
La sera del mio arrivo a Pordenone (dopo un volo da Roma più lungo del previsto per una "riattaccata" causata da raffiche di vento sul cielo di Venezia), ho raggiunto l'albergo dove ho ricevuto la borsina di cotone con i classici colori del festival: giallo e nero. Ed ecco subito i primi indizi: una barretta di cioccolato prodotto a Pordenone incartato con gli stessi colori, un libretto con il programma del festival e in copertina la zebra gialla. Ecco cosa avevo visto poco prima nelle vetrine dei negozi! E l'occhio cade su un articolo che illustra le ricadute economiche delle iniziative culturali, tratto da uno studio sull’industria culturale redatto poche settimane prima da Fondazione Symbola e Unioncamere. Leggo che la Provincia di Pordenone è la seconda in Italia in termini di "incidenza del valore aggiunto del sistema produttivo culturale sul totale". Quanto? 643 milioni e 66 mila euro (8% dell’intero valore aggiunto). Persone impiegate a vario titolo? 14 mila persone (il 9% del totale degli occupati). Prima di Pordenone c'è solo Arezzo (8,5%). E poi, scorrendo il programma del festival, leggo che ieri, 16 settembre, hanno discusso del tema

Leggo anche che ogni anno Pordenonelegge muove circa 700 mila euro "dei quali più di 400 mila euro ricadono sul territorio pordenonese - a beneficio di fornitori di servizi, collaboratori e strutture ricettive - mentre il rimanente esce dal territorio per pagare i compensi degli ospiti e altri servizi resi fuori città." Una bella lezione per chi sbraita sguaiatamente: "dalla cultura non si mangia". Evidentemente il pane si fa anche con la cultura.
Poi sono andato a mangiare e ho notato che anche le tovagliette di carta raccontano Pordenonelegge.
Ho guardato le vetrine dei negozi e ho visto altri riferimenti al festival. Che vendano pane (come la bottega della Ines che ho fotografato) o scarpe o libri, quasi ovunque spunta una zebra gialla e nera. Una bella zebra gialla e nera che mi ha insegnato molto. Grazie Pordenone.
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 17 settembre 2011
P. S. Giovedì 15, all'incontro organizzato da Chiara Sartori e dai suoi splendidi complici, ho contato 150 persone. Una novantina di studenti provenienti da di due Istituti tecnici e da un Liceo classico. Il resto erano giovani, adulti e anziani. Pubblico attento, educato e, a giudicare dalle domande, molto interessato.