19 novembre 2011

Ricerca scientifica e innovazione: proposte per chi governa (Gruppo 2003)

2003 Il 16 novembre un gruppo di scienziati italiani altamente citati nella letteratura scientifica internazionale (Gruppo 2003) ha proposto al Governo italiano 7 punti di riflessione e di azione:
1) Investimenti
Da sempre il nostro Paese investe poco in ricerca e la ricerca non costituisce una priorità. Nel contesto della crisi finanziaria, mentre alcuni paesi hanno scommesso sulla ricerca (a d esempio la Francia con un investimento di 39 miliardi di euro), in Italia la ricerca scientifica e l’istruzione superiore hanno subito tagli lineari come tutte le altre attività, senza tener conto dei rischi per la sopravvivenza stessa della ricerca nel nostro Paese. Il Gruppo 2003 propone che il nuovo Governo effettui una rivalutazione dei tagli e trovi il modo per finanziare almeno quelle aree di ricerca che possano costituire un volano per una ripresa del nostro sviluppo. Chiediamo al Governo un segnale forte di attenzione alla ricerca scientifica e all’istruzione superiore, in un contesto di valutazione e promozione del merito.
2) Affidabilità
A risorse invariate, è essenziale che l’erogazione delle stesse avvenga in modo affidabile dal punto di vista dei bandi e dell’effettiva disponibilità di denaro. Ideale sarebbe che vi fosse un unico ministero (per es. il MIUR) erogatore per ottimizzare la spesa, per poi arrivare all'istituzione di una unica Agenzia Italiana per la Ricerca Scientifica (AIRS). Meglio poche risorse, ma messe a bando in modo affidabile ogni anno (come nel caso dei progetti PRIN di rilevanza nazionale finanziati dal MIUR), che non distribuzione erratica come è successo anche recentemente. In particolare, sono assolutamente da evitare distribuzioni a pioggia. Come avviene in Europa, anche le istituzioni no-profit devono poter partecipare ai bandi, mentre attualmente il MIUR limita la possibilità di partecipare alle università e il Ministero della Salute agli IRCCS.
3) Valutazione
Il fondamento di un sano sistema di ricerca è la valutazione dei pari (peer-review), cui deve corrispondere assegnazione differenziale di risorse. L’implementazione dell’attività dell’Agenzia Nazionale per la Valutazione dell’Università e della Ricerca (ANVUR) costituisce dunque una priorità assoluta. Ancora, a livello più molecolare, si tratta di prendere esempio da attività filantropiche private come AIRC-Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro e Telethon, che hanno messo in atto sistemi di valutazione affidabili e trasparenti dei progetti di ricerca internazionali.
4) Trasparenza
Un altro fondamento di un sano sistema di ricerca è costituito dai progetti proposti dai ricercatori stessi (bottom up). Iniziative di assegnazione di risorse dall’alto (top down) devono essere fatte per tematiche coerenti con la natura di questi meccanismi di finanziamento (ad esempio per la costruzione di strutture o grandi strumentazioni). Troppo spesso, anche recentemente, si sono utilizzati meccanismi top down in modo inappropriato e non trasparente.
5) Togliere lacci e lacciuoli
Il nostro sistema di ricerca soffre di una grande quantità di lacci e lacciuoli che impediscono di sfruttare al meglio le già scarse risorse disponibili. Alcuni di questi sono stati identificati e segnalati dal Comitato Esperti per le Politiche della Ricerca (CEPR). A titolo di esempio, recentemente il MIUR ha assegnato finanziamenti significativi ai giovani, denominati “Un futuro in ricerca”, con un meccanismo di peer-review. Ebbene, fra questi, i giovani che vengono arruolati come Ricercatori a Tempo Determinato in Università non possono poi, per la natura del contratto, competere per finanziamenti Europei. E’ un controsenso: un po’ come se scegliessimo i puledri migliori ma impedissimo loro di correre nelle competizioni internazionali. Tutti questi lacci e lacciouli vanno rimossi il più velocemente possibile, affinché il potenziale dei nostri ricercatori giovani e meno giovani si esprima al meglio in una situazione difficile.
6) Cervelli in entrata
Un grave anomalia del nostro sistema Paese è costituita dalle difficoltà amministrative e burocratiche che si oppongono a reclutare ricercatori dall’estero. Questo fa sì che il Paese partecipi alla corsa all’oro del terzo millennio (l’oro grigio dei cervelli) solo come donatore. Chiediamo la costituzione di percorsi preferenziali per l’entrata nel Paese di ricercatori, rimuovendo prassi lunghe, farraginose e umilianti.
7) Interazione con l’industria
Tutti i dati disponibili indicano che il trasferimento all’Industria nel nostro Paese è gravemente insufficiente, ben al di sotto degli standard internazionali. L’imbuto costituito dal passaggio dalla ricerca fondamentale al trasferimento è molto più stretto di quanto non sia negli altri Paesi avanzati. E’ necessario implementare leve che risolvano questo imbuto: criteri di valutazione (ANVUR) e leve fiscali che facilitino l’interazione fra società civile, compresa l’industria, e ricerca accademica.

Ricerca scientifica e innovazione in un passaggio difficile. Sette proposte del Gruppo 2003 (16 novembre 2011)

18 novembre 2011

Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti 2011. Un libro e uno spettacolo: "Meno 100 Kg".

Un video spiega cosa si propone la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti 2011 (European Week for Waste Reduction) in programma dal 19 al 27 novembre:


Sul tema segnalo il libro e lo spettacolo "Meno 100 chili" di Roberto Cavallo, presidente dell'Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale.
Il libro "Meno 100 chili. "ricette per la dieta della nostra pattumiera". racconta come si può ridurre la quantità di rifiuti che produciamo ogni giorno a casa e al lavoro. Roberto Cavallo passa al setaccio le azioni che compongono la nostra quotidianità, e per ognuna ci indica come ridurre la quantità di spazzatura che potrebbe generare: dai detersivi alla spina all’acqua del rubinetto, dai trucchi per ottenere il compost direttamente a casa propria all’uso degli ecopannolini. Dagli uffici che risparmiano carta ed elettricità alle feste di compleanno a zero rifiuti.

Per saperne di più:

Paul Connett e la strategia dei rifiuti zero

La riduzione dei rifiuti è possibile? Intervista a Roberto Cavallo

Association of Cities and Regions for Recycling and sustainable Resource management

17 novembre 2011

Il contributo del CRS4 all'esperimento OPERA (o dei neutrini in corsa fra il CERN e il Gran Sasso)

Il contributo del CRS4 all'esperimento OPERA (neutrini fra CERN e Gran Sasso)

16 novembre 2011

Quattro bambini sulle orme di Darwin (L'Unione Sarda, 16 novembre 2011)

Mini Darwin in Amazzonia Nel libro di Paola Catapano un viaggio affascinante alla scoperta della biodiversità
L'avventura di quattro bambini sulle orme di Charles Darwin. Una sfida scientifica e divulgativa. È quello che racconta Paola Catapano nel suo “Mini Darwin in Amazzonia. Viaggio alla scoperta della biodiversità” (Editoriale Scienza). Paola Catapano lavora all'ufficio stampa del più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle, mentre da freelance collabora con televisioni e riviste, come autrice e conduttrice su tematiche scientifiche.
Il volume, illustrato da Cinzia Ghigliano, racconta con gli occhi dei piccoli scienziati la storia di un viaggio molto particolare sulle orme di Darwin in Brasile. In quello che, per il biologo inglese, fu una tappa molto importante verso la formulazione della teoria dell'evoluzione.
Questo viaggio, compiuto nel 2010, anno internazionale della Biodiversità, si è svolto nell'arco di tre settimane nel cuore della Foresta Amazzonica, il luogo più ricco di vita di tutto il pianeta Terra con oltre dieci milioni di forme di vita diverse. Un luogo magnifico ma anche molto delicato: ogni giorno, a causa della deforestazione, 137 specie di animali e piante della foresta spariscono per sempre.
Nel loro viaggio Paola Catapano, gli scienziati della spedizione e i quattro bambini hanno incontrato anche alcuni animali speciali, come il caimano, frutto di ottanta milioni di anni di evoluzione, e il delfino rosa, vecchio “soltanto” venti milioni di anni. Un libro davvero affascinante, che fa venir voglia di capire e forse anche di viaggiare. Paola Catapano era a Cagliari alcune settimane fa a presentare il suo lavoro al Festival Tuttestorie, dedicato alla letteratura per l'infanzia. «Il festival - ha spiegato Paola Catapano - mi ha colpita tantissimo, una prova concreta di quello che ho sempre pensato della Sardegna, la vostra regione è il connubio vincente del meglio dell'Italia: l'efficienza da Sud Tirolo e il calore umano delle più belle tradizioni meridionali». La scrittrice-giornalista è rimasta particolarmente colpita «dall'organizzazione, tra le cose migliori che ho visto - e dire che ho partecipato a tantissimi festival tra scienza e letteratura, in Italia e non soltanto - per la professionalità degli organizzatori ma anche delle maestre. Mai viste classi così preparate e sinceramente motivate: tutti i ragazzini avevano letto il libro, molti avevano le domande scritte. E così entusiasti: capaci di seguire ogni cosa per due ore senza cali dell'attenzione».
Altre impressioni sulla Sardegna?
«La Sardegna mi è sembrata particolarmente sensibile a temi come la biodiversità e la conservazione delle specie e questo non mi sorprende, data l'unicità della vostra regione a livello non soltanto nazionale ma europeo. E al tempo stesso mi sembra determinata a raggiungere gli scopi dei progetti. Mi ha anche molto segnata l'incontro in comunità a Campu'e Luas, da padre Salvatore Morittu. Mi sono trovata di fronte a persone davvero desiderose di capire».
Andrea Mameli

15 novembre 2011

Accenti spontanei, finti e patologici. Dove risiede l'interruttore della pronuncia?

La capacità di riconoscere gli accenti varia notevolmente a seconda della definizione con la quale si è in grado di percepire le differenti pronunce. Se ascolto una persona che parla in italiano spesso riesco a capire (o almeno provo a farlo) in che zona d'Italia vive. O meglio, dove ha vissuto nei primi anni. Mi confondo solo gli abruzzesi e i marchigiani. E se abita in Sardegna in molti casi riconosco l'area di provenienza. Credo di avere ereditato questo tipo di orecchio da mia madre, la quale a volte riusciva a distinguere il quartiere di Cagliari in cui una persona aveva imparato a parlare.
Ho riscontrato situazioni curiose ascoltando la pronuncia di emigrati italiani che vivono negli Usa: quelli partiti dall'Italia dino alla metà del secolo scorso hanno conservato un marcato accento regionale che si manifesta nel parlare italiano mentre la pronuncia inglese contiene una fortissima inflessione italiana. Viceversa molti di coloro che hanno varcato l'Atlantico negli ultimi decenni difficilmente svelano la loro provenienza. Ho perfezionato questo tipo di percezione da quando posso scegliere di vedere un film in lingua originale (esattamente dal 2000 grazie ai canali satellitari) e una delle cose che mi incuriosisce di più e sentire come viene reso l'accento italiano nel parlare in inglese da parte di atttori e attrici di madrelingua diversa dall'italica.
Quello della finzione è poi un campo particolarmente ambiguo: mi sembra emblematica la scelta di doppiare con accenti regionali i protagonisti che in lingua originale parlano un inglese con accento italiano. Questo effetto di riconoscibilità è accentuato dal fatto che altrimenti il doppiaggio è assolutamente neutro. Alcuni anni fa la pronuncia più diffusa era quella sicula. Recentemente si è reso necessario introdurre una molteplicità di accenti regionali, specie in film per bambini in cui compaiono protagonisti animali che usano le lingue degi umani.
Mi sono sempre chiesto dove risiede nel nostro cervello la regolazione degli accenti. C'è un interruttore che ci permette di inserire o togliere un accento? Nel caso degli attori, dei doppiatori e degli imitatori, siano essi impegnati in parti comiche o drammatiche, questi interruttori esistono eccome. Ho in mente il caso del mio maestro di recitazione, Elio Turno Arthemalle, la cui capacità di assumere un accento regionale o straniero nella lingua italiana (e in alcuni casi anche in sardo) è ormai proverbiale. Nel caso di Elio sarei proprio curioso di sapere cosa si accende e si spegne nel suo cervello quando passa dalla sua voce naturale a quella di uno dei quindici o sedici personaggi che interpreta dal 2006 nella trasmissione radiofonica quotidiana Buongiorno Cagliari (Radio Press) e da uno all'altro senza esitazioni.
Immagino che qualche risultato si otterrà dallo studio di una forma patologica di variazione degli accenti, la Sindrome da accento straniero. Un caso recente è quello di una donna di Glasgow, Debbie McCann, la quale dopo l'ischemia sofferta nel novembre 2010 è rimasta senza uso della voce alcune settimane, poi a ripreso a parlare con accento cinese e poi con spiccata pronuncia italiana. Questa sindrome colpisce persone vittime di traumi cerebrali, ictus o forti emicranie.
Uno dei primi casi documentati risale al 1941 e la donna norvegese che ne fu affetta (dopo un bombardamento) ne ricavò non poche seccature: aveva infatti sviluppato un accento tedesco e per questo venne considerata una spia.
Riuscirò a soddisfare queste mie curiosità grazie a risultati di ricerche scientifiche, non si sa quando.
Di una cosa però sono certo: con gli accenti non si può mentire. Nel senso che o una persona è in grado di emularli bene, come fa Elio o è uno dei 60 al mondo che hanno acquisito accenti stranieri per via dell'omonima sindrome, altrimenti non è assolutamente in grado di farlo in maniera credibile.
Chi ne sa di più mi aiuti.
La mia curiosità sugli accenti si sta acutizzando.
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 15 novembre 2011

14 novembre 2011

MAPPE: Percorsi di innovazione tra scienza società e comunicazione, dal 22 al 25 novembre alla SISSA di Trieste.

MAPPE Dal 22 al 25 novembre la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste ospita MAPPE: "Percorsi di innovazione tra scienza società e comunicazione".
Quattro giornate alla dedicate alla comunicazione della scienza, per discutere di energia, ambiente, bioetica, e di nuove forme di giornalismo. In quei giorni si terranno alla SISSA anche la decima edizione del Convegno nazionale sulla comunicazione della scienza, il workshop internazionale Science journalism and digital storytelling, la tavola rotonda Passioni del cervello, il focus group sui conflitti sociali di matrice ecologico-sanitaria e lo spettacolo teatrale La tombola dell'energia
Martedì 22 novembre alle 15: Passioni del cervello
La Sissa presenta in anteprima la mostra Il cervello, le emozioni e la morale, curata da Stefano Canali. A seguire Stefano Puglisi Allegra, psicobiologo dell’Università La Sapienza di Roma, Mario De Caro, filosofo morale dell’Università di Roma Tre, e Nicola Nosengo, giornalista scientifico, si confrontano nella tavola rotonda Passioni del cervello - Dialogo interdisciplinare sul tema. Intorno al tema dei processi emotivi, si discutono in particolar modo le reciproche interazioni tra neuroscienze e comprensione dei comportamenti morali e il rapporto tra la sfera etica e i meccanismi nervosi delle emozioni. Anche rispetto alle molteplici implicazioni sulle politiche sanitarie, sulla comprensione pubblica delle scienze del cervello e sui giudizi che si attribuiscono ai comportamenti umani. Modera Stefano Canali, storico della scienza della Sissa di Trieste.
Mercoledì 23 novembre alle 9 e 30: Workshop on science journalism and digital storytelling
Organizzato dal gruppo di ricerca ICS-Innovations in the Communication of Science della Sissa, partecipano al workshop giornalisti, ricercatori ed esperti di comunicazione della scienza provenienti da tutt'Europa, per fare il punto su come evolve il racconto giornalistico della scienza tra social media, nuovi dispositivi di lettura e strumenti innovativi per produrre e condividere informazioni e conoscenza. Dal fact checking al data journalism: il programma offre una panoramica sul nuovo ecosistema dei media.
Nicola Bruno (effecinque, Genova): The Post-Journalist’s Toolbox, Trends in Digital Storytelling; Richard Holliman (The Open University, Milton Keynes): Telling science stories in the new media ecosystem; Alice Bell (Imperial College, London): Avoiding the generational "drag", telling stories about science to, with and by young people in a digital age; Jenny Molloy (Open Knowledge Foundation, Oxford): Science Journalism: All in the Data? Maximilian Schäfer (SPIEGEL): Fact Checking and Science Journalism.
Mercoledì 23 novembre alle 15 Focus group su conflitti sociali e scienza
Luigi Pellizzoni, dell’Università di Trieste, Marco Armiero, dell’Universitat Autònoma de Barcelona e CNR Napoli, Marco Deriu, dell’Università di Parma e Rete della Decrescita, e Liliana Cori, CNR Pisa-Napoli, danno voce ad alcune delle tensioni più attuali di matrice ambientale e sanitaria tra stato e società civile. Moderano il focus group Vincenza Pellegrino, del gruppo ICS della Sissa e ricercatrice dell’Università di Parma, e Daniele Gouthier, Scienza Express edizioni.
Mercoledì 23 novembre alle 21 La tombola dell'energia
Spettacolo teatrale a ingresso gratuito al Teatro Miela di e con Patrizio Roversi e Andrea Vico. L’estrazione dei numeri della tombola offre l’opportunità di svelare l’energia nelle sue forme, capire quanta ne abbiamo a disposizione e quanta ne sprechiamo. Roversi gigioneggia e alleggerisce, Vico fa da spalla e offre pillole di contenuti scientifici, con il contributo di filmati.
Giovedì 24 novembre alle 10.00 La tombola dell'energia
Al Teatro Miela, replica dello spettacolo teatrale di e con Patrizio Roversi e Andrea Vico, per le classi IV e V delle scuole primarie. Per le scuole la prenotazione è obbligatoria: per informazioni e prenotazioni contattare l'Immaginario Scientifico (Irene Gabrielli, tel. 040 224424)
Giovedì 24 novembre alle 9 Convegno nazionale sulla comunicazione della scienza
Giornata di apertura della X edizione del Convegno nazionale sulla comunicazione della scienza per esplorare e riflettere su molteplici iniziative di comunicazione della scienza oggi.
Venerdì 25 novembre alle 9 Convegno nazionale sulla comunicazione della scienza
Seconda giornata del Convegno nazionale sulla comunicazione della scienza. Si conclude con la presentazione del Trattato di biodiritto, diretto da Stefano Rodotà e Paolo Zatti (Giuffrè Editore, 2010). Intervengono Cosimo Mazzoni, Mariachiara Tallacchini e Paolo Zatti. Modera Gianna Milano

MAPPE, nato come un progetto del Laboratorio Interdisciplinare della Sissa di Trieste, è un network di cui fanno parte anche il Master in giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara e IDIS-Città della Scienza di Napoli.

L’edizione 2011 di MAPPE a Trieste è realizzata con la collaborazione della Fondazione IDIS - Città della Scienza di Napoli e con il contributo dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Friuli Venezia Giulia.

13 novembre 2011

Ma se incontrassi un alieno come lo saluteresti?

Barbieri Mameli Cagliari Festivalscienza 2011 "Ma se incontrassi un alieno come lo saluteresti?" è questa una delle tipiche domande che per un culture della fantascienza, come Daniele Barbieri, non suonano affatto bizzarre. La fantascienza, è la morale emersa dall'incontro che abbiamo avuto ieri con una novantina di ragazzi e ragazze delle superiori di Cagliari, non aiuta solo a immaginare futuri tecnologici e nuove scoperte scientifiche. Aiuta anche a immaginare reazioni, comportamenti e possibili scelte che l'umanità, forse, sarà messa nelle condizioni di compiere. Ma cos'è l'umanità e cosa è umano?
A questi interrogativi abbiamo poi aggiunto alcune certezze, quelle storiche, sulla genesi della corsa allo spazio. In particolare l'opera di Konstantin Ėduardovič Ciolkovskij, nato nel 1857 quindi un secolo prima dello Sputnik, e autore nel 1903 (alcuni mesi prima del famoso volo dei fratelli Wright) di un saggio (“L'esplorazione dello Spazio cosmico per mezzo di motori a reazione”) che è alla base delle tecnologie missilistiche. In particolare la formula del razzo la dobbiamo proprio a Ciolkovskij: