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Visualizzazione dei post da gennaio 29, 2012

Vega flight VV01 is set to lift off on 13 February

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ESA’s new, small launcher will carry nine satellites into orbit on its very first flight: Italian space agency’s LARES and ALMASat-1 with seven CubeSats from European universities. The very first Vega will lift off from Europe’s spaceport in Kourou, French Guiana, to release nine satellites into orbit and add a new capability to Europe’s fleet of launch systems. The first mission, designated VV01, is scheduled for liftoff during a two-hour launch window during 10:00–12:00 GMT (11:00–13:00 CET; 07:00–09:00 local time) This first flight marks the culmination of nine years of development by ESA and its partners, the Italian space agency (ASI) and ELV SpA, the prime contractor for developing the vehicle. This programme was supported by seven ESA member states: Belgium, France, Italy, The Netherlands, Spain, Sweden and Switzerland. Designed to provide Europe with a safe, reliable, competitive and efficient launch capacity for scientific and Earth observation payloads, Vega is compatible wi

Caratteristiche del lanciatore Vega. Con motori prodotti a Colleferro (Roma) e testati in Sardegna (Quirra)

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Vega , il nuovo lanciatore europeo pensato per trasferire in orbita circolare bassa (700 km) e sincrona con il Sole a una quota di 700 km satelliti fino a 1500 Kg, rende accessibile lo spazio anche a realtà che prima non avrebbero potuto affrontarne i costi: Università e centri di ricerca. Vega è un razzo-vettore a quattro stadi: i primi tre sono alimentati da propellente solido, il quarto è costituito da un modulo a propellente liquido. Il motore del primo stadio, P80 , è stato progettato con tecnologie innovative come l’utilizzo della fibra di carbonio, e sviluppato dalla Avio a Colleferro (Roma). Il p80 è il più grande motore monolitico a propellente solido mai realizzato con la tecnologia del Filament Winding . Nel 2006 è stato effettuato con successo il primo test al banco statico presso il Centro Spaziale Guyanese a Kourou, poi confermato alla fine del 2007 dal pieno successo del test di qualifica eseguito sempre nella Guyana francese. Il motore del secondo stadio, Zefiro 23 ,

Vega: lanciatore europeo con tecnologia italiana

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Da qualche giorno si trova sulla rampa di lancio della base di Kourou, nella Guyana Francese, dove sarà preso in carico dall’ESA (Agenzia Spaziale Europea) per il suo primo volo (previsto per il 13 febbraio): è Vega (Vettore Europeo di Generazione Avanzata) , il nuovo lanciatore europeo creato per trasferire in orbita bassa (700 km) satelliti fino a 1500 Kg, Vega è un lanciatore per satelliti di piccole dimensioni, che affiancherà l’Ariane 5, un lanciatore per satelliti fino a 10 tonnellate, e i Soyuz. Tra gli artefici di questo successo europeo anche l'industria italiana con il gruppo internazionale esperto nella progettazione e produzione di componenti e sistemi per la propulsione aerospaziale Avio (con sede a Colleferro, Roma). In questo modo l’Italia diventa uno dei sei Paesi al mondo in grado di realizzare un lanciatore completo. Negli ultimi otto anni il gruppo Avio ha sviluppato un lanciatore fortemente innovativo: il primo interamente in fibra di carbonio, con controlli d

La fisica quantistica e il problema del bravo cameriere. Una ricerca di Oliver Morsch (INO-CNR)

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Ricercatori dell’Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ino-Cnr) dell’Università e del Nest della Scuola Normale ha sviluppato delle tecniche per rendere più efficiente e veloce il controllo di sistemi che possono essere studiati con la fisica quantistica. «Un cameriere che deve portare un vassoio di bicchieri al tavolo di un cliente - spiega Oliver Morsch, primo ricercatore dell’Ino-Cnr e autore del lavoro - ha due scopi: farlo il più presto possibile e senza versare le bibite. Similmente, nella fisica quantistica che descrive il comportamento della materia a livello dell’atomo o subatomico, spesso è necessario controllare lo stato di un oggetto in modo accurato e rapido». Una tecnica utile in tal senso è ispirata proprio al problema del cameriere: «Una possibile strategia - prosegue Morsch - sarebbe portare il vassoio molto lentamente, tenendolo rigorosamente orizzontale in modo da non agitare le bibite, ma un bravo cameriere inclinerà il vassoio in man

Pestalotiopsis Microspora: il fungo mangia-plastica scoperto da studenti di Yale in Amazzonia

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Un gruppo di studenti di Yale, guidato dal professore di biochimica Scott Strobell, ha scoperto che il fungo Pestalotiopsis Microspora si nutre di poliuretano sfrutta l'enzima serina idrolasi. La scoperta, avvenuta nel 2008 corso di una spedizione didattica in Ecuador ( Rain Forest Expedition and Laboratory ), è descritta in un articolo pubblicato il 15 luglio 2011 su Applied and Environmental Microbiology . Il fungo riesce a degradare il poliuretano anche in assenza di ossigeno: questa scoperta si potrebbe rivelare molto utile nel biorisanamento intervenendo nella trasformazione sostenibile di una parte rilevante dei rifiuti altrimenti non biodegradabili. Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 2 febbraio 2012 (Nelle foto: lo studente Jonathan Russel in Amazzonia e una coltura del fungo Pestalotiopsis Microspora) Biodegradation of Polyester Polyurethane by Endophytic Fungi Abstract Bioremediation is an important approach to waste reduction that relies on biological processes to

If I were not a physicist, I probably be a musician

“If I were not a physicist, I would probably be a musician. I often think in music. I live my daydreams in music. I see my life in terms of music. I get most joy in life out of music.” (Albert Einstein)

I cebi dei cornetti? Riconoscono gli oggetti anche senza toccarli (L'unione Sarda, 31 gennaio 2012)

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Imparare a riconoscere le proprietà funzionali di un oggetto senza toccarlo è una capacità che nella nostra specie si sviluppa entro i primi tre anni di vita. Recentemente due ricercatrici dell'Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Cnr (Istc-Cnr) di Roma, Gloria Sabbatini e Elisabetta Visalberghi, in collaborazione con ricercatori tedeschi del Max Planck Institute di Lipsia, hanno riscontrato la medesima capacità cognitiva in una piccola scimmia sudamericana: i cebi dai cornetti. Lo studio ha dimostrato che queste scimmie, evolutivamente lontane dall'uomo 35 milioni di anni, non hanno problemi a scegliere tra un bastoncino rigido e uno flessibile per prelevare una fetta di banana fuori dalla loro portata. Fra tre strumenti differenti per colore, diametro, materiale e rigidità, ma non per lunghezza, dovevano scegliere quello rigido per avvicinare la banana scartando gli altri due, troppo flessibili per quello scopo. Questi risultati non sono interessanti solo pe

L'esercizio musicale aiuta a mantenere il cervello giovane. Nina Kraus (Auditory Neuroscience Laboratory) spiega perché

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Nina Kraus insegna Neurobiologia e Fisiologia, Scienze della Comunicazione, Otorinolaringologia alla Northwestern University (USA) e dirige il laboratorio di ricerca Auditory Neuroscience Laboratory dove si indaga in tutte le direzioni nei rapporti fra cervello e udito, con un approccio multidisciplinare. L'11 maggio 2011 la rivista PLoS One ha pubblicato un articolo di Nina Kraus dal titolo: "Musical Experience and the Aging Auditory System: Implications for Cognitive Abilities and Hearing Speech in Noise" . Secondo questo studio l'educazione musicale protratta per tutto l'arco della vita consente di rallentare il decadimento cognitivo associato con l'invecchiamento. In altre parole, chi suona uno strumento sembra conservare meglio la memoria e la capacità di ascoltare il parlato in presenza rumori di fondo. Nina Kraus e i suoi colleghi hanno valutato la capacità di distinguere il parlato in ambienti rumorosi, la memoria di lavoro uditiva, quella visiva

Una ricerca del CNR aiuta a comprendere i meccanismi che regolano l’imprinting genomico. Tra genetica e epigenetica.

Uno studio del CNR di Napoli, pubblicato su Molecular Cell, aiuta a comprendere difetti alla base di malattie neurologiche e di disordini della crescita. Fino a non molto tempo fa si riteneva che la genetica avrebbe svelato i segreti della vita. Poi è arrivata l’epigenetica, che alla decifrazione e interpretazione del codice genetico ha aggiunto le scoperte relative alle modificazioni scritte sulla sequenza del DNA e delle proteine su cui questo è avvolto che possono trasmettersi alle generazioni successive. Così ora sappiamo che ogni individuo è il risultato finale di un complesso gioco di interazioni, modificazioni e meccanismi di accensione e spegnimento del Dna, che cominciano nelle primissime fasi dello sviluppo. Giovanna Grimaldi, dell’Istituto di genetica e biofisica "Adriano Buzzati Traverso" del Consiglio nazionale delle ricerche (IGB-CNR) di Napoli, firma l'articolo scientifico con Andrea Riccio e Paolo Pedone della Seconda Università di Napoli e a Didier Trono

La plastica colpisce ancora. Ora i detriti più piccoli di un millimetro infestano mari e oceani. La colpa? Il lavaggio dei capi sintetici.

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I detriti di plastica minacciano i mari e gli oceani. Ma stavolta non parliamo dell'ammasso galleggiante di spazzatura non biodegradabile conosciuta come Pacific Trash Vortex o Great Pacific Garbage Patch . In questo caso ci riferiamo alle microplastiche (detriti di dimensioni inferiori al millimetro) descritte in uno studio, pubblicato su Environmental Science and Technology. Questi piccoli scarti della civiltà dei Sapiens si stanno rivelando molto insidiosi per gli abitandi dei mari e degli oceani. Gli autori della ricerca, guidati dal biologo irlandese Mark Anthony Browne (University College in Dublin, hanno prelevato campioni da 18 spiagge di tutto il mondo scoprendo ovunque tracce di microplastiche: fibre di nylon, poliestere, acrilico. La gran parte di questi minuscoli detriti proviene dal lavaggio dei vestiti. Questo fatto è confermato dalle analisi delle acque reflue provenienti da lavatrici domestiche: il lavaggio di un singolo capo è in grado di produrre oltre 1900 fib

La proprietà della memoria. Dall'Apollo 13 all'Alzheimer.

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Oggi una lettura dal domenicale del Sole 24 ore ("Di chi sono i ricordi dell'astronauta", Patrizia Caraveo, pag. 30) mi ha fatto riflettere sul senso degli oggetti che aiutano a ricordare gli eventi. Oggetti che vengono considerati arpioni per la memoria, ancore contro l'oblio. E dato che nella pagina seguente dell'inserto Domenica Arnaldo Benini ("Vivere 120 anni in pessima salute") descrive le mille mostruose sfaccettature dell'Alzheimer. Patrizia Caraveo (astrofisica, una carriera scientifica dedicata alle stelle di neutroni) si interroga sulla sorte di centinaia di reliquie spaziali: il manuale dell'Apollo 13 con gli appunti e i calcoli scritti a matita dal comandante della missione, James Lovell, pietre lunari e altri oggetti. A chi appartengono? Secondo la Nasa nessuno può venderli (o metterli all'asta, come accaduto di recente per il quadernetto in questione) allo scopo di garantire una memoria collettiva e non individuale di quella