio di conoscenze, che oggi ricade sotto il nome di cultura ambientale, si stia perden