Una telefonata che non volevo ricevere. "Si è spento Gianfranco Zavalloni"
Lo odio il telefono, quando mi porta brutte notizie. Lo odio quando dall'altra parte c'è un amico che mi annuncia la morte di una persona cara. Mi è successo pochi minuti fa, ma ho già visto che altri avevano tentato inutilmente di chiamarmi, forse per darmi il medesimo triste annuncio.
E' morto Gianfranco Zavalloni.
Ricordo Gianfranco come una persona di enorme apertura mentale, di squisita generosità e dotato di grande creatività. Una creatività che esprimeva con disegni a mio avviso splendidi. Disegni con i quali forse Gianfranco faceva il verso a Pieter Bruegel il Vecchio, intricati com'erano, ma luminosi e allegri, pieni di vita.
Ci siamo conosciuti quando eravamo impegnati nel volontariato educativo, con gli scout dell'Agesci e lo ricordo per la sua ricchezza interiore: una persona sincera e trasparente. Credeva in quello che faceva, credeva nella forza dell'educazione e nella potenza della nonviolenza. Mi ha lasciato tanto e non solo a me: "un ecologista autentico" lo ha definito oggi Davide Fabbri nel suo toccante ricordo affidato a Facebook, da cui riporto un altro passaggio: "Gianfranco amava il suo lavoro a scuola: ha svolto il ruolo di direttore didattico, dopo aver fatto, per diversi anni, il maestro di scuola materna: adorava una scuola creativa, aperta ai temi dell'ecologia, alle lingue locali, alla multiculturalità".
Gianfranco era stato, come i miei genitori, maestro elementare (e forse in questo trovavo in lui grande familiarità) poi direttore scolastico in Trentino Alto Adige e dal 2008 in Brasile in qualità di responsabile dell'Ufficio Scuola del Consolato d'Italia di Belo Horizonte.
Mi chiamò, alcuni mesi fa, per annunciarmi che si era scoperto malato di cancro e per questa ragione era rientrato a Cesena. E a Cesena lo avevo conosciuto: mi aveva illustrato la sua passione per i burattini, per gli orti, per il disegno, per le tecniche agricole tradizionali. Ricordo lunghe conversazioni con lui e con altri amici, a Cesena, sui mattoni di fango e sulle tecnologie appropriate.
Nel 2011 Gianfranco aveva accettato di scrivere la postfazione del mio "Manuale di sopravvivenza energetica", cinque densissime pagine dal titolo eloquente: "Piccolo è bello, ovvero l'attualità delle tecnologie appropriate". Un regalo graditissimo e molto apprezzato.
Poi l'8 marzo di quest'anno mi scrisse: "il primo aprile torno definitivamente in Italia, poi prima o poi dobbiamo presentare a Cesena il tuo libro...". Ecco cosa succede a aspettare troppo...
Ma io lo so Gianfranco che adesso ti stai prendendo gioco di noi, disegnando su qualche nuvola, con il tuo stile.
Grazie e scusa se non sono riuscito a passare da te prima.
E' morto Gianfranco Zavalloni.
Ricordo Gianfranco come una persona di enorme apertura mentale, di squisita generosità e dotato di grande creatività. Una creatività che esprimeva con disegni a mio avviso splendidi. Disegni con i quali forse Gianfranco faceva il verso a Pieter Bruegel il Vecchio, intricati com'erano, ma luminosi e allegri, pieni di vita.
Ci siamo conosciuti quando eravamo impegnati nel volontariato educativo, con gli scout dell'Agesci e lo ricordo per la sua ricchezza interiore: una persona sincera e trasparente. Credeva in quello che faceva, credeva nella forza dell'educazione e nella potenza della nonviolenza. Mi ha lasciato tanto e non solo a me: "un ecologista autentico" lo ha definito oggi Davide Fabbri nel suo toccante ricordo affidato a Facebook, da cui riporto un altro passaggio: "Gianfranco amava il suo lavoro a scuola: ha svolto il ruolo di direttore didattico, dopo aver fatto, per diversi anni, il maestro di scuola materna: adorava una scuola creativa, aperta ai temi dell'ecologia, alle lingue locali, alla multiculturalità".
Gianfranco era stato, come i miei genitori, maestro elementare (e forse in questo trovavo in lui grande familiarità) poi direttore scolastico in Trentino Alto Adige e dal 2008 in Brasile in qualità di responsabile dell'Ufficio Scuola del Consolato d'Italia di Belo Horizonte.
Mi chiamò, alcuni mesi fa, per annunciarmi che si era scoperto malato di cancro e per questa ragione era rientrato a Cesena. E a Cesena lo avevo conosciuto: mi aveva illustrato la sua passione per i burattini, per gli orti, per il disegno, per le tecniche agricole tradizionali. Ricordo lunghe conversazioni con lui e con altri amici, a Cesena, sui mattoni di fango e sulle tecnologie appropriate.
Nel 2011 Gianfranco aveva accettato di scrivere la postfazione del mio "Manuale di sopravvivenza energetica", cinque densissime pagine dal titolo eloquente: "Piccolo è bello, ovvero l'attualità delle tecnologie appropriate". Un regalo graditissimo e molto apprezzato.
Poi l'8 marzo di quest'anno mi scrisse: "il primo aprile torno definitivamente in Italia, poi prima o poi dobbiamo presentare a Cesena il tuo libro...". Ecco cosa succede a aspettare troppo...
Ma io lo so Gianfranco che adesso ti stai prendendo gioco di noi, disegnando su qualche nuvola, con il tuo stile.
Grazie e scusa se non sono riuscito a passare da te prima.
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 18 Agosto 2012
https://linguaggio-macchina.blogspot.com/2012/08/piccolo-e-bello-ovvero-lattualita-delle.html- Piccolo è bello, ovvero l'attualità delle tecnologie appropriate (Postfazione al libro Manuale di sopravvivenza energetica, 2011)
- Semi, zappa e grembiulino; a scuola a "lezione" di orto (La Repubblica, 8 Marzo 2012)
- Gli orti di pace di Gianfranco Zavalloni (3 Dicembre 2011)
- La scuola creativa
Commenti