
"Medicine man" al museo MAN di Nuoro, per la mostra
Dreamtime. Il linguaggio dell’arte aborigena". Vedere questi dipinti dal vivo fa un certo effetto. Osservare l'espressività dei volti, la colorazione a righe e punti, il fascino dell'esotico. E pensare che fino alla fine del 1700 gli aborigeni se ne stavano tranquilli a dipingere. Oggi gli artisti australiani contemporanei espongono al Man per raccontatr con le loro opere l'arte aborigena nel suo attuale stato d'evoluzione e lontano dagli stereotipi.
La mostra è un progetto del MAN (Museo d'Arte della Provincia di Nuoro), in collaborazione e con il patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna, il Ministero degli Affari Esteri, l'Ambasciata Italiana a Canberra, l'Ambasciata Australiana a Roma, l'Istituto Italiano di Cultura, il Consolato di Melbourne.

Ho avuto la fortuna di avere una guida molto preparata e disponibile che mi ha fatto apprezzare l'evoluzione dell'arte aborigena e mi ha permesso di scorgere gli aspetti salienti e tutte quelle sfaccettature che altrimenti non avrei colto. Gianvincenzo Monni incarna il migliore stile di esperto e guida museale.
In alto: "Medicine man".
Al centro: "La Terra non ha più spazio per l'aquila".
In basso: Simbologia aborigena dell'acqua: riproduzione di disegno su corpo.

Andrea Mameli - linguaggiomacchina.it - 8 luglio 2011
Commenti