RESPIRIAMOLACITTÀ: il resoconto di Liliana Cori per linguaggiomacchina.it

Erano una piccola squadra di veri ricercatori: ieri a Napoli a Città della Scienza hanno presentato i risultatoti del Progetto: “RESPIRIAMOLACITTÀ”, promosso dall’università inglese “London School of Hygiene and Tropical Medicine” di Londra, dall’Istituto di Fisiologia Clinica (IFC) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Pisa e dal Laboratorio di Psicologia Sperimentale della Università Sant'Orsola Benincasa (UNISOB) di Napoli.
La loro coordinatrice, l'economista ideatrice della ricerca Carla Guerriero è stata capace di preparare la squadra con l'aiuto delle valenti maestre delle elementari e medie dell’Istituto Comprensivo Bovio-Colletta di Napoli e con Sabina De Rosis, esperta comunicatrice ambientale.
20 preentatori e 200 piccoli nel pubblico, che seguivano attenti e partecipi, sottolineando con applausi e assensi il racconto dell'esperienza fatta nel corso di quest'anno, che li ha visti discutere e disegnare in classe, visitare il museo della scienza della Fondazione Idis-Città della Scienza di Bagnoli e rispondere a vari questionari. Uno studio pilota per comprendere se i bambini comprendono i rischi per la salute provocati dall’ambiente, come lo concettualizzano, che suggerimenti possono fornire, se riescono confrontare i diversi rischi. Obiettivo ultimo: portare ai decisori il loro punto di vista e il loro contributo attivo in materia di miglioramento dell’ambiente, far sapere cosa pensano, cosa vogliono e cosa sono disposti a mettere in gioco.
La giornata del 13 dicembre ha visto il supporto della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT – sezione di Napoli) e della cooperativa Le Nuvole, il patrocinio di Anci e Comune di Napoli. Purtroppo non sono venute le autorità della città a sentire le voci dei piccoli, ma senz'altro avranno tra poco sul tavolo i risultati del lavoro di ricerca, e i ragazzi chiederanno udienza.
Vogliono dire la loro, e ora stanno arrivando a dimostrare, supportati da dati, proiezioni e tabelle, come riescano a comprendere il rischio e a dare consigli sulle misure da prendere, già quando sono piccoletti.
In seconda elementare il 70% dei bimbi dà risposte corrette a proposito del rischio ambintale per la salute, e si arriva quasi al totale in seconda media. Le preferenze e la percezione di ciò che è più o meno rischioso variano con l'età, e ci si sposta dalle cose più vicine ad elaborazioni più complesse. Molto presto però, in quarta elementare, e spontaneamente, i bambini cominciano a parlare dei rischi ambientali e capiscono cosa provoca le più comuni malattie respiratorie, e cosa significa un aumento delle malattie egato al maggiore inquinamento. I bimbi hanno un ricordo molto vivido dell'emergenza rifiuti, e i loro disegni, della città che vorrebbero, sono pieni di cassonetti, di persone che fanno la loro parte e di strade - quelle più vicine e familiari - che loro vogliono pulite e senza traffico.
La scelta di Napoli è stata interessante, e si vedrà in futuro se si tratta di un caso 'estremo' oppure no, confrontando la percezione dei bambini in altre città. E' certo che nel 2011 è stata la città più inquinata d'Italia per le polveri sottili, una della centraline urbane ha fatto registrare 156 sforamenti, contro i 45 massimi previsti per legge!
E si vede, sia dai dati preliminari di “RESPIRIAMOLACITTÀ” che dal piglio dei ragazzi che li presentano, che sono pronti a contribuire alle decisioni pubbliche e ad essere cittadini attivi.
Liliana Cori (Istituto Fisiologia Clinica, CNR, Roma)
www.linguaggiomacchina.it 14 Dicembre 2012

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