Lo scaldavivande “Solar-schiscetta” è stato ideato dallo studio milanese Normalearchitettura. Complimenti a Chiara Filios e a Arnaldo Arnaldi.
Questo scaldavivande non è molto diverso da quello che ho costruito con una scatola di legno rivestita internamente con fogli di stagnola e che alla prima prova ha toccato i 41 gradi centigradi all'interno.
24 agosto 2012
23 agosto 2012
Terra in riserva: Abbiamo consumato le risorse del 2012 36 giorni prima del 2011.
Ieri, 22 Agosto, abbiamo consumato le risorse della Terra per il 2012. Si chiama Earth Overshoot Day e il primo risale al 19 dicembre 1987. Da allora l'esaurimento delle scorte accelera senza rallentare. Basta vedere le date in cui lo si è raggiunto neli ultimi anni (fonte: Global Footprint Network): il primo novembre nel 2000, il 26 ottobre nel 2007, il 27 settembre del 2011. E quest'anno abbiamo anticipato di 36 giorni. In altre parole siamo "in riserva". La soluzione? Ridurre i consumi.
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22 agosto 2012
Forni solari a Cagliari. Monte Claro, 22 Agosto 2012.
La concentrazione solare non è una tecnica moderna. La usavano gli Inca in occasione della danza del Sole, il 21 giugno. La descrive Plutarco nella cerimonia di accensione del fuoco sacro per i giochi di Olimpia, quando la sacerdotessa accendeva la fiamma sacra nel fuoco ottico di uno specchio parabolico di bronzo pronunciando la formula "Apollo, re del sole e dell'idea di luce, manda i tuoi raggi e accendi la sacra torcia". Oggi nel fuoco ottico di uno specchio parabolico si può utilizzare per cucinare, come nell'esempio a sinistra. Ma lo specchio parabolico non è l'unica soluzione per cucinare con il sole: nel 1980 Barbara Kerr e Sherry Cole progettarono un forno solare di cartone. Da questa iniziativa ha avuto origine il movimento Solar Cookers International. E oggi, a Cagliari, nel parco di Monte Claro, è stato organizzato un pranzo basato su cottura solare.
L'iniziativa, nata da un'idea di Alexander Scano e Andrea Spurio, è stata segnalata con un evento facebook "Picnic Cagliaritano con forni solari" e ha coinvolto alcuni responsabili dell'Orto Sinergico "Convento San Giuseppe" di Cagliari. Oltre al fornello solare (di produzione industriale) stati utilizzati alcuni forni solari autocostruiti. Con il primo fornello solare, nel quale il fuoco era concentrato sul fondo di una pentola, sono stati riscaldati ortaggi e carne (a temperture variabili tra 110 e 190 gradi centigradi): salsiccia di maiale e peperoni a fette, cotti alla perfezione in meno di due ore.
Uno dei forni (costruito da Raffaelangela Pani e da Marco Mameli) ha richiesto mezz'ora di lavoro e l'assemblaggio di due scatole di cartone, isolate con carta di giornale, con apertura rettangolare di vetro e interno rivestito di pellicola di alluminio. La temperatura misurata in fase di cottura si è mantenuta costante intorno ai 70 gradi. Le due uova contenute in un barattolo di vetro a chiusura ermetica sono state cotte alla perfezione. Un pezzo di salsiccia fresca non ha invece raggiunto la temperatura adatta alla cottura.
In un secondo forno, che ho realizzato semplicemente rivestendo internamente una scatola di legno con la pellicola di alluminio, ho misurato solo 40 gradi centigradi.
Due uova e un pezzo di salsiccia non sono arrivate al giusto grado di cottura.
In questa soluzione la mancanza della chiusura con il vetro e la limitata profondità della scatola sono responsabili dello scarso riscaldamento. Per questo direi cge possiamo chiamarlo scaldavivande solare (ad esempio per rendere più appetibili pasti conservati al freddo o per scongelare il pane) ma non vero e proprio forno solare.
Era comunque importante effettuare questa prova per marcare una chiara distinzione con parametri oggettivi come la temperatura e le condizioni dei cibi dopo una data temperatura.
Altri due forni sono stati realizzati rivestendo una struttura rigida (di legno o di cartone) con lana di pecora (fornita da Edilana): li ha costruiti Alexander Scano e li usa frequentemente da due anni, come scrive nel suo blog Energie Alternative.
Uno dei suoi due forni ("Cartolana") a vuoto raggiunge i 175 gradi, grazie alla finestra ampia, protetta con una lastra di vetro e oggi con 3 kg di alimenti (un chilo di gnocchi, mezzo chilo di ravioli e un chilo e mezzo di passata di pomodoro) ha oscillato intorno ai 100 gradi centigradi: la cottura nelle due pentole (foto) è stata perfetta.
Nell'altro forno ("Legnolana") il termometro si è fermato a 105 gradi, ma la cottura della carne di tacchino si è rivelata perfetta.
Alexander Scano si occupa da tempo di illustrare il funzionamento e le caratteristiche costruttive dei forni solari e oggi ha seguito Raffaelangela e Marco nella realizzazione del loro forno solare. È molto importante spiegare come funzionano queste tecniche di cottura e come si possono costruire i forni solari.
Andrea Spurio oltre il fornello solare parabolico ha portato anche un forno solare a pannelli: basato su una struttura di cartone rivestito di materiale riflettente. Con questo sistema pollo e peperoni sono stati cotti alla perfezione, intorno ai 110 gradi.
In cuor mio ho dedicato la mattinata ecologica Gianfanco Zavalloni
Approfondimenti
L'iniziativa, nata da un'idea di Alexander Scano e Andrea Spurio, è stata segnalata con un evento facebook "Picnic Cagliaritano con forni solari" e ha coinvolto alcuni responsabili dell'Orto Sinergico "Convento San Giuseppe" di Cagliari. Oltre al fornello solare (di produzione industriale) stati utilizzati alcuni forni solari autocostruiti. Con il primo fornello solare, nel quale il fuoco era concentrato sul fondo di una pentola, sono stati riscaldati ortaggi e carne (a temperture variabili tra 110 e 190 gradi centigradi): salsiccia di maiale e peperoni a fette, cotti alla perfezione in meno di due ore.

In un secondo forno, che ho realizzato semplicemente rivestendo internamente una scatola di legno con la pellicola di alluminio, ho misurato solo 40 gradi centigradi.
Due uova e un pezzo di salsiccia non sono arrivate al giusto grado di cottura.
In questa soluzione la mancanza della chiusura con il vetro e la limitata profondità della scatola sono responsabili dello scarso riscaldamento. Per questo direi cge possiamo chiamarlo scaldavivande solare (ad esempio per rendere più appetibili pasti conservati al freddo o per scongelare il pane) ma non vero e proprio forno solare.
Era comunque importante effettuare questa prova per marcare una chiara distinzione con parametri oggettivi come la temperatura e le condizioni dei cibi dopo una data temperatura.
Uno dei suoi due forni ("Cartolana") a vuoto raggiunge i 175 gradi, grazie alla finestra ampia, protetta con una lastra di vetro e oggi con 3 kg di alimenti (un chilo di gnocchi, mezzo chilo di ravioli e un chilo e mezzo di passata di pomodoro) ha oscillato intorno ai 100 gradi centigradi: la cottura nelle due pentole (foto) è stata perfetta.
Nell'altro forno ("Legnolana") il termometro si è fermato a 105 gradi, ma la cottura della carne di tacchino si è rivelata perfetta.
Alexander Scano si occupa da tempo di illustrare il funzionamento e le caratteristiche costruttive dei forni solari e oggi ha seguito Raffaelangela e Marco nella realizzazione del loro forno solare. È molto importante spiegare come funzionano queste tecniche di cottura e come si possono costruire i forni solari.
Andrea Spurio oltre il fornello solare parabolico ha portato anche un forno solare a pannelli: basato su una struttura di cartone rivestito di materiale riflettente. Con questo sistema pollo e peperoni sono stati cotti alla perfezione, intorno ai 110 gradi.
In cuor mio ho dedicato la mattinata ecologica Gianfanco Zavalloni
Andrea Mameli
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21 agosto 2012
Longevity: to Melis Family from Perdasdefogu (Sardinia Island) the new world record for the highest combined age for nine living siblings (21 August 2012)

Demographic analysis in the Mediterranean island of Sardinia revealed an extreme longevity in a mountain inner area where the proportion of oldest subjects among male population has one of the highest validated value worldwide. Many studies on longevity in the population of Sardinia (NIH, CNR, etc) suggest that biological and genetic factors, behavioral factors including life style, food quality, demographic behavior, family support and community characteristics may play an important role. Sardinia, which was first settled around 6,000 B.C., is home to one of the world's few "founder" populations. These populations, including those located in Iceland, Finland and French-speaking Quebec, arose from small numbers of individuals.

According to local newspaper La Nuova Sardegna ("È una famiglia di Perdasdefogu la più longeva di tutto il pianeta", 20 Agosto 2012) the eldest sibling Consolata claims to be happiest because she is surrounded by nine children, 24 grandchildren, and 25 great-grandchildren.
Commenting this record, Craig Glenday, Editor-in-Chief for Guinness World Records said: "The Mediterranean lifestyle is always held up as being beneficial to a long, healthy life, and Italians in particular feature prominently in the list of supercentenarians and centenarians".
"On the one hand it is about genetics, about inherited longevity, as shown by the fact that the surnames of centenarians crop up again and again" told to Corriere della Sera ("Una famiglia da Guiness: 9 fratelli per 818 anni", 20 Agosto 2012) Luca Deiana, a professor of clinical biochemistry from the University of Sassari in Sardinia.
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 21 Agosto 2012
Read more:
- Sardinian siblings aged 818 officially the world's oldest (The Telegraph, 21 August 2012)
- Nove fratelli 818 anni, viene dall’Ogliastra la famiglia da record (La Stampa, 21/08/2012)
- Shorter Men Live Longer: New Study in Sardinia (Jun 13th, 2012)
- A Population Where Men Live As Long As Women: Villagrande Strisaili, Sardinia (Journal of Aging Research. Volume 2011 (2011), Article ID 153756).
- On the Table in Sardinia: Red Wine, Bread and Cheese (21 Oct 2009)
- All Roads Lead to...Sardinia!? (2004)
- Sardinia attracts scientists to study aging (February 15, 2002)
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Celacanto (Latimeria chalumnae) a Trento.
Museo Tridentino di Scienze Naturali, Agosto 2012.
Celacantide: molto più che un semplice "fossile vivente". Uno studio pubblicato su Current Biology il 5 Giugno 2012
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20 agosto 2012
Allievi e prof inventori: Giua in finale (L'Unione Sarda, 20 agosto 2012)
Tra le idee di quest’anno: il rilevatore di cadute che assicura il soccorso attraverso una tempestiva chiamata di emergenza, il naso elettronico che scopre le contraffazioni attraverso gli odori, un depuratore per le acque che utilizza le proprietà fotocatalitiche del biossido di titanio, colori per tessuti ricavati da scarti vegetali, un ombrellone fotovoltaico per ricaricare telefoni cellulari, un dispositivo antiribaltamento per i trattori, un robot che rileva le fughe di gas. Tra le scuole finaliste di quest’anno ritroviamo il ‘Giua’ di Cagliari, vincitore dell’edizione 2011. Gli studenti dell’Istituto Tecnico e Liceo scientifico applicato Michele Giua di Cagliari hanno partecipato con “Sinapsi 2”. Si tratta di una carrozzina motorizzata che permette non solo lo spostamento all’interno di ambienti domestici, ma anche l’accensione, la regolazione e lo spegnimento di apparecchiature elettriche e elettroniche, del sistema di climatizzazione e di riscaldamento, nonché la gestione del telefono.
Il sistema risponde ai comandi vocali dell’utente e si basa su hardware costruito dagli studenti a partire da una scheda “Arduino”. Per migliorare l’affidabilità del sistema sono stati sviluppati appositi software, mentre per evitare ostacoli, dislivelli e scale, la carrozzina è stata dotata di appositi sensori di prossimità che permettono di attivare un freno automatico di emergenza. Guidati da Antonello Zizi, un insegnante non nuovo a questo genere di imprese (negli anni scorsi ha guidato altri studenti a costruire un radar per nonvedenti e il robot Gavin 1.0) i ragazzi del Giua hanno realizzato un primo prototipo in grado di riconoscere i comandi necessari al movimento autonomo della carrozzina. Insieme al professor Zizi hanno collaborato alla realizzazione il tecnico Elio Masella e gli alunni Luca Raccis, Daniele Sechi, Alessio Speroni, Mario Taccori.
Andrea Mameli
(L'Unione Sarda, Cultura, 20 Agosto 2012)
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"Piccolo è bello, ovvero l'attualità delle tecnologie appropriate" (G. Zavalloni, 2011)
"Oggi, proporre la filosofia delle tecnologie appropriate significa impegnarsi a realizzare un mondo in cui gli esseri umani lottano per un'esistenza migliore, intesa come incremento delle potenzialità creative dei singoli popoli, in un rapporto equilibrato fra ambiente naturale e realtà modificata dall'uomo."
"Le tecnlogie appropriate, quindi, presuppongono un tipo di società diversa da quella attuale. Una società che punta sul decentramento a livello locale e regionale, che basa la politica sulla partecipazione diretta e di base, che ritrova il senso del vicinato e dei rapporti conviviali tra le persone, he vede la terra come un bene comune da salvaguardare e non solo come una risorsa da sfruttare, che tiene conto delle culture locali e delle tradizioni di ogni popolo".
Gianfranco Zavalloni
"Le tecnlogie appropriate, quindi, presuppongono un tipo di società diversa da quella attuale. Una società che punta sul decentramento a livello locale e regionale, che basa la politica sulla partecipazione diretta e di base, che ritrova il senso del vicinato e dei rapporti conviviali tra le persone, he vede la terra come un bene comune da salvaguardare e non solo come una risorsa da sfruttare, che tiene conto delle culture locali e delle tradizioni di ogni popolo".
Gianfranco Zavalloni
Tratto dalla postfazione al libro Manuale di sopravvivenza energetica (Scienza Express, 2011)
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19 agosto 2012
Una telefonata che non volevo ricevere. "Si è spento Gianfranco Zavalloni"
Lo odio il telefono, quando mi porta brutte notizie. Lo odio quando dall'altra parte c'è un amico che mi annuncia la morte di una persona cara. Mi è successo pochi minuti fa, ma ho già visto che altri avevano tentato inutilmente di chiamarmi, forse per darmi il medesimo triste annuncio.
E' morto Gianfranco Zavalloni.
Ricordo Gianfranco come una persona di enorme apertura mentale, di squisita generosità e dotato di grande creatività. Una creatività che esprimeva con disegni a mio avviso splendidi. Disegni con i quali forse Gianfranco faceva il verso a Pieter Bruegel il Vecchio, intricati com'erano, ma luminosi e allegri, pieni di vita.
Ci siamo conosciuti quando eravamo impegnati nel volontariato educativo, con gli scout dell'Agesci e lo ricordo per la sua ricchezza interiore: una persona sincera e trasparente. Credeva in quello che faceva, credeva nella forza dell'educazione e nella potenza della nonviolenza. Mi ha lasciato tanto e non solo a me: "un ecologista autentico" lo ha definito oggi Davide Fabbri nel suo toccante ricordo affidato a Facebook, da cui riporto un altro passaggio: "Gianfranco amava il suo lavoro a scuola: ha svolto il ruolo di direttore didattico, dopo aver fatto, per diversi anni, il maestro di scuola materna: adorava una scuola creativa, aperta ai temi dell'ecologia, alle lingue locali, alla multiculturalità".
Gianfranco era stato, come i miei genitori, maestro elementare (e forse in questo trovavo in lui grande familiarità) poi direttore scolastico in Trentino Alto Adige e dal 2008 in Brasile in qualità di responsabile dell'Ufficio Scuola del Consolato d'Italia di Belo Horizonte.
Mi chiamò, alcuni mesi fa, per annunciarmi che si era scoperto malato di cancro e per questa ragione era rientrato a Cesena. E a Cesena lo avevo conosciuto: mi aveva illustrato la sua passione per i burattini, per gli orti, per il disegno, per le tecniche agricole tradizionali. Ricordo lunghe conversazioni con lui e con altri amici, a Cesena, sui mattoni di fango e sulle tecnologie appropriate.
Nel 2011 Gianfranco aveva accettato di scrivere la postfazione del mio "Manuale di sopravvivenza energetica", cinque densissime pagine dal titolo eloquente: "Piccolo è bello, ovvero l'attualità delle tecnologie appropriate". Un regalo graditissimo e molto apprezzato.
Poi l'8 marzo di quest'anno mi scrisse: "il primo aprile torno definitivamente in Italia, poi prima o poi dobbiamo presentare a Cesena il tuo libro...". Ecco cosa succede a aspettare troppo...
Ma io lo so Gianfranco che adesso ti stai prendendo gioco di noi, disegnando su qualche nuvola, con il tuo stile.
Grazie e scusa se non sono riuscito a passare da te prima.
E' morto Gianfranco Zavalloni.
Ricordo Gianfranco come una persona di enorme apertura mentale, di squisita generosità e dotato di grande creatività. Una creatività che esprimeva con disegni a mio avviso splendidi. Disegni con i quali forse Gianfranco faceva il verso a Pieter Bruegel il Vecchio, intricati com'erano, ma luminosi e allegri, pieni di vita.
Ci siamo conosciuti quando eravamo impegnati nel volontariato educativo, con gli scout dell'Agesci e lo ricordo per la sua ricchezza interiore: una persona sincera e trasparente. Credeva in quello che faceva, credeva nella forza dell'educazione e nella potenza della nonviolenza. Mi ha lasciato tanto e non solo a me: "un ecologista autentico" lo ha definito oggi Davide Fabbri nel suo toccante ricordo affidato a Facebook, da cui riporto un altro passaggio: "Gianfranco amava il suo lavoro a scuola: ha svolto il ruolo di direttore didattico, dopo aver fatto, per diversi anni, il maestro di scuola materna: adorava una scuola creativa, aperta ai temi dell'ecologia, alle lingue locali, alla multiculturalità".
Gianfranco era stato, come i miei genitori, maestro elementare (e forse in questo trovavo in lui grande familiarità) poi direttore scolastico in Trentino Alto Adige e dal 2008 in Brasile in qualità di responsabile dell'Ufficio Scuola del Consolato d'Italia di Belo Horizonte.
Mi chiamò, alcuni mesi fa, per annunciarmi che si era scoperto malato di cancro e per questa ragione era rientrato a Cesena. E a Cesena lo avevo conosciuto: mi aveva illustrato la sua passione per i burattini, per gli orti, per il disegno, per le tecniche agricole tradizionali. Ricordo lunghe conversazioni con lui e con altri amici, a Cesena, sui mattoni di fango e sulle tecnologie appropriate.
Nel 2011 Gianfranco aveva accettato di scrivere la postfazione del mio "Manuale di sopravvivenza energetica", cinque densissime pagine dal titolo eloquente: "Piccolo è bello, ovvero l'attualità delle tecnologie appropriate". Un regalo graditissimo e molto apprezzato.
Poi l'8 marzo di quest'anno mi scrisse: "il primo aprile torno definitivamente in Italia, poi prima o poi dobbiamo presentare a Cesena il tuo libro...". Ecco cosa succede a aspettare troppo...
Ma io lo so Gianfranco che adesso ti stai prendendo gioco di noi, disegnando su qualche nuvola, con il tuo stile.
Grazie e scusa se non sono riuscito a passare da te prima.
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 18 Agosto 2012
https://linguaggio-macchina.blogspot.com/2012/08/piccolo-e-bello-ovvero-lattualita-delle.html- Piccolo è bello, ovvero l'attualità delle tecnologie appropriate (Postfazione al libro Manuale di sopravvivenza energetica, 2011)
- Semi, zappa e grembiulino; a scuola a "lezione" di orto (La Repubblica, 8 Marzo 2012)
- Gli orti di pace di Gianfranco Zavalloni (3 Dicembre 2011)
- La scuola creativa
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"Ri-gustami a casa: col tuo cibo riempi il frigo non il cestino". A Trento sono proprio avanti.
Quante volte vacanza vi è capitato, per svariate ragioni, di dover lasciare qualcosa di buono nel piatto? E quante volte avreste potuto prelevare una porzioncina per il cane o il gatto che vi aspettava a casa? Ma chi ha il coraggio di chiedere una bustina o un contenitore per alimenti? Per togliere dall'imbarazzo i clienti dei ristoranti serve una qualche iniziativa atta a favorire la raccolta del cibo avanzato (che altrimenti sarebbe sprecato). Ed ecco che la Provincia Autonoma di Trento dimostra di essere veramente avanti ideando (in collaborazione con la Rete trentina di educazione ambientale dell'APPA e l'Ecosportello Fa' la Cosa Giusta) un'intelligentissima campagna contro gli sprechi: "Ri-gustami a casa: col tuo cibo riempi il frigo non il cestino".
La sicurezza e la regolarità dell'iniziativa sono garantite dall'Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, appositamente interpellata e coinvolta nell'iniziativa.
E per rendere il tutto più pratico i ristoratori avranno a disposizione una Eco-vaschetta realizzata con carta proveniente da foreste certificate FSC (Forest Stewardship Council) e compostabile al 100%, che la Provincia autonoma di Trento ha realizzato e messo a disposizione dei ristoratori trentini.
Spero di veder nascere altre iniziative di questo tipo. Ho notizia di una vaschetta per il cibo avanzato nella Provincia di Rimini. Il progetto è utile a tutti: al ristoratore si riduce la quantità di rifiuti organici da smaltire mentre al consumatore viene offerta l'opportunità di gustare ancora le pietanze o di portarle ai cani e ai gatti che aspettano a casa.
La sicurezza e la regolarità dell'iniziativa sono garantite dall'Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, appositamente interpellata e coinvolta nell'iniziativa.
E per rendere il tutto più pratico i ristoratori avranno a disposizione una Eco-vaschetta realizzata con carta proveniente da foreste certificate FSC (Forest Stewardship Council) e compostabile al 100%, che la Provincia autonoma di Trento ha realizzato e messo a disposizione dei ristoratori trentini.
Spero di veder nascere altre iniziative di questo tipo. Ho notizia di una vaschetta per il cibo avanzato nella Provincia di Rimini. Il progetto è utile a tutti: al ristoratore si riduce la quantità di rifiuti organici da smaltire mentre al consumatore viene offerta l'opportunità di gustare ancora le pietanze o di portarle ai cani e ai gatti che aspettano a casa.
Andrea Mameli www.linguaggiomacchina.it 19 Agosto 2012
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